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Calcio

Da “Foot-ball” a “Calcio”: storia del primo Campionato in Italia – 25 gen

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Giunto in Italia, come in ogni altra parte del mondo, tramite gli inglesi che per lavoro alla fine del XIX° secolo si spostavano nelle città costiere, il football nel nostro Paese ci mise diversi anni a prendere piede e considerazione: i primi resoconti raccontano di partite disputate sulle banchine dei moli tra gli stessi marinai britannici, con la popolazione locale che osservava incuriosita e da cui veniva di tanto in tanto prelevato qualche elemento se finiva per mancare il numero necessario al gioco. Tenendo presente che in Inghilterra il primo campionato ufficiale si svolse nel 1888, si consideri che in Italia il gioco era arrivato appena un anno prima, se togliamo le estemporanee esibizioni straniere: a portare il primo pallone di cuoio non fu però un inglese, ma un nostro compatriota.
Il suo nome era Edoardo Bosio. Figlio del fondatore del primo birrificio in Italia, ragioniere, lavorava per una società tessile britannica e per lavoro era stato a lungo in terra d’Albione, conoscendo il football e restandone folgorato insieme al canottaggio, sua disciplina sportiva preferita. Nel 1887, quando il primo campionato inglese era prossimo a partire e già da tempo si giocava la F.A. Cup, Bosio fondò il “Football & Cricket Club”, gruppo sportivo che si sarebbe occupato appunto di football, cricket e canottaggio, all’epoca tra gli sport più in voga in Italia. Fondata la squadra, però, Bosio si rese presto conto che al di là di qualche amichevole interna non si sarebbe potuti andare: mancava infatti un’avversaria, che fu finalmente individuata due anni dopo nella “Nobili Torino”, squadra fondata nel 1889 sotto il patrocinio di Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi e che riuniva nobili e operai di una ditta di ottica. Il giovane Luigi Amedeo aveva conosciuto il football dopo essersi recato in America, imbarcato come guardiamarina a bordo della nave Amerigo Vespucci. Si può quindi senz’altro dire che pionieri del football in Italia furono veri e propri avventurieri: Bosio infatti fu atleta polivalente e tra i primi registi e fotografi del Belpaese, mentre il Duca degli Abruzzi fu noto esploratore, alpinista e ammiraglio.

Football e non calcio. È infatti così che il nuovo sport viene chiamato nelle prime decadi di vita anche in Italia, con la sostituzione del termine che avverrà sotto una spinta nazionalista che ancora è ben lontana dall’avvenire e che porterà poi il Fascismo a tentare di ricostruire la storia di questo sport facendone risalire erroneamente le origini al “Calcio in Costume” praticato a Firenze nel Medioevo e solo dopo aver tentato di soffocare l’entusiasmo che questo sport “straniero” genera nel cuore degli italiani attraverso squallidi tentativi di inventare un proprio sport nazionale, la “Volata”.

Ma torniamo a dove eravamo rimasti. Se a Torino, grazie a Edoardo Bosio da una parte e il Duca degli Abruzzi dall’altra, il football si è diffuso prendendo finalmente campo, anche a Genova si fanno le cose sul serio: il 7 settembre 1893 nasce infatti il “Genoa Cricket & Football Club”, che viene considerato tuttora il club calcistico più antico d’Italia nonostante il fatto appurato che a Torino non solo fossero già sorte due squadre, ma che queste nel 1891 si fossero fuse in un unico sodalizio. Il “Football & Cricket Club” di Bosio, unendosi alla “Nobili Torino”, diede infatti vita a un club noto come “Internazionale Torino”, che naturalmente si vantava di essere la squadra più forte del Paese e che iniziò un’accesa rivalità a parole con i vicini liguri.


