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Calcio

La route pour France 2016: Il Girone E – 19 mag

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Il Gruppo E è anzitutto il gruppo del Belgio, poi quello dell’Italia. Gli Azzurri (a cui verrà dedicata l’ultima puntata della presente rubrica, ndr) non godono dei favori del pronostico non solo per il successo finale, ma anche per quanto concerne la testa del girone. Sono troppe e troppo luminose le stelle presenti nella rosa dei Diavoli Rossi perché la squadra di Antonio Conte possa essere ritenuta qualitativamente superiore, con buona pace di una tradizione calcistica che vede il Belgio forse per la prima volta alla pari con le big d’Europa. I primi due posti, almento sulla carta, sono dunque già assegnati; occorre solo definire l’ordine. Si prevede battaglia anche per il terzo gradino del podio, che da questa edizione potrebbe comunque consentire l’accesso al turno successivo: l’Irlanda dell’eterno Robbie Keane e la Svezia di Sua Maestà Ibrahimović sono avvisate.

 

 

BELGIO

 

Il fatto che il Belgio si sia qualificato una sola volta nelle ultime sette edizioni degli Europei e per giunta d’ufficio, essendo stato nel 2000 Paese ospitante, la dice lunga su come il vento dalle parti di Bruxelles abbia oggi drasticamente cambiato direzione. Quella sotto la guida di Marc Wilmots è una nazionale completa in ogni reparto, giovane ed esperta allo stesso tempo e ricca di chicche (alias top-players) che esemplificano l’impressionante salto di qualità compiuto dalla scuola fiamminga negli ultimi anni.

Emblema della bontà della fucina belga è Thibaut Courtois, ventiquattrenne portiere che al Chelsea ha già dimostrato di poter non solo eguagliare ma persino superare le gesta dell’ex idolo di casa Petr Čech. Il presente e il futuro sono tra i suoi affidabili guantoni. Di fronte a Courtois la retroguardia si dispone a quattro, con i due difensori del Tottenham Toby Alderweireld (’89) e Ian Vertonghen (’87) pronti a confermare anche sul palcoscenico europeo di essere nel loro ruolo dei veri e propri crack. In Francia Wilmots dovrà rinunciare a Vincent Kompany. Il capitano salterà l’Europeo a causa di un infortunio rimediato nella sfida di Champions tra il suo Manchester City e il Real Madrid. Dovrebbe sostituirlo Nicolas Lombaerts. Piazzandosi nel cuore della difesa, lo stopper dello Zenit farebbe slittare a destra Alderweireld e a sinistra uno tra Vertonghen e Vermaelen, con quest’ultimo che andrebbe a completare una linea a quattro decisamente arcigna in quanto composta per intero da centrali.

Arcigno è anche il centrocampo, nel quale “abbaiano” tre mastini quali Radja Nainggolan, Marouane Fellaini e Axel Witsel. La grinta e il moto perpetuo garantiti dal mediano della Roma si integrano alla perfezione con i piedi buoni e la visione di gioco di Witsel, che dei tre è il più talentuoso, e con la prorompente fisicità dell’ex colonna (di 194 cm!) dell’Everton Fellaini, allo United dal 2013. Difficile oltrepassare il muro eretto dai tre titolarissimi del centrocampo belga, un centrocampo capace di cantare e portare la croce con eguale efficacia.

Davanti la fantasia sale al potere. Le ali nel 4-3-3 di Wilmots sono gli elementi più rappresentativi della squadra: Eden Hazard e Kevin De Bruyne. Il fantasista del Chelsea è già da diverse stagioni uno dei migliori calciatori della Premier League, ma il secondo non ha impiegato molto tempo per raggiungerlo da quando nel 2015 si è trasferito dal Wolfsburg al Man City per la cifra monstre di 74 milioni di euro. I due coetanei (sono entrambi del ’91) proveranno a trascinare il Belgio a suon di gol, assist e giocate d’alta scuola. Li aiuterà chi nello scacchiere di Wilmots andrà ad occupare il posto di centravanti, ossia uno tra Romelu Lukaku, poderoso ariete dell’Everton di cento chili spalmati su un metro e novantadue di altezza, e Divock Origi (’95), a sua volta in ballottaggio con il connazionale Benteke al Liverpool.

Anche in panchina c’è sovrabbondanza di talenti: oltre a due tra i sopracitati bomber, i vari Mignolet, Denayer, Dembélé, Batshuayi, Carrasco e il napoletano Mertens dovrebbero sedersi accanto al ct per poi tornare utili a match in corso o in caso di stanchezza accumulata dall’undici titolare nel corso del torneo. Perché mai come questa volta il torneo del Belgio potrebbe diventare lunghissimo.

 

CONVOCATI

P: Courtois (Chelsea), Mignolet (Liverpool), Gillet (Mechelen).

