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Il Personaggio Della Settimana – Alfonso De Portago

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Spagnolo e aristocratico di nascita con origini irlandesi da parte di madre, il marchese di Portago fu uno dei piloti della formazione Primavera della Ferrari che purtroppo incontrò la sua fine tragicamente nel 1957 quando cercava di convincere il Drake a dargli un’occasione come pilota titolare per la Rossa in Formula 1

Un Nobile Al Volante

Alfonso De Portago dedicò la sua vita allo sport. Già durante la sua infanzia in Francia si dilettava in varie discipline, fino a quando non arrivò la scintilla con le quattro ruote. Esattamente nel 1953 conobbe Luigi Chiaretti, famoso importatore americano di Ferrari che decise di portarlo con sé come copilota nella Carrera Panamericana. Da quel momento il suo obiettivo fu quello di conquistarsi un sedile per la Scuderia della Motor Valley. L’anno successivo sempre a bordo di una Ferrari Sport corre la Buenos Aires 1000 prima di tornare direttamente in Europa per coltivare la sua carriera motoristica, stavolta a bordo di una Maserati. A disposizione della sua passione aveva un patrimonio sconfinato che gli permetteva di fare qualsiasi cosa lui volesse. Nel motorsport i suoi mezzi economici lo aiutarono a competere ed entrare nell’ambiente che contava. Nel 1955 comprò una Ferrari di Formula 1 con la quale prese parte a diverse gare tra cui l’International Trophy di Silverstone dove però il marchese spagnolo ebbe un incidente da cui riportò la frattura di una gamba e la quasi distruzione del veicolo che non gli permisero di continuare la stagione.

Un Casco In Valigia

Tornò a correre nel 1956 una volta ristabilitosi perché non poteva stare lontano dall’adrenalina che le corse gli trasmettevano, lui che era il primo tifoso dello sport che praticava e della squadra che rappresentava. Questo lo portava ad avere un unico desiderio ed un’unica volontà: vestirsi di rosso e correre per la Scuderia di Maranello. I motori facevano parte della sua vita più di ogni altro sport mai praticato dal nobile iberico. Una curiosità sulla sua valigia ci fa capire quanto lui tenesse al mondo della velocità. Al suo interno infatti Alfonso portava sempre tre oggetti che non potevano mancare: lo spazzolino, il rasoio e il casco con cui gareggiava. Nella stagione del suo ritorno riesce ad ottenere il suo primo podio in Formula 1 con la Ferrari a Silverstone insieme a Peter Collins. Viene confermato da Enzo anche per la stagione successiva, ma di quella correrà solo una gara, la prima in Argentina. Di fatto il Drake voleva che Portago corresse la Mille Miglia, gara iconica in cui la Rossa non poteva mancare, ma seppur lo spagnolo non fosse un fan di quella competizione decise di affrontarla andando incontro al suo stesso destino.

L’Ultima Mille Miglia

La Mille Miglia del 1957 fu l’ultimo asfalto percorso da De Portago che in quell’edizione fu vittima di un incidente spaventoso che ancora oggi è una delle tragedie più ricordate tra i motori. La mattina prima di uscire dall’albergo di Brescia ebbe già una sorta di avvertimento. Da un tavolo lo spagnolo fece cadere una tazza di tè e latte, segno di malaugurio al quale però Alfonso non fece caso. Durante la tappa che doveva portarlo a Mantova la sua Ferrari 355 Sport accusava già problemi al motore ma De Portago non gli diede più di tanto importanza in quanto era impegnato a rimontare sugli avversari. Il tragico incidente avvenne a Guidizzolo, in provincia di Mantova, quando una delle sue quattro gomme esplose causando una violenta sbandata che mandò fuori pista lo spagnolo e il copilota, Edmund Nelson. Niente da fare per i due che morirono sul colpo, ma con loro persero la vita anche dieci spettatori di cui cinque bambini a bordo strada, che seguivano con passione il passaggio delle vetture da corsa.

Sportivo Per Passione

Alfonso De Portago dedicò anima e corpo alle discipline sportive. Oltre ai motori si concesse il lusso, che per lui era pura normalità, di praticare mille altre attività. Una in cui eccelse più delle altre fu il bob, nella quale partecipò anche alle Olimpiadi invernali del 1956 a Cortina D’Ampezzo e ai Campionati Mondiali nel 1957 a St. Moritz dove conquistò la medaglia di bronzo. La pista di bob Olympia Bobrun nella città svizzera porta il suo nome nell’ultima curva prima del traguardo. Oltre alla Formula 1 ebbe anche occasione di correre in due edizioni della 24h di Le Mans prima con Maserati e poi sempre con Ferrari. Innamorato del Cavallino non lo ha più lasciato, correndo sempre nel nome della Scuderia di Maranello anche alla 1000 km del Nurburgring e alla 12 Ore di Sebring. Ottenne diversi podi e prestazioni di alto livello a conferma del suo talento e della sua velocità, ma soprattutto che la vecchia volpe sotto i suoi occhiali da sole ancora una volta ci aveva visto lungo.

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