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Chiacchiere da Bar…bieri – Clinica Mobile, la fine di un’era

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Durante lo scorso weekend, un’indiscrezione, diventata poi realtà, si era fatta strada nel paddock del Motomondiale ospite del Chang International Circuit di Buriram, in Thailandia: dal 2023, la Clinica Mobile non si occuperà più dei piloti di MotoGP, Moto2, Moto3 e MotoE.

La scelta è stata fatta da Dorna, l’organizzatore di questi campionati, con la quale la Clinica Mobile ha un contratto. Al posto della struttura nata dalla mente e dal lavoro del Dott. Claudio Costa, che da qui in avanti chiamerò dottorcosta, come lui vuole, ci sarà la spagnola Quiròn Salud, già da anni sponsor del mondiale e partner della stessa Clinica Mobile, per la quale finanziò la struttura inaugurata nel 2018. Non è un caso che il direttore medico del Motomondiale, lo spagnolo Dott. Angel Charte, sia il primario della medicina interna dell’ospedale Hospital Universitari Dexeus di Barcellona, facente parte della già citata Quiròn Salud.

Tutto in famiglia diciamo, con Dorna che conclude così un processo decennale iniziato con la sostituzione del dottorcosta come direttore medico nel 2012 e poi messo “discretamente” alla porta nel 2014, con la Clinica Mobile che passò nelle mani del Dott. Michele Zasa. Al contrario di certi titoli letti in giro per il web, va precisato che la Clinica Mobile non chiude e non cesserà di esistere. Continuerà a seguire il mondiale Superbike e prestando i propri servizi per altre realtà. “Semplicemente”, non sarà più nel paddock della MotoGP.

È finito un ciclo, il ciclo di chi ha fatto capire alla federazione, agli organizzatori e ai circuiti che i piloti avevano bisogno di una struttura che li supportasse per curare le ferite del corpo, e non solo quelle. Nel 1977, anno della presentazione della prima Clinica Mobile, gli autodromi non possedevano le strutture mediche odierne, anzi, spesso non le avevano proprio. È lì che il dottorcosta, con il suo ingegno, colmò un vuoto. Ora quel vuoto non c’è più, i centri medici sono quasi delle vere e proprie cliniche e, sui campi di gara, il compito della Clinica Mobile è gradualmente cambiato, passando da salvare le vite a salvare soprattutto gli animi dei piloti, che tra sedute di fisioterapia, medicazioni e parole di conforto hanno sempre trovato in questa struttura un’oasi dove rigenerarsi e prepararsi a correre sempre più veloci verso i loro sogni.

Si dice che la decisione di Dorna sia principalmente di natura economica e, facendo fatica a fare i conti nelle mie tasche, figuriamoci se mi metto a farli in quelle degli altri. Dietro questa scelta c’è anche una ragione di filosofia. Il Dott. Charte non è il medico che asseconda il “voglio correre” che i piloti dicevano all’indirizzo del dottorcosta. Lo spagnolo non considera i motociclisti degli eroi, fatti di un’altra pasta, come fa il dottorcosta, ma umani, come disse in una rara intervista rilasciata alla testata spagnola AS. Nel corso degli anni ha irrigidito sempre di più i protocolli di rientro dei piloti dopo gli infortuni, Allontanare la Clinica Mobile dal motomondiale vuol dire staccare la spina a quella lucida follia che ha animato i cavalieri del rischio tanto cari al dottorcosta e agli appassionati.

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