D: Vertonghen (Tottenham), Alderweireld (Tottenham), Vermaelen (Barcellona), Denayer (Galatasaray), Boyata (Celtic), Lombaerts (Zenit), Engels (Club Brugge), Meunier (Club Brugge), J. Lukaku (Oostende).

C: Witsel (Zenit), Nainggolan (Roma), Dembélé (Tottenham), Fellaini (Man Utd).

A: Origi (Liverpool), R. Lukaku (Everton), Carrasco (Atlético Madrid), De Bruyne (Man City), Hazard (Chelsea), Batshuayi (Marsiglia), Mertens (Napoli), Benteke (Liverpool).

Commissario Tecnico: Marc Wilmots

 

QUALIFICAZIONI

GRUPPO B: BELGIO 23; Galles 21; Bonsia 17; Israele 13; Cipro 12; Andorra 0.

V – P – S: 7 – 2 – 1

Gol fatti – Gol subiti: 24 – 5

Miglior marcatore: Hazard, De Bruyne (5)

 

PARTECIPAZIONI AGLI EUROPEI: 4 – Miglior piazzamento: Secondo posto (1980)

 

STELLE: Eden Hazard, Kevin De Bruyne, Thibaut Courtois

 

 

IRLANDA

 

Dopo aver vinto contro i cugini scozzesi il duello per il terzo posto nel Gruppo D delle qualificazioni, la nazionale della Repubblica d’Irlanda ha staccato il pass per Euro 2016 battendo ai Play-Off la favorita Bosnia di Pjanić e Dzeko, dimostrando cuore e carattere da vendere. In Francia l’asticella si alza. Germania e Polonia, le big incontrate nel girone qualificatorio, lasceranno il posto a Belgio, Italia e Svezia. Saranno proprio gli scandinavi l’avversario da superare nella rincorsa ad un nuovo terzo posto, unico risultato realisticamente alla portata della squadra guidata da Martin O’Neill. L’ex mister di Leicester, Celtic e Aston Villa, succeduto in nazionale a Giovanni Trapattoni nel 2013, punta tutto sullo zoccolo duro made in England. Quasi tutti i calciatori della rosa irlandese, indatti, militano in compagini di Premier e Championship, a cominciare dall’espertissimo portiere dello Stoke City Shay Given, fresco quarantenne con alle spalle più di 600 match con squadre di club e ben 133 con l’Irlanda; il record assoluto appartenente a Robbie Keane dista appena 10 presenze. Giocano in Premier anche i migliori nomi della non irresistibile retroguardia nordirlandese: il centrale John O’Shea (’81), una vita al Man Utd prima di trasferirsi al Sunderland cinque stagioni fa, e il laterale destro dell’Everton Seamus Coleman, tra i top dell’intera rosa. Accanto a loro cresce bene il terzino sinistro classe ’92 Brady, di proprietà del Norwich.

A centrocampo la stella si chiama James McCarthy. Il classe 1990 di Glasgow costituisce la spina dorsale dell’Everton, con cui ha disputato 37 incontri in stagione posizionandosi nel cuore del rettangolo verde, in mediana o qualche metro più avanti. In Francia gli sarà affiancato Glenn Wehlan dello Stoke, con Wesley Hoolahan e Aiden McGeady  larghi nel centrocampo a quattro di O’Neill. Il secondo, funambolica ala con trascorsi al Celtic, allo Spartak Mosca e all’Everton nonché inventore della veronica “McGeady Spin”, è l’elemento dal più alto tasso tecnico del gruppo. Sempre ottima è anche la tecnica di capitan Robbie Keane. La leggenda vivente del calcio irlandese non solo non ha ancora ammainato la vela, ma si appresta a vivere a trentacinque anni l’ennesima esperienza da protagonista con quella maglia verde indossata e onorata più volte di ogni altro. I suoi 67 gol in 143 partite sono un bottino raro, che nemmeno il suo migliore compagno di reparto, Shane Long del Southampton, può permettersi di sognare.

 

POSSIBILE ROSA

P: Given (Stoke City), Forde (Millwall), Randolph (West Ham).

D: O’Shea (Sunderland), Coleman (Everton), Brady (Norwich), Clark (Aston Villa), Ward (Burnley), Wilson (Stoke City), Christie (Derby), Keogh (Derby).

C: McGeady (Sheffield Wednesday), McCarthy (Everton), Hoolahan (Norwich), Wehlan (Stoke City), Gibson (Everton), Hendrick (Derby), O’Kane (Bournemouth), Hayes (Aberdeen).

A: Keane (LA Galaxy), Walters (Stoke City), Doyle (Colorado Rapids), Long (Southampton).

