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Chiacchiere da Bar…bieri – Un lunedì da numeri 1

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Ducati è tornata alle presentazioni vecchio stile. Una volta c’era il Vroom a Madonna di Campiglio, fatto in collaborazione con Phillip Morris, che coglieva l’occasione della doppia sponsorizzazione Ducati-Ferrari per unire le due e le quattro ruote in un evento unico al mondo.

Quegli sfarzi ormai sono acqua passata, da quando la tecnologia ci ha insegnato a risparmiare su un fronte per poter investire in altri. Stavolta no: bando alla presentazione solo web e via ad un’unveiling in grande stile delle moto 2023, sia MotoGP che Superbike, di nuovo dalla località turistica in provincia di Trento grazie all’evento “Campioni in pista” tenuto al Palacampiglio.

Per la prima volta nella sua storia, la casa di Borgo Panigale si è svelata al mondo da campionessa di tutto, avendo conquistato nel 2022 i titoli piloti, costruttori e team sia nel campionato dedicato ai prototipi che tra le derivate di serie. Nonostante l’incetta di allori iridati, entrambe non sono state affatto delle passeggiate. Ormai però è acqua passata ed è tempo di pensare alla riconferma.

Ciò che continua a caratterizzare le presentazioni, che siano online o in presenza, scarne o sfarzose, è che, del nuovo mezzo, si vede poco o nulla. Le novità tecniche sono ancora in fabbrica, nei magazzini o addirittura negli hard disk dei pc degli ingegneri. Le livree invece sì, sono quelle nuove, così come i piloti. I colori, tra MotoGP e SBK, sono quelli soliti, così come i main sponsor, Lenovo e Aruba, che, soprattutto nel secondo caso, più che meri fornitori di liquidità sono partner tecnici di primo piano. Tant’è che Stefano Cecconi, A.D. dell’azienda toscana, è anche Team Principal della squadra di Alvaro Bautista e Michael Ruben Rinaldi.

La prima novità, ma quella giustamente si sapeva da un po’, è quella di Enea Bastianini al fianco di Pecco Bagnaia. In tanti si chiedono cosa succederà tra i due, che già qualche mese fa ci hanno regalato duelli senza esclusione di colpi che hanno fatto palpitare più di un cuore ducatista, compreso quello del buon Davide Tardozzi. Questo però non ci è ancora dato saperlo, chi vivrà vedrà.

La domanda regina dell’inverno, oltre a questa, è stata una: con quale numero correranno Francesco Bagnaia e Alvaro Bautista? Forse a sorpresa, ma se non altro in controtendenza rispetto ad uno sport dove il pilota stesso è un brand, con il suo nome e il suo numero di gara, i due campioni in carica hanno deciso di mettere sulle livree delle proprie moto il numero che solo il migliore dell’anno passato può avere, ovvero il numero 1.

Pecco Bagnaia guarda ammirato il suo nuovo numero (mediahouse.ducati.com)

È un privilegio che in pochi hanno durante la propria carriera e i due centauri rossi non hanno saputo resistere al fascino del primo numero naturale dispari, nonostante una lunghissima riflessione finita pochi giorni fa, come confessato da entrambi sul palco di Madonna di Campiglio. Correre con quel numero, però, è forse più pesante di quanto si creda. Il pilota, quel numero, lo vede di continuo associato al suo nome e alla sua immagine, così come lo vediamo noi da casa. È un numero che si ha poche volte nella vita e per questo è insolito, è strano.

 

La Panigale V4 di Alvaro Bautista (mediahouse.ducati.com)

È piccolo ma enorme allo stesso tempo. È una colonna, rigida, imponente, granitica, a simboleggiare il la stoffa sportiva di chi lo utilizza. Ma è anche una spada di Damocle, un dito puntato, per quei piloti che decidono di accantonare il proprio fidato numero per abbracciare l’1.I due numeri uno, sono condannati a vincere, di nuovo, così come già, sia Alvaro che Pecco, lo erano stati lo scorso anno. Riusciranno a far sì che quell’effige lunga e stretta sulle loro carene sia un simbolo di forza e di un’altra vittoria?

La presentazione dei team Ducati 2023 di MotoGP e Superbike (YouTube – Ducati)

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