Il Genoa è tutt’oggi considerato il primo club calcistico nella storia in Italia sia perché è l’unico ancora in attività e poi per il fatto di poter vantare il più antico atto costitutivo esistente. Bisogna tenere presente che all’inizio il football in Italia si svolse senza una vera federazione di riferimento, per cui tutto ciò che successe prima della nascita della “Federazione Italiana Foot-ball” non va considerato se non ufficiosamente. È per questo motivo che la prima partita giocata nel nostro Paese è considerata quella datata 6 gennaio 1898 e che si svolse al “Campo Sportivo di Ponte Carrega”: il Genoa venne sconfitto per 1 a 0 da una rappresentativa formata da membri di “Internazionale Torino” e “F.C. Torinese” più un giocatore, Fausto Ghigliotti, che lo stesso Genoa aveva prestato agli avversari. Figlio di uno spedizioniere, e per questo entrato in contatto con gli inglesi in tenera età, Ghigliotti sarebbe stato in futuro una bandiera del Genoa dei primi anni pionieristici.

La partita fu decisa da un gol del Marchese John “Jim” Savage, in patria comparsa e poco più nel Notts County ma che in Italia ebbe un’importanza incredibile nello sviluppo del football. Come detto, fu lui a segnare il primo gol di cui si abbia testimonianza ufficiale, circostanza che si sarebbe ripetuta per lui anche nel primo Campionato Italiano di calcio. Inoltre fu tra i fondatori, negli anni successivi, di quella che sarebbe diventata la squadra più vincente d’Italia, la Juventus, di cui fu il primo straniero. Insieme a lui e al Duca di Savoia, giocava nell’Internazionale Torinese anche un certo Herbert Kilpin: originario di Nottingham, era giunto a Torino per lavorare nella ditta di Edoardo Bosio e in seguito, spostatosi a Milano, avrebbe fondato il Milan diventando una figura chiave del football in Italia. Egli ricorda così nelle sue memorie il modo ancora primordiale in cui il calcio era percepito dagli italiani, ben lontano dagli standard inglesi.

“Mi rimboccai i calzoni, deposi la giacca ed entrai in gara. Mi avvidi presto di due cose assai curiose. Prima di tutto, non c’era ombra dell’arbitro; in secondo luogo, col passar dei minuti, la squadra italiana avversaria andava sempre più ingrossandosi. Ogni tanto uno del pubblico, entusiasmato, entrava in giuoco, sicché ci trovammo presto a lottare contro una compagine formata da almeno venti giocatori. Ciò non ci impedì di vincere 5 a 0.”

La sfida tra i genoani e i torinesi fu un successo: la gara, giocata sotto la direzione di tale Reverendo Richard L. Douglas, fu seguita da poco più di 200 spettatori e portò in tasca agli organizzatori la bella cifra di 100 lire. Tra il pubblico erano presente le famiglie di numerosi soci inglesi del Genoa, tra cui quelle di George Fawcus e George Blake. Entrambi imprenditori e soci fondatori del Genoa, anch’essi sarebbero state figure chiave nello sviluppo del calcio in Italia: Fawcus sarebbe stato in seguito giocatore e presidente del “Grifone”, mentre Blake per lavoro si sarebbe spostato in Sicilia all’inizio del ‘900 fondando “l’Anglo-Palermitan Athletic & Football Club” – che in seguito sarebbe diventato il Palermo e la cui maglia agli esordi fu rossa e blu proprio per omaggiare il Genoa – prima di morire ancora giovane per una malattia tropicale contratta durante uno dei suoi numerosi viaggi.

Tornando alla sfida di quel 6 gennaio del 1898, il successo non riguardò solo l’incasso, o lo spettacolo che comunque filò via senza incidenti nonostante i timori iniziali che avevano portato all’assunzione di ben tre guardie municipali – pagate 2 lire ciascuna. Quel giorno fu un successo perché si dice che proprio al termine di quella gara i calciatori di Genova e Torino concordarono sul formare la prima federazione calcistica italiana: poco più di un mese dopo, il 16 marzo 1898, nasceva a Torino la F.I.F. (“Federazione Italiana Foot-ball”), che si pose come immediato obbiettivo la creazione del primo “Campionato Federale di Football”. Venne infine decisa anche la data in cui questo torneo si sarebbe svolto: quattro squadre si sarebbero contese il titolo di Campione d’Italia domenica 8 maggio, e il teatro dello scontro sarebbe stato il “Velodromo Umberto I” di Torino.

(Continua domenica 1° febbraio) 

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