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Calcio

TRIPLICE FISCHIO – Conte e un comportamento sbagliato. Il Milan non conosce la fatica, Gattuso è un esempio

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Tra Serie A e coppe varie non c’è più tempo di respirare. E meno male, dirà qualcuno, ma episodi accaduti nell’ultima giornata meritano di essere confermati senza essere tralasciati.

L’Inter, dopo la vittoria europea contro il ‘Gladbach, vince contro il Bologna per 3-1: sugli scudi un insaziabile Lukaku e un Hakimi tornato in ottima forma. Sul campo non c’è stata storia: la squadra nerazzurra si è dimostrata ampiamente superiore a quella di Mihajlovic che, nonostante il cambio modulo, non ha saputo contrastare le offensive dell’avversario. A far discute, però, è altro: a pochi sgoccioli dalla fine, infatti, Conte ha avuto la “brillante” idea di far entrare Eriksen in campo. Nella vita bisogna essere comprensivi, ma qui stiamo assistendo a un’ingiustizia che, con il calcio, non ha nulla a che fare. I rapporti tra l’allenatore e il danese sono tesi, tesissimi, ma danneggiare così uno dei calciatori più forti degli ultimi anni ha davvero poco senso. Innanzitutto, perde credibilità un allenatore, viene poi demoralizzato ancor di più un calciatore e – infine – nemmeno la maggior parte dei tifosi si ritrova con questi atteggiamenti infantili. Eriksen, durante la pausa delle Nazionali, si è sfogato riguardo questa situazione; la punizione di Conte, però, sembra troppo dura anche perché sicuramente danneggia in qualche modo lo spogliatoio. Gennaio è vicino, la cessione del danese sarà imminente, ma non sarebbe meglio metterlo fuori rosa fino a quella data? Non si farebbe male nessuno, più di così.

Da una milanese all’altra, questa volta non ci sono polemiche ma solo sorrisi e qualche incertezza in più. Il Milan continua a vincere e lo fa anche in trasferta, contro la Sampdoria. Ogni settimana cerchiamo, quasi a volerci giustificare, ulteriori dati per motivare i successi del Diavolo: anche in questa occasione c’è qualcosa di nuovo. Oltre l’assenza di Ibra, a Marassi mancava anche Kjaer, perno della difesa del Milan ai box per un infortunio rimediato contro il Celtic, in Europa League. Ecco dunque che ci colleghiamo anche all’altro dato, perché il Milan si è imposto a Genova dopo aver superato brillantemente le fatiche di EL, anche perché ribaltare gli scozzesi da 0-2 a 4-2 ha implicato molta fatica. Questa squadra, però, la fatica non la sente. Anzi, se la fa amica. Pioli, a fine gruppo, ha ribadito alla ai suoi calciatori di trovarsi di fronte a una grande squadra. Ora è difficile dire il contrario. I più scettici avevano previsto una caduta del Milan proprio in queste settimane: il Milan non solo non cade ma ogni settimana ha qualche certezza in più. Ultimo dato: la grinta del gruppo, anche delle secondo linee, se di seconde linee possiamo parlare: Castillejo entra in campo e segna, subito. Questo è sintomo di unione, di forza e di determinazione. Quella che ha Pioli, quella che ha questo bel Milan.

Questa settimana chiudiamo con un personaggio che parla, parla tanto. La differenza, tra lui e molti altri, è che quando parla lo fa con intelligenza e non tanto per aprire bocca: il suo nome è Gennaro Gattuso. Dopo la splendida vittoria esterna contro il Crotone, Gattuso ha detto: “Non possiamo educare i figli come ci hanno educato i nostri padri, vale la stessa cosa per i calciatori. A me la musica negli spogliatoi non piace, ma si usa e quindi bisogna accettarlo. Oggi non puoi essere troppo martello su queste cose”. Qui non c’è poco da dire. Gattuso ha detto una cosa precisa: i tempi sono cambiati, il calcio è cambiato, i calciatori non sono più quelli di una volta. Ci si deve comportare con coerenza rispetto al periodo storico in cui ci troviamo. Gattuso questo lo fa, ecco perché si infuria quando la sua squadra non da il massimo: non chiede molto, ma quello che vuole deve essere fatto per bene. Onore a Rino.

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