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Calcio

Monday Night – Vi abbiamo visto piangere su Netflix!

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Un paio di mesi fa, dedicai il “Monday Night” all’Old Firm di Glasgow, forse la partita più sentita, storica ed affascinante dell’intero panorama calcistico britannico. Anzi, addirittura europeo. Nella prossima puntata, vi racconterò del famoso derby dell’east-end londinese, quello fra West Ham e Milwall. Quello che tra film e libri (“ICF” di Cass Pennant o Non piacciamo, non importa! di Andrew Woods) è diventato il preferito dagli ultras italiani.

Oggi, però, parleremo di qualcosa di diverso. Di più radicato e forse meno glamour. Una rivalità feroce, nata circa 5 secoli fa e che tuttora preoccupa le autorità.

Il principio. Inghilterra, anno domini 1530. A seguito di un decreto regio firmato da sua maestà Enrico VIII, tutte le attività dedite al trasporto fluviale del carbone nella zona del Tyneside dovranno insindacabilmente passare dal lungofiume di Newcastle e non più da quello di Sunderland. Una scelta governativa, che sposterà l’asse della crescita economica inesorabilmente verso i primi a discapito dei secondi. Una decisione che cambierà per sempre i rapporti fra le due città. Un provvedimento che darà involontariamente il via a quella che diventerà la contesa più sentita d’Inghilterra.

Guerra Civile. Col passare degli anni e l’evolversi delle situazioni geo-politiche del paese, le due città si schierarono sempre più su posizioni contrastanti. Per esempio, nel “decennio” in cui la Gran Bretagna fu martoriata da una pesante guerra civile, Newcastle si palesò in favore dei “Royalist” di Re Giorgio, mentre Sunderland appoggiò apertamente le idee repubblicana di Cromwell. Una frattura che si trascinò nel tempo, fino a sfociare nella battaglia del 1644, dove Newcastle – fedele alla dinastia degli Hannover – venne assoggettata da una Sunderland filo scozzese e spalleggiata dalla casata degli Stuart.

Il Football. A seguito della nascita del popolare gioco del calcio, il conflitto finì inesorabilmente per spostarsi sul rettangolo verde e soprattutto sugli spalti. Il primo match ufficiale tra le due compagini risale addirittura al 1888, in F.A. Cup: Sunderland 2, Newcastle 0. Da quel lontano pomeriggio di oltre 130 anni fa, i due club si sono sfidati la bellezza di 152 volte. Al momento, il pallottoliere è sostanzialmente in equilibrio con 53 vittorie bianconere, 49 pareggi e 52 successi biancorossi. Tuttavia, la sfida resta più che altro un duello tra due popoli che si detestano e non più una disputa tra due squadre che tentano di sopraffarsi sul campo.

 

 

 

 

 

Gradoni. Il Derby del nord o come preferiscono chiamarlo gli inglesi il “The Tyne Wear derby” è da sempre una delle partite più a rischio di tutta la nazione. Il clima, generalmente già molto caldo di per sé, diventa bollente in occasione del confronto tra le due rivali e le autorità inglesi si vedono spesso costrette a prendere provvedimenti speciali per evitare il peggio. Nella biografia di questo confronto è successo praticamente di tutto.

Andiamo con ordine.

Nel 1990, durante i playoff di Second Division, i tifosi del Newcastle invasero il campo sul 2 a 0 per i Black Cats costringendo l’arbitro a sospendere il match.

Nel corso del campionato 1995/96, furono invece vietate per motivi di ordine pubblico le trasferte dei Magpies al “Roker Park” (vecchio impianto del Sunderland) e viceversa quelle del Sunderland al St. James’Park.

Nel 2002, le opposte fazioni si diedero un appuntamento a “tavolino” per uno scontro fra hooligans nei pressi della banchina del porto sul fiume Tyne. Scotland Yard fermò successivamente 28 persone e la giustizia condannò a 4 anni di reclusione i leader di entrambe le firm.

