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Calcio

100 Storie Rossoblù: 22 Montesanto, 21 Pecci, 20 Puricelli

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Un viaggio lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui, ogni lunedì, mercoledì e venerdì.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)
– 79 (Jensen), 78 (Pilmark), 77 (Zagorakis)
– 76 (Kolyvanov), 75 (Gilardino), 74 (Demarco)
– 73 (Seghini), 72 (Marronaro), 71 (Rauch)
– 70 (Marazzina), 69 (Arnstein), 68 (Detari)
– 67 (Cusin), 66 (Eneas), 65 (De Ponti)
– 64 (Paris), 63 (Giordani), 62 (Fontolan)
– 61 (Cruz), 60 (Muzzioli), 59 (Pagotto)
– 58 (Maschio), 57 (Mayer), 56 (Perin) 
– 55 (Chiodi), 54 (Negri), 53 (Kone)
– 52 (Cappello IV), 51 (Maini), 50 (Capra)
– 49 (Bernabeu), 48 (Mancini), 47 (De Marchi)
– 46 (Alberti II), 45 (Pavinato), 44 (Gradi)
– 43 (Fogli), 42 (Badini II), 41 (Cresci)
– 40 (Diamanti), 39 (Genovesi), 38 (Tumburus)
– 37 (Cervellati), 36 (Ingesson), 35 (Janich)
– 34 (Ceresoli), 33 (Villa), 32 (Baldi)
– 31 (Della Valle), 30 (Roversi), 29 (Gasperi)
– 28 (Pagliuca), 27 (Nervo), 26 (Paramatti)
– 25 ((Torrisi), 24 (Fiorini), 23 (Marocchi)

22 – Mario Montesanto
Arriva a Bologna poco più che ventenne per fare il centromediano, diventa invece mediano destro per via di un’intelligenza tattica superiore che gli permette di giostrare anche oltre la linea di centrocampo nonostante una tecnica non eccellente. Sopperisce con corsa, fisico, serietà e abnegazione: grazie a queste qualità diventa uno dei perni su cui si poggia “il Bologna che tremare il mondo fa”. Arrivato ragazzo da Venezia, passa l’intera vita calcistica a Bologna: 12 stagioni, 310 presenze, protagonista in 4 Scudetti, 2 Coppe Europa e il Torneo dell’EXPO di Parigi. In Nazionale non sfonda, chiuso da grandissimi campioni e dalla relativa rarità degli impegni internazionali, ma sotto le Due Torri è idolo amatissimo. Un amore ricambiato e che lo porterà a restare a vivere in città fino alla morte, avvenuta quando era prossimo agli ottant’anni.

21 – Eraldo Pecci
Un vero romantico, Eraldo Pecci. Uno di quei giocatori che giocano per professione ma principalmente per passione, seri professionisti eppure fantasiosi come solo chi non ha scordato i primi calci da bambino può fare. Si mette in mostra come ragazzo prodigio nell’ultimo grande Bologna, ma i rossoblù sono in fase discendente e lo devono cedere. Ne approfitta il Torino, che grazie alla sua lucida regia sublima il talento di Claudio Sala e la capacità realizzativa della coppia Graziani-Pulici vincendo un incredibile Scudetto. S’innamora ricambiato dei colori granata, ma non dimentica il Bologna amore di gioventù, al quale torna a trentuno anni per giocare tre stagioni dopo un’esperienza importante anche alla Fiorentina e una toccata e fuga a Napoli. Il ritorno in rossoblù è positivo, almeno fino a quando Maifredi non decide che ci vuole più corsa nel mezzo. Prima di partire per Vicenza, dove chiude la carriera, fa in tempo a istruire Marocchi su cosa significhi giocare a calcio. Divertimento? Si. Ma il divertimento è vincere.

20 – Héctor Puricelli
Messosi in luce in Uruguay, terra di nascita, con il Central Español, arriva in Italia, terra di adozione, per vestire la maglia rossoblù nel 1938. Attaccante estremamente prolifico, scopre in Italia il gioco aereo – che in Uruguay non è praticato – e ne diventa in breve uno specialista, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Testina d’Oro” per la facilità con cui inzucca in rete i precisi cross di Biavati e compagni. In cinque stagioni al Bologna mette insieme 145 presenze e 96 reti che gli valgono due titoli di capocannoniere e due Scudetti. Passa successivamente al Milan, e in quattro stagioni continua a segnare con continuità impressionante prima di chiudere nel Legnano in B, ancora con il gol che arriva frequente nonostante l’età avanzata. Avrà anche una buona carriera da allenatore, vincendo un campionato di C e uno di B con il Varese e poi uno Scudetto alla guida del Milan.

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