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Chiacchiere da Bar…bieri – Finali Mondiali Ferrari, passione rossa in evoluzione

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ferrari.com


La scorsa domenica, all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, si sono celebrate le Finali Mondiali Ferrari. Con questo nome è la prima volta che si disputano in riva al Santerno, mentre nel 1998 fu la volta di “Tutte le Ferrari in pista a Imola”, antesignano dell’evento contemporaneo. Le mie prime Finali Mondiali da spettatore furono nel 2013 al Mugello, quando si celebrò l’addio a Felipe Massa, insieme a Sebastian Vettel, uno degli ultimi veri portabandiera del ferrarismo, in attesa di vedere l’evoluzione di Charles Leclerc, giovane rampollo della famiglia del Cavallino Rampante.

Il nome di questo evento dice tutto o niente su cosa effettivamente siano queste Finali Mondiali e, avendo partecipato da spettatore e da addetto ai lavori ormai a quattro edizioni, credo sia doveroso raccontare cosa sono e quale sia stata la sua evoluzione. Per quello che sono i miei ricordi, le Finali Mondiali negli anni 2000 erano un vero e proprio evento che celebrava l’intera stagione sportiva della Casa di Maranello. Solitamente la settimana rossa si svolgeva alla fine del Campionato di Formula 1 e in questo contesto i piloti titolari e i collaudatori avevano la possibilità di essere abbracciati idealmente dalla folla di appassionati, sempre numerosi nel celebrare quello che è un vero e proprio culto della passione e dell’essere Ferrari.

Anno dopo anno le Finali Mondiali hanno subito un cambiamento, complice anche l’allungamento del calendario F1 e della “disgregazione” dell’attività sportiva Ferrari. Questa è ora divisa tra GeS, la Gestione Sportiva che si occupa del progetto F1 diretta da Mattia Binotto e Competizioni GT, casa dei progetti motorsport a ruote coperte, LMH compresa, con a capo Antonello Coletta. Se un tempo il progetto Formula 1 aveva comunque una rilevanza importante nelle Finali Mondiali, che ricordiamo essere dedicate agli ultimi atti dei Ferrari Challenge, questo aspetto ora è venuto meno. Le Finali Mondiali Ferrari infatti sono ora sotto la diretta gestione del dipartimento Competizioni GT e sono un contenitore che consente ai più facoltosi clienti Ferrari di divertirsi in pista con i propri giocattoli da centinaia di migliaia se non milioni di euro. Parliamo quindi di chi partecipa al Ferrari Challenge, passando per i clienti degli XX Programme e del programma esclusivo F1 Clienti, che consente ad alcuni facoltosi fortunati di possedere, e guidare, un prototipo che ha corso nel passato nel Mondiale F1.

La Scuderia Ferrari, in tutto questo, è ormai assente. Sì, è vero che in pista c’è sempre qualche monoposto di Formula 1, ma queste vengono spesso condotte dai piloti GT, come successo ieri. Inoltre, non è neanche data importanza alle sovrapposizioni con la F1, che infatti ieri correva in Messico. Binotto, impegnato evidentemente al lavoro al Remote Garage di Maranello, era assente. Così come era assente domenica, davanti al folto pubblico assiepato sulle tre tribune del rettilineo principale di Imola, anche John Elkann, apparso solamente sabato sera alla cena di gala esclusiva per clienti e ospiti selezionatissimi.

La sensazione è quella che questo evento, che una volta riuniva i tifosi e la Ferrari in un unico grande abbraccio, sia ora una manifestazione che ha come protagonisti i clienti Ferrari, che sono coloro i quali garantiscono i maggiori introiti all’azienda, mentre i tifosi diventano una sorta di coreografia. In tanti ferraristi forse non si sono resi conto di questo cambiamento delle Finali Mondiali, che non c’entrano più nulla con la Formula 1. Ferrari forse non è mai stata troppo chiara su questo e, qualcuno sulle tribune forse può rimanere deluso nel non vedere nessuno della Scuderia presente per fare un saluto.