Nell’Aprile del 2003, furono addirittura 95 le persone arrestate al termine dei disordini causati dalle opposte tifoserie prima del match valido per le qualificazioni ad “Euro 2004” tra Inghilterra e Turchia. La partita della nazionale – in programma allo “Stadium of Light” di Sunderland – fu soltanto un clamoroso pretesto per un regolamento di conti fra bande.

Nel Gennaio 2011, sempre allo “Stadium of Light” di Sunderland, un tifoso biancorosso fece invasione con l’intento di aggredire il portiere del Newcastle Steve Harper.

Nel più recente Aprile 2013, al termine di un derby perso a domicilio dai Magpies, gli stessi “tifosi” tentarono di entrare a contatto con gli ospiti all’esterno dello stadio, dando vita ad un post partita fra i più movimentati del nuovo millennio. Alla fine risultò un pomeriggio da bollino nero, con 3 agenti feriti e ben 29 persone arrestate.

Ad ogni modo, per riassumere il tutto, basterebbe semplicemente riportare una citazione del libro “Local derbies in the Uk” scritto da Luca Garrino: “A Sunderland, c’è chi sostiene di non esser nemmeno mai passato da Newcastle. Una scelta, per il troppo odio e la troppa rivalità verso quella città.”

Che altro aggiungere? Parliamo di calcio giocato che è meglio.

Successi e soprannomi. Ora, al netto della papabile tensione che si respira nel giorno più atteso da ambo le parti, bisogna giustamente sottolineare come questi due club abbiano contribuito in maniera sostanziale a scrivere la storia del calcio d’Oltremanica.

Il Newcastle, soprannominato “Magpies”(le gazze) per via della maglietta a strisce bianconere che indossano ininterrottamente dal lontano 1894, ha una bacheca di tutto rispetto: 4 scudetti, 6 F.A. Cup, una Charity Shield, una coppa delle Fiere ed un trofeo Intertoto. Nonostante l’ultimo successo festeggiato porti una data arcaica (Coppa d’Inghilterra del 1955), la squadra gode di un seguito vastissimo, con il St. James’ Park che vanta una media spettatori fra le più alte d’Europa.

Non sono da meno i rivali. Il Sunderland, conosciuto anche con il particolare nomignolo di “Black Cats”(un soprannome riconducibile ad una leggenda “da spogliatoio” prima della finale di Wembley del 1937), può vantare 6 titoli d’Inghilterra, 2  F.A. Cup e un Charity Shield. Non solo però, già perché il 26 dicembre 2018 i biancorossi hanno anche stabilito il nuovo record di presenze in una partita di terza serie: 40’039 spettatori per il “Boxing Day” contro il Bredford (deciso dal gol dell’ex ala del Celtic McGeady).

Giorni nostri. Ad oggi, il Newcastle di Rafa Benitez combatte per rimanere fuori dalla “Relegation Zone”, mentre il Sunderland sta risalendo la china dopo una clamorosa doppia retrocessione che li ha scaraventati dalla luce della Premier League ai bassifondi della League One.

Si, ma tornando al titolo, che c’entra Netflix?

Beh, semplicemente perché la piattaforma californiana ha realizzato un documentario denominato “Sunderland ‘till I Die”, una mini serie di 8 puntate dove la doppia retrocessione viene raccontata senza filtri dai tifosi, cioè da coloro che giorno dopo giorno soffrono per il club. Una storia toccante, fatta di tradizioni, orgoglio operaio e senso d’appartenenza. Un documentario che non poteva lasciare indisturbati gli acerrimi rivali del Newcastle. Ecco allora che la tifoseria del Magpies si è presenta in massa (oltre tremila) allo “Stadium of Light”, per sostenere la propria squadra under 23 nel derby contro gli odiati “cugini”, intonando per tutta la gara un provocatorio We saw you cry on Netflix!”. Neanche a dirlo: “vi abbiamo visto piangere su Netflix!”

Insomma il derby, quello del nord, non è una semplice partita ma una faccenda quotidiana che durerà in eterno.

 

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