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I miti dell’Europeo – Italia 1968, la notte di Gigi Riva

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fonte immagine: sportlegnano.it


Dopo la deludentissima spedizione inglese per il Mondiale 1966, la Nazionale Italiana, guidata da Ferruccio Valcareggi si presenta alla vigilia della terza edizione del Campionato Europeo (la seconda per gli Azzurri) tra i favoriti, non solo perché la maggior parte dei componenti della Nazionale si riconfermeranno due anni più tardi, perdendo solo in finale dal Brasile di Pelé, ma anche perché la fase finale del Campionato Europeo si sarebbe svolta in Italia. Tra il 5 e l’8 giugno 1968 tra Napoli, Firenze e Roma si sarebbero svolte semifinali e finali dell’Europeo.

SCETTICISMO – L’Italia del CT Valcareggi destò perplessità fin dalle convocazioni. Nonostante la stagione difficile dal punto di vista fisico, Valcareggi decise che Gigi Riva sarebbe stato parte della spedizione azzurra. Riva solo un anno e mezzo prima, all’Olimpico di Roma, aveva dovuto lasciare il campo gravemente infortunato proprio durante una partita della Nazionale, contro il Portogallo. La diagnosi fu terribile, frattura di tibia e perone. Un infortunio, che pur occorso a marzo non gli impedisce di vincere la classifica cannonieri della stagione 66/67. La lunga riabilitazione e il rientro prima in campo col Cagliari e poi con la Nazionale portano notizie altalenanti. In campionato gioca a singhiozzo, afflitto da un male “oscuro” inizialmente, chiarissimo solo successivamente: la pubalgia. Un problema che negli anni ’60 si poteva curare solo con un metodo, il riposo. E così fece, poche presenze, ma tante reti: 13, nonostante tutto solo due meno del capocannoniere Prati.
Durante le qualificazioni Riva realizzò immediatamente una tripletta contro Cipro, al rientro in Nazionale. Altri tre li mise a segno nelle due partite di qualificazione successive. In quel 1968 diede il suo grande apporto all’Italia, ma tanto non valse per calmare le polemiche riguardo la sua convocazione.

QUANDO GIGI RIVA TORNERÀ – L’Italia continuò a non convincere. Ai quarti di finale in aprile giocati in doppia gara, gli Azzurri, con Prati in campo e marcatore, ebbero la meglio solo nella gara di ritorno in Italia, al San Paolo di Napoli, della non irresistibile Bulgaria.
A giugno la semifinale mise di fronte agli Azzurri la corazzata URSS, che 8 anni prima aveva vinto la prima edizione degli Europei, mentre nell’edizione ’64 si dovette arrendere in finale alla sola Spagna.
La sfida si rivelò molto difficile per gli Azzurri, che in sofferenza dovettero accontentarsi di uno 0-0 e di affidarsi così alla sorte. Il regolamento non prevedeva allora né rigori, né supplementari, e solo la monetina lanciata di fronte agli occhi del capitano azzurro Facchetti diede all’Italia l’accesso alla finale dell’Olimpico.
Fino a quel momento nella fase finale dell’Europeo, Gigi Riva non aveva mai collezionato alcun minuto. Nella finale dell’8 giugno la situazione non cambiò. Riva non andò in campo e la Nazionale soffrì la fortissima Jugoslavia. Il vantaggio di Dzajic sembrava far pendere la contesa a favore degli jugoslavi, ma il pareggio a 10 minuti dal termine di Domenghini trovò il pareggio definitivo. Niente monetina, solo ripetizione del match. La finale si rigiocò due giorni più tardi.
Il momento era arrivato. Una canzone del 1982 del cantautore sardo Piero Marras immagina un futuro in cui “Gigi Riva tornerà”, un futuro utopico, nella speranza che il Cagliari potesse riavere un calciatore come Riva in grado di far vincere la Serie A. Quattordici anni prima però il momento in cui “Gigi Riva tornerà” era però già arrivati. Tra lo scetticismo generale, Valcareggi preferì Riva a Pierino Prati. Fino a quel momento inutilizzato e notoriamente fuori forma dopo la difficile stagione post recupero dalla frattura.
Ben presto la scelta diede ragione al CT. Al 12’, un tiro sbagliato di Domenghini finisce sul sinistro di Riva, Rombo di Tuono controlla e dal suo proverbiale mancino lascia partire un rasoterra forte e teso che si insacca inesorabilmente alle spalle del portiere balcanico. 1-0 Italia. Per gli Azzurri è una liberazione. Così come per Riva. L’Italia vive una partita tranquilla, lontana dai 90 minuti di sofferenza di 48 ore prima. Nel secondo tempo sarà Pietruzzo Anastasi a raddoppiare. Riva è però il vero eroe. Rimesso in campo in occasione della solo ripetizione apre le marcature e quasi fa il secondo gol, galvanizzato dalla rete. È la sua notte. Quando Gigi Riva è tornato. Quando l’Italia vinse il suo unico Campionato Europeo.

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