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Alé Bulåggna: “An saré quèl am tôr a man drétta”

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. “An saré quèl am tôr a man drétta” sfrutta un chiaro riferimento biblico per farci dire che non sappiamo quale cosa scegliere

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L’11 Gennaio 2013 la Redazione di 1000 Cuori Rossoblu presentava una rubrica curata da Federico Galloni, una rubrica scritta da un bolognese, in bolognese, per i bolognesi. Si chiamava Alé Bulåggna, e portava sulle nostre pagine il dialetto petroniano con lo scopo di farlo conoscere meglio e riscoprire. Al questo link trovate tutti i precedenti articoli usciti sotto il nome di Alé Bulåggna.

Era un po’ che avevamo voglia di riaprire questa rubrica e finalmente, grazie ad una fortunosa coincidenza possiamo farlo. Non si tratterà più di un commento alla partita o agli eventi del Bologna in dialetto, ma sarà una rubrica in cui riporteremo un modo di dire petroniano, cercando poi di dargli un contesto a colori rossoblu, con lo scopo di riportare le frasi ed i modi di dire dialettali all’interno del nostro stadio.

Da oggi, e nelle prossime settimane, andremo a pescare alcune frasi all’interno del libro “La fantasia popolare nei modi di dire della parlata bolognese” di Gaetano Marchetti (edizione Officina Grafica Bolognese del 1977) e cercheremo di utilizzarle in un contesto da stadio, sperando di darvi uno spunto per riscoprire e riutilizzare i modi di dire dei nostri avi.

An saré quèl am tôr a man drétta

Il primo modo di dire, letteralmente vuol dire “non saprei quale prendere alla mia destra”, e si può usare per rendere l’idea di non sapere cosa scegliere tra due (o più) oggetti, persone o situazioni, perché nessuna mostra più pregi che difetti.

La frase poggia su significati profondi  e biblici, in quanto per la cultura cattolica la destra è il posto d’onore (i giusti siederanno alla destra del Padre, tanto per fare un esempio), e non essere sicuri di metterla quindi alla destra, vuole sottolineare quindi la scarsa meritori età dell’oggetto/situazione.

Ecco che quindi quando siamo allo stadio e ci sono situazioni difficili in cui la riuscita positiva sembra improbabile, ecco che possiamo commentare che tra le due situazione “an saré quèl am tôr a man drétta”.

Stessa cosa potrebbe valere nel momento in cui un giocatore non stesse rendendo quanto sperato, ma in panchina si sieda qualcuno che non viene ritenuto comunque pronto per sostituirlo…ecco che allora anche il Mister potrebbe pensare, lasciandosi andare al dialetto petroniano, “an saré quèl am tôr a man drétta”.

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