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Calcio

La mancinizzazione di Verdi

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Caro Roberto, anche stavolta ti scrivo la mia Lettera Scarlatta a metà partita: ti voglio bene, ti stimo, ma ti confesso che Report mi interessa più di Italia-Olanda. Lo spread del calcio italiano rispetto al calcio mondiale è avvilente: ti auguro buon lavoro e mi limito a segnalarti quelle due o tre cosette che sono emerse nel corso di queste inutili (per quanto doverose) partite. Il recupero di Balotelli era addirittura scontato, conoscendoti: non ci hai pensato neanche un attimo e Mario ti ha ripagato, com’era giusto che fosse. Il vero colpo di genio, piuttosto, è stato il recupero di Criscito, finito nel dimenticatoio per colpe non commesse: per te, che lo vedevi tutti i giorni a San Pietroburgo, magari è stato facile, ma per noi non lo è e quindi complimenti. Ma la cosa che mi sembra di aver colto, in questo insipido primo tempo contro gli olandesi, e che mi spalanca un mondo, è un’altra: stai cercando di “mancinizzare” Simone Verdi. In lui hai visto, in parte, quello che eri tu da calciatore. Perché tu segnavi, e segnavi pure tanto, ma soprattutto facevi segnare caterve di gol ai tuoi compagni di reparto. Verdi, plasmato da Donadoni quando rischiava di diventare né carne né pesce, offre assist al bacio, sa sacrificarsi alla bisogna, ma ha qualità tecniche che gli consentono di tentare l’avventura in proprio. Tu, nato centravanti, arretrasti leggermente il raggio d’azione senza allontanarti troppo dall’area di rigore; lui, nato ala, o trequartista, o chissà cosa, vorresti portarlo più a ridosso della linea di tiro, completando in questo modo il lavoro iniziato dall’ormai ex tecnico del Bologna. E allora, mentre aspetto di sapere come va a finire l’inchiesta su Banca Marche (eri correntista?) di Report, caro Roberto, fammi un favore e dimmi: ho le traveggole, oppure stai veramente “mancinizzando” il buon Simone?

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