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Calcio

100 Storie Rossoblù: 67 Cusin, 66 Eneas, 65 De Ponti

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Un viaggio giornaliero lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)
– 79 (Jensen), 78 (Pilmark), 77 (Zagorakis)
– 76 (Kolyvanov), 75 (Gilardino), 74 (Demarco)
– 73 (Seghini), 72 (Marronaro), 71 (Rauch)
– 70 (Marazzina), 69 (Arnstein), 68 (Detari)

 

67 – Nello Cusin
Promettente guardiano dei pali quando la Lazio lo acquista nemmeno ventenne, non riesce mai ad esordire ed è costretto a ripartire dall’Ospitaletto in Serie C2. Lì viene notato dal Bologna di Maifredi, con cui finalmente trova un posto da titolare e riesce a raggiungere prima la promozione in Serie A e poi a disputare anche la Coppa UEFA. Le sue prestazioni, in una squadra di bassa classifica che subisce molto, sono comunque ottime, tanto che sono diversi i team di alto spessore accostati al suo nome. Invece, inspiegabilmente e nonostante le indubbie qualità messe in mostra, terminata l’esperienza bolognese non trova più una squadra che gli conceda fiducia, finendo per fare il secondo (di qualità) a Brescia e Pescara prima di concludere la carriera nelle serie minori. Adesso è un apprezzato allenatore dei portieri a Modena.

 

66 – Enéas de Camargo
Idolo della torcida della Portuguesa, questo funambolo brasiliano sbarca a Bologna nel 1980 generando enormi aspettative tra i tifosi. In effetti in patria si è dimostrato una mezzapunta particolarmente tecnica ed efficace, tanto da conquistare anche la Nazionale brasiliana, dove tra il 1974 e il 1976 ha giocato tre gare segnando un gol. Schierato in coppia con Salvatore Garritano, delude le aspettative non appena i rigidi climi invernali si mostrano: per lui, che mai aveva visto la neve, l’Italia non è decisamente il Paese più adatto. La nostalgia di casa, la scarsa vita sociale e non ultimo un brutto infortunio che lo tiene fuori per buona parte della stagione lo convincono nell’estate del 1981 a tornare in Brasile, lasciando al Bologna un 7° posto, 14 presenze, 3 reti e tanta simpatia. Ingiustamente considerato un “bidone”, fu invece un buon giocatore semplicemente fuori contesto. I tifosi lo presero in simpatia e ne piansero la morte nel dicembre del 1988, quando un incidente stradale mise fine alla sua vita ad appena 34 anni.

65 – Gianluca De Ponti
Scanzonato, estroso in campo e stravagante fuori. Lo chiamavano “Figlio delle Stelle”, i tanti tifosi che in tutta Italia hanno applaudito le gesta di “Gil” De Ponti, attaccante fiorentino che si è “fatto da se” nelle serie minori guadagnandosi così la chiamata nel calcio che conta. Nel Bologna avrà due esperienze: nella prima segna all’esordio nella vittoria in trasferta dei rossoblù contro l’Inter di Facchetti, nella seconda trova la squadra in B per la prima volta, scende con essa in C1 e la riporta nuovamente in B. Nel mezzo gli anni migliori, ad Avellino, in Serie A, idolo della curva. Dopo, la chiusura di carriera a Malta, chiamato dall’amico Adelmo Paris. Non segnava moltissimo, ma la sua generosità e la sua versatilità, oltre che le indubbie doti di inventiva, lo resero un idolo dei tifosi di tutte le squadre in cui ha giocato.

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