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Chiacchiere da Bar…bieri – L’ora delle partenze?

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E’ finalmente ora di far parlare la pista. Domenica 5 marzo, alle ore 16:00 italiane, avrà inizio la prima gara del campionato del mondo di Formula 1 2023, attesissimo, come ormai sempre, dai tifosi Ferrari, ansiosi di poter gioire nuovamente come nel lontano 2007.

Lo scorso anno il Gran Premio del Bahrain fu entusiasmante per i tifosi della rossa, finalmente in grado di poter esultare per una doppietta che mancava dal GP di Singapore 2019. Sembrava l’alba di una stagione trionfale, così come fu il GP d’Australia, e invece…

Invece il motore Ferrari, nel 2022, ha fumato più di una ciminiera, facendo diventare l’affidabilità un problema da risolvere abbassando i giri del motore endotermico, e quindi la potenza, della power unit del cavallino rampante. Questo inizio ci insegna quindi una cosa: la stagione è lunga e, se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, è altrettanto vero che una rondine non fa primavera. La Red Bull, sebbene i test non siano particolarmente significativi, si è già dimostrata con Max Verstappen il punto di riferimento della griglia, senza se e senza ma. La nuova Ferrari di Fred Vasseur quindi non può fare altro che inseguire. L’inseguimento però non sarà solo per le prime gare, ma su tutto l’arco della stagione.

Abbiamo già visto, e non è una novità del 2022, che la Scuderia di Maranello è meno efficace della Red Bull Racing nello sviluppo dell’auto. Alla GES sembrano infatti pagare ancora l’assenza dei test liberi, che furono il punto di forza degli uomini in rosso al tempo del dominio Montezemolo-Todt-Schumacher. Nell’era delle simulazioni, invece, i competitor sono in vantaggio e in Ferrari non sono riusciti a recuperare questo gap con i team capitanati da Toto Wolff e Christian Horner. Che sia la volta buona che l’arrivo di una persona senza esperienze pregresse a contatto con Ferrari possa mettere fine a questo handicap? Lo scopriremo solo vivendo.

 

Carlos Sainz e Fred Vasseur al muretto durante i test 2023 (source: Twitter Scuderia Ferrari)

Spostandoci verso il Mar Adriatico di un centinaio di chilometri, regna l’incertezza. Sia nel capire a che punto è AlphaTauri rispetto alle altre squadre di centro classifica, sia perchè il futuro dello Junior Team Red Bull parrebbe essere in bilico. Dalle parti dell’Austria, dopo la morte di Dietrich Mateschitz potrebbe essersi innescata una rivoluzione che può toccare gli investimenti in Formula 1. Helmut Marko è stato chiaro dicendo che gli azionisti prenderanno la miglior decisione al riguardo del futuro di una scuderia che ha chiuso il 2022 al nono posto, con la casa madre laureatasi invece campionessa. Il fu consigliere del magnate dell’energy drink ha anche detto che è evidente che, dati i risultati, le sinergie tra i due team non stiano funzionando.

Se andiamo a Faenza e guardiamo cosa sta succedendo alle strutture è difficile pensare ad un’azienda in vendita. Infatti AlphaTauri ha in corso un ampliamento della sua factory e, nei mesi scorsi, ha iniziato ad ampliare anche il reparto marketing, dopo aver guadagnato più autonomia da parte di Red Bull. Mateschitz, quando era ancora in vita, declinò un’offerta di acquisto da parte di Andretti Autosport ma, nell’universo del colosso austriaco si è verificato un terremoto che sicuramente avrà creato qualche discontinuità con il passato.

Il mondo della Formula 1 è sempre andato veloce e non sorprenderebbe un disimpegno di Red Bull, anche se questo vorrebbe dire ‘stop’, in un certo senso, al suo Junior Team. Marko ha 79 anni e difficilmente potrà portare avanti il suo compito ancora a lungo. E’ quindi logico che ci si pongano delle domande e, immagino, una di queste sia se trovare un successore (si è parlato negli scorsi mesi di Sebastian Vettel) e continuare per la strada tracciata a partire dal 2005 o ripensare al modello Red Bull Racing, portandolo magari ad una più comune struttura composta dal team ufficiale, che dal 2026 diventerà anche motorista, affiancato da uno o più team clienti ai quali affidare la crescita dei propri talenti, come fatto sin qui da Ferrari, Mercedes e Alpine. Anche in quel caso ci sarebbe bisogno di un nuovo Marko, ma il compito di questa nuova figura sarebbe radicalmente diverso rispetto a ciò che abbiamo visto in questi anni.

Qualsiasi cosa decidano in Red Bull, auspico che l’AlphaTauri, o qualsiasi altro nome avrà questa Scuderia in futuro, mantenga le sue basi a Faenza. La storia recente della F1 ci insegna che difficilmente le squadre, a seguito di compravendite, sono state sradicate dal proprio territorio, rinunciando così alle strutture già esistenti nonché a tutta la catena di fornitura creata e nutrita negli anni, spesso vicina anche territorialmente all’azienda. Considerando ciò, è giusto non essere del tutto tranquilli, ma possiamo guardare al futuro della nostra Motor Valley con una certa dose di fiducia. 

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