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Calcio

Monday Night – Vicini di casa

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Dopo il panoramico giro londinese del mese scorso, per questa nuova puntata ho deciso di trasportarvi in una realtà ancora più inedita per le nostre latitudini.

Immaginate due squadre della stessa città: passioni, storia e pedigree a volte simili a volte differenti, ma entrambe legate ad un singolo centro abitato. Adesso immaginatevi però che le squadre in questione, “dimorino” in due stadi diversi a meno di un chilometro quadrato di distanza l’uno dall’altro.

Fantascienza? No. In questo articolo parleremo degli stadi geograficamente più vicini di tutta la Gran Bretagna (e forse del mondo intero).

Liverpool ( “Anfield Road”.  Capienza: 54’ 074)  Everton (“Goodison Park”. Capienza: 40’ 157)

Il derby del Merseyside, fra i più famosi e spettacolari incontri dell’intero movimento calcistico.

Un duello leggendario, fra due squadre antiche, nate addirittura nell’ultimo ventennio dell’Ottocento. La stampa anglosassone ama soprannominarlo il “ The friendly derby” per via del rispetto e della simpatia reciproca che regna fra la stragrande maggioranza delle due tifoserie, un qualcosa che differisce nettamente dalle altre stracittadine inglesi.  Il bilancio di una sfida che si perde fra i meandri di una storia lunga quasi due secoli (parliamo di oltre 230 confronti), pende leggermente in favore dei Reds, ma per raccontare al meglio questa sfida basterebbe solamente srotolare la pergamena dei successi  di ambo le squadre. Il Liverpool vanta 18 titoli d’Inghilterra, 7 F.A. Cup, 8 Coppe di Lega, 15 Community Shield, 5 Champions League, 3 coppe UEFA e 3 Supercoppe Europee. Dall’altra parte, i Toffees, possono sfoggiare 9 scudetti, 5 F.A. Cup, 9 Community Shield ed una (purtroppo scomparsa) Coppa delle Coppe.

Capite bene che una sfida già così affascinante di per sé,  riesce a trasformarsi in “unica” se la distanza fra i due stadi è di appena mille e cinquecento metri.  Tra il Goodison Park ed Anfield Road, infatti,  si frappone solo lo storico Stanley Park. Una verde lingua di pace, a fare da separé fra due degli stadi più “caldi” di tutta l’Isola.

Nottingham Forest ( “City Ground”. Capienza : 30’576) – Notts County ( “Meadow Lane”. Capienza: 20’229)

Il Nottingham Forest non ha certo bisogno di presentazioni. La famigerata doppietta consecutiva conquistata in Champions League tra il 1978 ed il 1980 sotto la guida del visionario Bryan Clough, lo ha reso famoso agli occhi del mondo intero. Nonostante una bacheca  di tutto rispetto però (oltre alle 2 Coppe dei Campioni, ci sono ben 4 coppe di Lega ed un titolo d’Inghilterra), il club bivacca ormai da tempo nei limacciosi quartieri bassi della Championship, accontentandosi dello “status” di nobile decaduta del calcio d’Oltremanica . Sul campo e sugli spalti,  la sua più grande rivalità resta senza dubbio quella con i “Rams” del Derby County, ma per quel che riguarda la passione locale, l’anima della città deve dividersi fra il rosso del Forest e il bianconero del Notts County. Quest’ultimi, vantano probabilmente la maggiore longevità di tutta Europa. Si narra che siano  stati fondati addirittura nel lontano 1862, e che proprio dai colori sociali dei “Magpies” la Juventus abbia preso spunto per vestire i propri giocatori. Le due realtà di Nottingham non si sfidano da oltre 22 anni, data la grande differenza di categoria, ma i rispettivi stadi “ schiumano” adiacenti da oltre 107 anni.

Il City Ground ed il Meadow Lane distano appena 275 metri in linea d’aria. A dividerli, solo lo scorrere del fiume Trent. Tanto vicini, che persino dalla Kop Spion Stand si può intravedere la struttura del City Ground.

Dundee F.C. (“Dens Park”. Capienza: 12’085) – Dundee United (“Tannadice Park”. Capienza: 14’223)

Adesso saliamo in Scozia e più precisamente a Dundee: circa 200 mila anime affacciate sul mare del Nord. Terzo agglomerato urbano oltre il vallo di Adriano (dopo la vivace Glasgow e la culturale Edimburgo), ospita appunto il terzo derby sportivo del paese. Lasciate da parte l’Old Firm e persino l’Edinburgh Derby fra Hibernian e Hearts, qui non ci si gioca nessun titolo né  l’accesso all’Europa. Da una parte il Dundee F.C, che gioca sin dal 1893 nel piccolo “Dens Park” in un completo kit Blu Navy.  In 123 anni di vita, ha sollevato la miseria di un titolo nazionale condito da un paio di coppe di Lega e la squadra è balzata alle cronache più per il tesseramento di alcuni giocatori famosi (come Caniggia o l’ex rossoblù De Marchi), piuttosto che per i risultati raggiunti sul campo.

Dall’altra parte il Dundee United. Probabilmente la più seguita (e vincente) delle due formazioni della città. Fondata sulla falsa riga degli Hibs – dalla comunità irlandese emigrata in Scozia – veste un anomalo completo color mandarino dal 1967. In bacheca brilla uno scudetto, due coppe di Lega e due F.A. Cup scozzesi, ma soprattutto  una discreta e continua presenza a livello di coppe continentali (nel 1987 raggiunse persino la finalissima di coppa UEFA, poi persa contro il Goteborg).

Ecco, anche da queste parti, la peculiarità è proprio la vicinanza fisica fra le due squadre. Gli stadi dei due club distano la bellezza di appena 200 metri l’uno dall’altro! A dividerli, una semplice strada che smarrisce la sua identità fra tante tipiche casette vittoriane. Questa rappresenta  la minor distanza fra due stadi in tutto il Regno Unito e forse in tutto il mondo.

Arsenal –  (“Arsenal Stadium”, noto a tutti come “Highbury” dal 1913 al 2006 . Capienza: 38’319)  (“Emirates”. Capienza:  60’260)

Beh, qui non si tratta di due club rivali, mi sembra ovvio. Qui si parla della stessa squadra che, per motivi economici,  ha dovuto traslocare spostando di appena 500 metri la sua casa pur di allargare il cosiddetto “bacino d’utenza”. Dall’affascinante Highbury, sede della “Belle Epoque”  Wengeriana e dei grandi trionfi del passato, si è passati al gigantesco “Emirates”. Sicuramente più capiente, ma tremendamente freddo e lontano anni luce dalla vecchia atmosfera “Gunners”.

Ah, per la cronaca, quello che vedete in primo piano nella foto è il vecchio Highbury, ormai adibito a residenza privata  con tanto di verdi e rigogliosi cortiletti, dove nei prossimi anni bambini di ogni età continueranno ad inseguire un pallone, magari inconsapevoli delle sfuriate sulla fascia di Pires o delle magie sotto porta di Henry.

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