Commissario Tecnico: Martin O’Neill

 

QUALIFICAZIONI

GRUPPO D: Germania 22; Polonia 21; IRLANDA 18; Scozia 15; Georgia 9; Gibilterra 0.

V – P – S: 5 – 3 – 2

Gol fatti – Gol subiti: 19 – 7

Miglior marcatore: Keane (5)

PLAY-OFF: Bosnia-Irlanda 1-1; Irlanda-Bosnia 2-0

 

PARTECIPAZIONI AGLI EUROPEI: 2 – Miglior piazzamento: Primo turno

 

STELLE: Seamus Coleman, James McCarthy, Robbie Keane

 

 

SVEZIA

 

Il doppio derby scandinavo valido per i Play-Off e andato in scena tra il 14 e il 17 novembre ha sorriso agli Svedesi del ct Erik Hamrén. Liquidata non senza fatica la pratica Danimarca, gialloblù approderanno in Francia con diversi dubbi e una sola, enorme certezza: Zlatan Ibrahimović. L’uomo copertina della nazionale di Stoccolma, sempre presente nelle qualificazioni, in cui è andato a segno ben 11 volte tra fase a gironi e ad eliminazione, si caricherà sulle ampie spalle una squadra non certo ricca di talento. Statica e perforabile la difesa, abulico l’attacco, che dipende quasi totalmente dalla verve di capitan Zlatan. Se il trentaquattrenne portiere Andreas Isaksson, terzo giocatore con più presenze in assoluto (128), rappresenta una discreta certezza, lo stesso non si può dire dei compagni della retroguardia. Davanti all’ex estremo difensore di Manchester City e PSV spicca una vecchia conoscenza del calcio italiano come Granqvist (Krasnodar, ex Genoa), esperte e roccioso ma tutt’altro che agile e reattivo, accanto al quale potrebbe trovare posto il centrale del Torino Pontus Jansson. Nemmeno a centrocampo, solitamente disposto a quattro da Hamrén, si trovano dei fulmini di guerra. L’ex Juve Albin Ekdal (’89) e Kim Källström (’82) hanno il compito di gestire la sfera in mediana, mentre agli esterni di origine turca Zengin e Durmaz va l’incarico di supportare la manovra offensiva.

«Sono venuto come un re, me ne vado come una leggenda», ha recentemente dichiarato Ibrahimović annunciando l’imminente addio al Psg. Il classe ’81, 62 gol in 111 apparizioni con la maglia della Svezia, proverà a lasciare il segno anche ai prossimi Europei così come ha sempre fatto in ogni campionato in cui ha militato e dominato. Non sarà impresa semplice, specialmente considerando l’evidente inferiorità dei suoi compagni di nazionale (basti pensare al gap tra la classe di Ibra e quella dell’onesto Marcus Berg, colui che è abituato a condividere la zona d’attacco con il gigante di Malmö) e la maggiore qualità complessiva delle altre squadre che compongono il girone. Un vero re, tuttavia, non si spaventa di fronte a nulla. Figurarsi se può tremare una leggenda.

 

CONVOCATI

P: Isaksson (Kasimpasa), Olsen (Copenaghen), Carlgren (AIK Stoccolma).

D: Granqvist (Krasnodar), Augustinsson (Copenaghen), Johansson (Copenaghen), Jansson (Torino), Lindelöf (Benfica), Lustig (Celtic), Olsson (Norwich).

C: Durmaz (Olympiakos), Hiljemark (Palermo), Wernbloom (CSKA Mosca), Ekdal (Amburgo), Lewicki (Malmö), Zengin (Trabzonspor), Forsberg (Lipsia), Källström (Grasshoppers), Larsson (Sunderland).

A: Ibrahimović (Psg), Berg (Panathinaikos), Guidetti (Celta Vigo), Kujovic (Norrköping).

Commissario tecnico: Erik Hamrén

 

QUALIFICAZIONI

GRUPPO G: Austria 28; Russia 20; SVEZIA 28; Montenegro 11; Liechtenstein 5; Moldavia 2.

V – P – S: 6 – 2 – 2

Gol fatti – Gol subiti: 15 – 9

Miglior marcatore: Ibrahimović (8)

PLAY-OFF: Svezia-Danimarca 2-1; Danimarca-Svezia 2-2

 

PARTECIPAZIONI AGLI EUROPEI: 4 – Miglior piazzamento: Semifinali (2008)

 

STELLE: Zlatan Ibrahimović, Kim Källström, Marcus Berg

 

 

IL CALENDARIO DEL GRUPPO E

 

1° Giornata (13 giugno)

Irlanda-Svezia

Italia-Belgio

 

2° Giornata (17/18 giugno)

Italia-Svezia

Belgio-Irlanda

 

3° Giornata (22 giugno)

Svezia-Belgio

Italia -Irlanda

 

FAVORITA: Belgio

OUTSIDER: Italia

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