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Calcio

100 Storie Rossoblù: 31 Della Valle, 30 Roversi, 29 Gasperi

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Un viaggio lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui, ogni lunedì, mercoledì e venerdì.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)
– 79 (Jensen), 78 (Pilmark), 77 (Zagorakis)
– 76 (Kolyvanov), 75 (Gilardino), 74 (Demarco)
– 73 (Seghini), 72 (Marronaro), 71 (Rauch)
– 70 (Marazzina), 69 (Arnstein), 68 (Detari)
– 67 (Cusin), 66 (Eneas), 65 (De Ponti)
– 64 (Paris), 63 (Giordani), 62 (Fontolan)
– 61 (Cruz), 60 (Muzzioli), 59 (Pagotto)
– 58 (Maschio), 57 (Mayer), 56 (Perin) 
– 55 (Chiodi), 54 (Negri), 53 (Kone)
– 52 (Cappello IV), 51 (Maini), 50 (Capra)
– 49 (Bernabeu), 48 (Mancini), 47 (De Marchi)
– 46 (Alberti II), 45 (Pavinato), 44 (Gradi)
– 43 (Fogli), 42 (Badini II), 41 (Cresci)
– 40 (Diamanti), 39 (Genovesi), 38 (Tumburus)
– 37 (Cervellati), 36 (Ingesson), 35 (Janich)
– 34 (Ceresoli), 33 (Villa), 32 (Baldi)

31 – Giuseppe Della Valle
Uno dei campioni più completi non solo del Bologna ma dell’intero calcio italiano nell’anteguerra, Giuseppe Della Valle era il terzo fratello (di tre) di una nobile famiglia: i suoi fratelli avevano contribuito a fondare il Bologna e vi avevano militato nei primi anni, ma “Geppe” li surclassò, diventando uno dei volti più noti del calcio pionieristico italiano. Schierato da Felsner alle spalla di Schiavio, si scambiava sovente di posizione con quest’ultimo, aiutato da un fisico asciutto e potente e da una completezza tecnica come poche se ne erano viste prima: sapeva dribblare senza esagerare, impostare, concludere, fraseggiare grazie all’ottimo tocco di palla o sfondare di potenza grazie al fisico e al grande coraggio. Ingegnere, lasciò il calcio per sopraggiunti impegni professionali: quando ciò accadde, nel 1931, a 32 anni aveva conquistato due Scudetti ed era stato uno dei primi eroi della Nazionale italiana, partecipando alle Olimpiadi del 1924. Epici due episodi tra i tanti: il “pokerissimo” rifilato al Milan in un Milan-Bologna 0 – 8 e l’autogol dello spagnolo Pedro nell’inaugurazione dello Stadio “Littoriale”, propiziato da un suo preciso colpo di testa che beffò il mitico Zamora. Una volta ritiratosi è stato consigliere e vice-presidente rossoblù.

30 – Tazio Roversi
Terzino di posizione, cresce sul modello di Tarcisio Burgnich nelle giovanili del Bologna, dove è arrivato a 16 anni dalla provincia lombarda. Supera un brutto infortunio in gioventù, quindi si impone titolare e tale rimane per oltre un decennio, collezionando la bellezza di 459 gare con la maglia rossoblù, secondo di sempre. In Nazionale non riscuote successo, vista l’enorme concorrenza e una squadra, il Bologna di quegli anni, via via sempre meno competitiva. Eppure Tazio c’è sempre, è sempre una certezza, e benché chiuda nel Carpi le sue 16 stagioni a Bologna sono significative, rappresentando una storia d’amore non casuale né comune. Rientra come tecnico delle giovanili, poi purtroppo un tumore se lo porta via in modo terribile (e sospetto) nel 1999, poco più che cinquantenne.

29 – Felice Gasperi
Quattordici stagioni nel Bologna, diciotto a metterci le giovanili. Oltre 400 gare, 4 Scudetti e 2 Coppe Mitropa. Una vita in rossoblù per questo ragazzo di Bologna che esordisce come mezzala di discreto spessore e che viene arretrato in difesa da una delle tante geniali intuizioni del “santone” Felsner, che vede in lui la giusta combattività per intimorire qualsiasi avversario. Fascia in testa, Gasperi si adatta bene al nuovo compito nonostante un iniziale tentennamento, e diventa una delle bandiere della squadra che fa tremare il mondo. In Nazionale è chiuso da campioni più completi di lui come Umberto Caligaris e Virginio Rosetta della Juventus, tuttavia in pochi hanno la sua spietatezza sull’uomo e la sua grinta. Si ritira a 34 anni, chiudendo una carriera che ha avuto pochi eguali. Le sue tantissime gare in rossoblù diventano un’enormità considerando gli anni in cui sono state conseguite, dove le stagioni calcistiche erano senz’altro più brevi di quelle attuali. Muore quasi ottantenne dopo essere fuggito dalla clinica nella quale è ricoverato.

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