Tutte queste mie considerazioni non vogliono però togliere valore a quanto si è visto in pista a Imola in quella che è stata comunque la celebrazione di una rilevante parte della Ferrari, vale a dire Competizioni GT, che in questo momento è forse l’unica realtà rossa capace di regalare vere gioie e successi ai propri tifosi, grazie al grandissimo lavoro svolto da Coletta e degli uomini da lui guidati. I contenuti tecnici ed emozionali nelle Finali Mondiali Ferrari 2022 sono stati tanti, dentro, fuori e sopra la pista. Dentro si sono svolte le gare che hanno assegnato i titoli iridati della Coppa Shell AM, Coppa Shell e Trofeo Pirelli, caratterizzate tutte da un grande agonismo. Inoltre il Ferrari Show, iniziato alle 13:00, è stato uno spettacolo meraviglioso per gli occhi e per le orecchie di ogni appassionato di motorismo. Personalmente non sono un tifoso Ferrari, ma a vedere passare davanti a me in corsia box alcuni esemplari di vetture del passato, monoposto e GT, nonché assistere al debutto della Ferrari 296 GT3 e alla bellissima 499 P, la pelle d’oca mi è venuta. Tutto merito della grande atmosfera garantita dall’organizzazione del Cavallino, suggellata dal sorvolo dell’aeroplano che fu del lughese Francesco Baracca, sul quale era disegnata quell’effige affidata dalla madre dell’asso romagnolo a Enzo Ferrari nel 1923 e sublimata dal volo di due caccia Eurofighter dell’Aeronautica Militare, anch’essi con il Cavallino Rampante disegnato sulla propria coda.

Fuori dalla pista il paddock era vestito a festa, con negozi, showroom e un gigantesco museo, sede anche della serata di gala che ha ospitato le premiazioni dei Ferrari Challenge nazionali e la presentazione del nuovo prototipo che correrà nel WEC e a Le Mans. Dentro la sala erano esposte una quantità impressionante di vetture da F1, dal 1973 con la cosiddetta “spazzaneve” fino ai primi anni 2010 e alcune Ferrari che hanno fatto la storia della Casa di Maranello nelle competizioni endurance come Daytona e Le Mans.

L’esposizione dei prototipi e dei GT storici, capitanata dalla bellissima 330 P4 (Giulia Giacomelli)

Le Finali Mondiali Ferrari sono un autentico trionfo del ferrarismo, ma quello vero e radicato. Fatto di ore e ore passate a sognare ad occhi aperti di possedere anche solo per un minuto uno dei modelli stradali, di un pizzico di invidia per chi si può permettere di acquistare le vetture esclusive dei programmi XX o addirittura le vecchie F1 d’epoca e di notti insonni a vedere alla tv o a bordo pista le grandi classiche dell’endurance contemporaneo. C’è poco spazio, invece, per chi conosce la Ferrari solo per quelle vetture a ruote scoperte che tutti i piloti di F1 bramano, un giorno, di guidare.

Per chiudere, mi apro a una riflessione. A mio avviso, i tifosi della GeS, ovvero della Ferrari di Formula 1, sono ormai orfani di un evento che li avvicini ai piloti quali Leclerc o Sainz. Mi pare un segno evidente, al di là delle parole di circostanza, della lontananza che c’è tra la Scuderia Ferrari e i suoi tifosi, tanto celebrati nei comunicati stampa e quanto ignorati in pista. Potessero consolarsi con le vittorie, sarebbe un conto. Invece ieri, in Messico, il rosso era malinconicamente sbiadito.

Era presente anche il trofeo a elica che verrà consegnato al vincitore della 24 ore di Le Mans del centenario in programma il 10-11 giugno 2023 sul Circuit de La Sarthe. Spero che questo strappo alla cabala sia incredibilmente di buon auspicio.

Il Ferrari Show andato in scena durante le Finali Mondiali 2022 (YouTube – Ferrari)

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