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Statistiche e Curiosità – I Test pre-stagionali di Formula 1

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Credits: Twitter - @ScuderiaFerrari

Da oggi al 25 febbraio si svolge il primo appuntamento ufficiale su pista della Stagione 2023 di Formula 1: i test pre-stagionali di Sakhir, in Bahrain. Saranno tre giorni utili per registrare i primi rilievi cronometrici, aumentare la confidenza dei piloti con le nuove monoposto e soprattutto spiare le mosse dei campioni del mondo in carica della RedBull, che definire fin qui riservati sulle immagini ed i dettagli della nuova RB19 equivarrebbe ad usare un eufemismo. 

I test di questo fine febbraio assumono poi una doppia importante rilevanza strategica: rappresentano di fatto la prima ed unica tappa che precederà il via vero e proprio al Mondiale 2023, atteso per il 5 marzo, e forniranno dati specifici proprio in vista di quella data per la prima gara di campionato che si terrà sempre qui in Bahrain.

 

Sorprendere o nascondersi?

Nel corso degli anni i risultati delle prove pre-stagionali di Formula 1 non sono sempre stati rappresentativi delle future prestazioni delle vetture, dando vita a diversi casi di “falsi positivi”. Ciò non dovrebbe comunque sorprende poiché l’obbiettivo finale di queste sessioni è proprio quello di testare in pista le novità apportate alle monoposto piuttosto che quello di gareggiare a registrare il tempo più veloce. Detto questo, sarebbe impensabile discernere la componente emotiva in un momento così delicato della stagione: le Scuderie lavorano di strategia i nervi dei diretti avversari cercando di sorprendere, massimizzando gap tecnici e prestazionali su cui far pensare gli altri, o nascondendosi per non rivelare le proprie potenzialità e punti deboli.

 

La configurazione dei test pre-stagionali è cambiata radicalmente nel corso degli anni, un po’ per questioni legate ad un calendario sempre più ricco di eventi, un po’ per riflettere, perlomeno da un punto di vista teorico, le prese di posizione della FIA sulle tematiche di carattere ambientale, cercando di rendere questa parte di evento la più efficiente possibile: questo atteggiamento, che strizza l’occhio all’ambientalismo, non è stato però preso altrettanto in considerazione per la stesura del calendario come già vi avevamo raccontato. Tornando a noi, si è quindi assistito, nei confronti delle tempistiche dedicate a questo genere di Test, ad un fenomeno di shrinking – per usare un nuovo termine diventato di uso comune in questi mesi di inflazione – e cioè ad una sensibile e costante riduzione dei giorni messi a disposizione dei team per affinare la messa a punto delle monoposto. In 30 anni si è passati dai 30/40 giorni degli anni 90, ai 12/15 degli anni 2000, alle due sessioni prima del 2020 fino alla sessione unica da tre giorni in carica ufficiale dal 2023. 

 

Oltre alla costante riduzione dei giorni di prove, nel corso degli ultimi anni si è andati incontro ad un percorso di decentralizzazione dei test dal suolo europeo. La scelta dei circuiti da utilizzare per i test è sempre ricaduta su piste che potessero godere di diverse condizioni ideali per lo scopo. Parliamo innanzitutto di condizioni climatiche favorevoli, simili a quelle che si potrebbero trovare nel corso dell’anno nella maggior parte dei circuiti del Calendario, di piste ricche sia di guidato che di grandi rettilinei per valutare al meglio tanto il carico aerodinamico quanto la potenza del motore e la prontezza delle gomme, oltre ad una richiesta di comodità: essere raggiungibili comodamente dal maggior numero possibile di costruttori. La Spagna si è ritagliata da sempre uno spazio focale da questo punto di vista: Montmelò, Jerez e Barcellona sono stati i teatri principali dei test di Formula 1 degli ultimi 30 anni, ma lo saranno anche nel prossimo futuro? Probabilmente sì, faranno parte di una selezione però sempre più ampia: la direzione della F1 è sempre più chiara e indica la volontà di coinvolgere anche territori – ricchi di sponsor – extra europei.

 

Statistiche

Da un punto di vista statistico diventa difficile estrarre qualcosa che abbia un valore, principalmente perché questo genere di eventi non ha un vero risvolto competitivo. Guardando però i risultati degli ultimi anni si può però derivare una tendenza: le scuderie campioni in carica hanno la tendenza a nascondersi, mentre quelle che puntano ad insediare il titolo tendono a sorprendere. Da campioni in carica tanto la RedBull quanto la Mercedes sono uscite solo strada facendo, mentre per esempio Ferrari e McLaren hanno mostrato subito tutti gli assi in mano senza essere poi capaci di mantenere un profilo altrettanto alto nel corso della stagione.

 

Curiosità

I test pre-stagionali di Formula 1 sono anche un’occasione per dimostrare e… attirare sponsor. Il caso di specchio per le allodole più eclatante della storia recente della F1 fu il caso della Prost Ap04 che nel 2001 sbalordì e attirò grande attenzione dominando i test invernali all’Estoril. Gomme morbide e vettura scarica di carburante furono gli assi nella manica della Prost che già al primo Gran Premio dimostrò i veri valori del progetto. Alla fine della stagione la Prost terminò ultima in graduatoria con 4 punti, cessando alla fine di quella stagione la propria storia in Formula 1.

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