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Calcio

100 Storie Rossoblù: 91 Rubio, 90 Macina, 89 Matosic

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Un viaggio giornaliero lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)

91 – Hugo Rubio

Cileno, figlio d’arte, Rubio era una punta rapida e tecnicamente sontuosa che in Italia ebbe molta sfortuna passando forse immeritatamente alla storia come bidone. Fermato inizialmente da un brutto infortunio che gli costò sei mesi di stop, non riuscì a tornare ad un livello accettabile e finì per lasciare Bologna senza aver segnato neanche una rete nella sua unica stagione in Italia. Meglio gli è andata con la Nazionale, dove ha giocato 36 gare segnando 12 reti. Si dice che ai tempi Luigi Maifredi lo preferì ad un giovane e promettente compatriota, Ivan Zamorano, che in seguito sarà apprezzatissimo bomber di Real Madrid, Inter e Nazionale cilena.

90 – Marco Macina

Sanmarinese, talento purissimo, dovrebbe rappresentare il volto nuovo del calcio italiano quando passa al Milan tra squilli di tromba e tante, troppe, attese. Ne esce fuori invece un ragazzo fragile fisicamente e caratterialmente, che in seguito ad un brutto infortunio si deprime e lascia il mondo del calcio poco più che venticinquenne, avendo solo sfiorato, in un’estate che sembrava promettere un futuro radioso, il grande calcio che sembrava aspettarlo. Il suo nome torna alle cronache quando Roberto Mancini, per descrivere Mario Balotelli ed il rischio che finisca per sprecare il proprio talento, dice in un’intervista che gli ricorda un suo compagno in rossoblù, che era forse più bravo di lui. Il Mancio si riferisce proprio a quella splendida meteora che fu Marco Macina, talento perduto ma sul quale chiunque avrebbe scommesso. I misteri del calcio.

89 – Frane Matošić

Rivelatosi fin da subito in patria bomber implacabile, Frane Matošić arriva al Bologna nella stagione 1942-43 grazie all’annessione della Dalmazia al Regno d’Italia che ne rende possibile il tesseramento e tutti si attendono valanghe di reti. Nonostante il tecnico Fellsner lo impieghi come interno e non nel naturale ruolo di centravanti (occupato dall’inamovibile Puricelli) nella sua unica stagione italiana Matošić sigla 13 reti in 28 partite, dimostrandosi giocatore dalla classe enorme. Il sopraggiungere della guerra ne causa il ritorno in patria, dove a conflitto concluso torna a vestire la maglia dell’Hajduk Spalato dove aveva cominciato, prima da giocatore e poi da allenatore. Con la Jugoslavia conquista la medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1948.

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