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100 Storie Rossoblù: 100 Bernacci, 99 Wome, 98 Coelho

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Inizia oggi un viaggio giornaliero lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui.  

100 – Marco Bernacci
Centravanti alto e longilineo, arriva al Bologna nel 2008 sulla scia di un ottimo campionato in B con l’Ascoli, 16 reti senza un rigore. I rossoblù lo pagano quasi 5 milioni, ma rimane sotto le Due Torri appena una stagione, gioca poco e segna una sola rete, peraltro su rigore. Più che i mezzi fisici e tecnici, che lo rendono un prospetto “alla Luca Toni”, è caratterialmente che il ragazzo sembra convincere poco: si butta giù facilmente, sorride poco. Sono segnali chiari.
Torna in prestito all’Ascoli, quindi va al Torino e si perde, ritirandosi momentaneamente per depressione. Finalmente guarito, torna in un calcio che più gli si confà a livello di pressioni e finisce neanche trentenne nelle serie minori italiane pur avendo numeri decisamente fuori categoria. 

99 – Pierre Womé

Terzino sinistro dal talento assai discontinuo, arriva giovanissimo in Italia dopo essersi affermato in patria nel Canon Yaoundé. Solo a Bologna trova una certa continuità, dopo esperienze a Vicenza, Lucchese e Roma prima. Durante la sua permanenza in rossoblù si afferma anche in Nazionale: nel 2000 conquista l’oro alle Olimpiadi con il Camerun, realizzando tra l’altro il rigore decisivo in finale, quindi nel 2002 vince la Coppa d’Africa. Prestazioni che gli valgono esperienze in Inghilterra (Fulham) e Spagna (Espanyol) prima di un grigio ritorno in Italia con Brescia e Inter che danno il via al declino di una carriera che lo vede vivacchiare in Germania prima di un ritorno in Camerun e poi nei dilettanti francesi, dove gioca attualmente. Il punto di svolta negativo della sua carriera nel 2005, quando all’ultimo minuto contro l’Egitto sbaglia il rigore che avrebbe portato i “Leoni Indomabili” ai Mondiali di Germania: contestato pesantemente in patria, minacciato anche fisicamente, non si riprende praticamente più.

98 – Dyego Rocha Coelho
Esterno destro brasiliano, viene ricordato fuori da Bologna per la brutale spallata con cui stende “Foquinha” Kerlon durante un match in patria, gesto che da il via a una rissa e che gli costa due mesi di squalifica. Sotto le Due Torri invece la sua impalpabile presenza passerebbe quasi sotto traccia se non fosse che il pubblico del “Dall’Ara” ricorda i numeri da circo che esegue nel riscaldamento o tra un tempo e l’altro, numeri che puntualmente quando serve, su un campo vero e con avversari veri, non vengono mai ripetuti anche perché le occasioni a dire il vero latitano. Il prosieguo di carriera (Karabükspor, Bahia, Guaratinguetà, Atlético Sorocaba) ne dimostra la poca sostanza tecnica, confermando quella che era stata l’idea dei tifosi rossoblù: e cioè quella di trovarsi di fronte ad un malinconico, “tristo”, clown.

 

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