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Mateo Retegui in Nazionale? Solo l’ultimo oriundo di una lunga serie…

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fonte immagine: Twitter ufficiale Tigre


La Nazionale di Roberto Mancini il prossimo 23 marzo e a seguire il 26 comincerà le qualificazioni a Euro2024 sfidando, nel girone, Inghilterra e Malta. Due sfide che hanno evidentemente necessità tecniche e difficoltà diverse. Tuttavia, l’Italia, come ha allertato Roberto Mancini nelle scorse settimane ha un problema attacco, in particolare nella posizione di centravanti.

I nostri attaccanti hanno giocato poco”. Se si approfondisce questa affermazione di Mancini si capisce bene la preoccupazione del CT. L’ultima Italia, quella di novembre, nelle amichevoli contro Albania e Austria si presentava con Raspadori centravanti, mentre in precedenza lo stesso Raspadori aveva fatto coppia con Scamacca. In sospeso la situazione di Ciro Immobile, che sembrava intenzionato a lasciare Nazionale ma ancora non l’ha fatto ufficialmente. Tuttavia, per i primi due, considerati fino a qualche mese il futuro della Nazionale Italiana. Entrambi in questi mesi hanno faticato a giocare.
Raspadori, dopo un grande inizio di stagione con ottimi numeri nel girone di Champions League (4 gol e assist), ha perso il posto e progressivamente Spalletti ha smesso di dargli minutaggio. Ora il centravanti bolognese ha anche riportato un infortunio e non è chiaro se sarà già a disposizione di Mancini. Dall’altra Scamacca ha trovato poco spazio al West Ham perché ha avuto un problema al ginocchio che lo ha tenuto fuori diverse settimane. È appena rientrato dal problema fisico e potrebbe non essere esattamente in piena forma.

Ecco che Mancini è ora alla ricerca di soluzioni alternative. Si guarda intorno il CT, e nel deserto di bomber italiani di Serie A, guarda altrove. La prima soluzione ipotizzata che dovrebbe effettivamente concretizzarsi in una convocazione è quella dl centravanti classe 1996, Andrea Compagno, che dopo una vita nei dilettanti è attualmente capocannoniere del campionato romeno.
La seconda soluzione ed è certamente quella che ha fatto più clamore è quella che riguarda l’argentino Mateo Retegui, giocatore di 23 anni, di proprietà del Boca Juniors ma esploso nel Tigre in prestito. Il giocatore ha segnato quasi 30 reti nell’ultimo anno, tuttavia per la forte concorrenza in attacco è stato finora ignorato da Scaloni. Secondo quanto riportato negli ultimi giorni, Mancini avrebbe deciso di sfruttare la doppia cittadinanza del giocatore nato a San Fernando per convocarlo nella Nazionale Italiana. Una linea che seguirà anche il CT dell’under 21 Paolo Nicolato che ha convocato Bruno Zappelli, numero 10 del Belgrano.

Una decisione che inevitabilmente farà molto discutere. Negli ultimi anni la nostra Nazionale si affidata a diversi “oriundi”. Oriundi o naturalizzati che siano, da tempo, molte Nazionali anche europee di buon livello ne fanno un ampio ed esteso uso. Nella rosa che ha vinto l’Europeo erano addirittura tre i naturalizzati: Jorginho, Toloi e Emerson. Il primo, d’altronde, deve la sua carriera calcistica, fin dall’adolescenza, soprattutto al nostro Paese, mentre gli altri due si sono affermati in Italia. Anche Thiago Motta, a suo tempo ignorato dal Brasile, sfruttò la sua doppia cittadinanza per giocare con gli Azzurri. Un modo anche per il tecnico rossoblù per ringraziare l’Italia del rilancio calcistico. Andando a ritroso la storia degli oriundi è lunga, e un oriundo, Mauro Camoranesi, ha vinto anche il Mondiale del 2006.
Niente di nuovo sotto il sole del Belpaese calcistico. Gli oriundi sono sempre esistiti, anche nei momenti più floridi del nostro calcio. Per questo non deve sorprendere che Roberto Mancini, in un momento così difficile, decida di guardare ad un oriundo come Mateo Retegui, talento ancora molto giovane, che sta segnando caterve di gol in Argentina e sembra ormai prossimo a fare il salto dell’Oceano per venire a giocare nel Vecchio Continente.
D’altronde la situazione centravanti è un problema da diversi anni. Nessuno dei centravanti prodotti dall’Italia negli ultimi 15 anni è stato in grado di essere davvero prolifico in Nazionale, mai ha dato la continuità cercata a livello di prestazioni.

Ora ci sarà solo da attendere la risposta di Mateo Retegui, ma il silenzio di Mancini e dello stesso “El Androide” (soprannome del calciatore in Argentina) fa pensare che la risposta possa essere già arrivata. Di certo, a parte le origini della famiglia e un apprezzamento pubblicamente sbandierato da Francesco Totti prima ancora che Retegui esplodesse, Mateo non ha avuto nulla a che fare con l’Italia. Mancini però ha bisogno di talento e, se Retegui dovesse accettare la chiamata azzurra sarebbe solo una buona notizia.

 

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