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Chiacchiere da Bar…bieri – Chi avrà Capito?

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fia.com


È notizia di minuti fa: Jost Capito non è più Team Principal di Williams Racing. Insieme a lui, che era anche CEO della scuderia, lascia il direttore tecnico François-Xavier Demaison. Quanto centra la Ferrari? Forse poco, forse tanto, forse tutto.

Dopo il passo indietro di Mattia Binotto, sembra infatti che si sia generato un piccolo effetto domino: Frederic Vasseur è diretto verso Maranello, con buona pace degli analisti che davano le sue quotazioni in calo. La “conferma” è arrivata dallo stesso Peter Sauber, fondatore della scuderia elvetica, dal 2016 ritiratosi dal mondo del motorsport. Alla testata svizzera Blick, il 79enne imprenditore ha detto: “Quando si riceve un’offerta dalla Ferrari, si deve andare. Se si conosce la storia della Ferrari, a partire dal fondatore Enzo, si sa che i capisquadra hanno di solito vita breve. L’unica eccezione è Jean Todt, che ha governato per oltre dodici anni”. Queste parole di Sauber mettono in guardia lo stesso Vasseur, colui che porterà il tricolore francese in testa alla Gestione Sportiva del cavallino rampante dopo quindici anni.

Per alcuni momenti, l’uscita di Capito dalla Williams, che ancora deve nominare i sostituti delle figure dimissionarie, poteva essere legata in maniera più stretta alla Motor Valley. Invece, pare che Capito e Demaison siano diretti verso la stessa Sauber, che nel frattempo sta vedendo le sue quote passare dagli svedesi di Longbow Finance S.A. ad Audi AG, in vista dell’arrivo come motorista dalla casa teutonica 2026. In questo caso la scelta della Casa dei quattro anelli non sarebbe casuale. Jost Capito è infatti una vecchia conoscenza del gruppo Volkswagen. Il tedesco è stato infatti l’artefice del dominio dell’azienda di Wolsfburg nel WRC dal 2013 al 2016. Con lui c’era anche il francese Demaison, che ancora una volta cercherà di aiutare Capito ad assemblare un progetto vincente.

Questa invernale è una silly season sul fronte tecnico e motoristico: rimane infatti da capire se Binotto rimarrà in Formula 1 e, se sì, dove andrà. In secondo luogo, c’è da comprendere la mossa della Honda, casa che ha motorizzato (e motorizza ancora “sotto mentite spoglie”) l’AlphaTauri (e la Red Bull) dal 2019. E che, guardate un po’ le sliding doors, avrebbe dovuto motorizzare invece la Sauber prima che il nuovo Team Principal Vasseur stracciasse il contratto siglato da chi lo precedette, la condottiera austro-indiana Monisha Kaltenborn.

Sempre negli ultimi minuti i nipponici, ritirati ufficialmente dalla Formula 1 durante il 2021, hanno infatti confermato il proprio impegno come motoristi a partire dal 2026. Questo succede dopo aver venduto, non più tardi di 12 mesi fa, tutta la propria proprietà intellettuale sulle attuali power unit a Red Bull, che entrerà anch’essa come motorista nella prossima era dei propulsori ibridi con la sua Red Bull Powertrains. Al momento non si capisce, appunto, se Honda unirà di nuovo le forze con gli austriaci, dopo la mancata anschluss motoristica di Porsche su Red Bull, che avrebbe voluto diventare socia paritaria della scuderia anglo-austriaca. Roba da far contrattare a Dieter Mateschitz con la signora in nero, che lo stava portando via con sè, ancora cinque minuti di vita per dare ai suoi il suo benestare all’annullamento del matrimonio annunciato.

Con tutte queste manovre, che continueranno per i prossimi mesi, è fatica annoiarsi. Dalla pista si è passati a dietro le quinte, ma questa moderna Formula 1 non lascia mai un attimo di respiro. In attesa di vedere, chi avrà davvero Capito.

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