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Bologna

Il Confrontista – 6 feb

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La ventiduesima giornata, che ha visto il Bologna soccombere in casa contro l’Udinese, ci continua a dare i rossoblù in quart’ultima posizione a 18 punti, con ancora tre squadre alle spalle e virtualmente salvo. Questo nonostante un ruolino di marcia assolutamente non sufficiente con le  sole 3 vittorie sino ad oggi raccolte, i 9  pareggi e le dieci sconfitte, i 20 goal segnati ed i 38 subiti. Ma al momento dietro c’è chi ha fatto peggio e per il momento lo continua a fare. I punti del Sassuolo (terz’ultimo) sino ad oggi raccolti (17) danno una proiezione a fine campionato di 29 punti, indicando al momento quindi una salvezza a quote molto basse (30/31 punti). Si tratta di un calcolo ipotetico, ma ad oggi questi sono i numeri salvo stravolgimenti consequenziali alle mosse del mercato di gennaio appena conclusosi ed alla spinta che i vari  allenatori entranti sulle panchine delle squadre di bassa classifica (tutte le ultime cinque della classe hanno avuto il cambio della guardia alla guida tecnica) sapranno dare ai propri teams.

Al momento l’arrivo di Ballardini a Casteldebole ha portato 3 punti in classifica, grazie a tre pareggi dal retrogusto amarognolo e ad una sconfitta (quella con l’Udinese di sabato scorso). Altro non ha portato, continuando il Bologna a latitare sul piano del gioco e basando le proprie prestazioni sui guizzi di Alino Diamanti e sulla robusta stretta data dal nostro tecnico al reparto arretrato. Ma delle ultime 4 partite, 3 sono state giocate al Dall’Ara e, nonostante che il gioco sia ancora missing (più che scomparso…mai apparso!), tutti ci aspettavamo un bottino maggiore.

Sabato sera l’impressione avuta è il Bologna fosse sceso in campo per il pareggio, con una tattica attendista. Queste dovevano essere le direttive date da Ballardini che così ha fatto giocare per tutto il primo tempo la squadra, nonostante che al 15’ fosse andata sotto in seguito ad un rigore che scolasticamente c’era, ma che 9 volte su dieci non viene dato. Dopo il gol di Di Natale il Bologna ha continuato ad attendere l’Udinese, senza spostare il proprio baricentro in avanti e senza aggredire l’impostazione della manovra friulana (peraltro molto carente anch’essa). Le cose migliori si sono viste nel secondo tempo e, non per trovare alibi alla sconfitta, possiamo dire che la dea bendata non ci ha aiutato sulle due conclusioni di Diamanti e Moscardelli, uscite di un niente così come il signor Calvarese avrebbe potuto benissimo concedere il rigore su una evidentissima trattenuta per la maglia nell’area piccola da parte di Basta ai danni di Moscardelli. Dopo, a pareggio acquisito al 44’ del secondo tempo, probabilmente non avrei scommesso un euro su un gol in contropiede di Nico Lopez al 90’…Episodi. Ma per una squadra che scende in campo senza la benché minima idea di avere un proprio gioco, rappresentano parecchio. Se anche le probabilità ti giocano contro, corri dei serie rischi di dover rimpiangere il punto perso, il rigore subito ingiustamente, la deviazione all’ultimo momento. Il destino del Bologna in A o…(non lo voglio nemmeno scrivere!) quest’anno dipende da imprevisti, probabilità, cabale, pali, traverse, papere del portiere proprio o avversario, come in un gioco da tavolo dove si muovevano pedine e si compravano case e alberghi sulla base di un tiro di dadi, senza la benché minima programmazione. Forse addirittura con minore strategia. Ed in questo Campionato/Monopoli, fra gli imprevisti c’è anche il cartellino delle beghe societarie, con clamorose cantonate a 360°, figurette che nemmeno al Mezzolara (che cito in quanto squadra partecipante ad un campionato di categoria inferiore, non per altro) si sognano di collezionare. Ieri è stata la volta della carta “conferenza stampa del Presidente”: nell’incontro con i media organizzato per chiedere una tregua alle parti in causa, invitando tutti a stringersi intorno alla squadra per raggiungere la salvezza, il numero 1 è uscito con una sparata sul miglior giocatore della rosa e sulla volontà dello stesso di voler andare via, stroncandogli la propria credibilità e il suo  attaccamento alla maglia, sia nei confronti dei tifosi che nello spogliatoio. Certi panni macchiati si lavano in casa, in una stanza con le finestre chiuse e con i telefoni staccati, non davanti a telecamere e microfoni. E poi caro Al Bano permettermi di insegnarti un’altra cosa, anche se non sono mai stato un presidente di una squadra di calcio e nemmeno un imprenditore. Un giocatore non è mai stato in vendita (come è stato affermato riguardo a Konè sempre ieri) quando il tuo atleta viene dichiarato dalla società “incedibile”, non perché “nessuno ce lo ha chiesto”. Il risultato è il medesimo, ma la differenza è sostanziale. E lo è soprattutto per la piazza rossoblù che vive le storie della nostra gloriosa squadra con un senso di precarietà che esaspera. Chi tifa rossoblù non chiede i Ronaldo, i Messi, i Neymar, i Ribery. Vorrebbe solo un progetto, un campionato decente, onorevole, senza raccogliere topiche clamorose, magari raccogliendo qualche risultato, magari andando avanti anche in una competizione minore come la Coppa Italia senza essere sbattuti fuori da Pulzetti e compagni che la domenica successiva perdevano in casa 2 a 0 dal Pescara in serie B. Chiediamo troppo? Remiamo contro a dire e scrivere così? Secondo me no.

 Inutile cimentarsi in un confronto con i precedenti campionati. Pensiamo piuttosto al futuro ed alle prossime gare del nostro Bologna. mancano 16 match di cui 7 in casa e 9 in trasferta. Le prossime 4 ci vedranno in trasferta a Torino e S.Siro/Milan, in casa con la Roma di Garcia e poi a Verona da Mandorlini e Luca Toni. Dopo questo “tour de force” passiamo alla fase “scontri diretti”: Sassuolo al Dall’Ara, Livorno in trasferta, Cagliari in casa, Chievo al Bentegodi, Atalanta a Bologna. Poi si torna a ”strappare in salita” con Inter a Milano, Parma a Bologna, Juve a Torino, Fiorentina in casa, Genoa in trasferta. Alla penultima arriverà al Dall’Ara il Catania (stadio pieno! ci giochiamo la salvezza…) e finale a Roma con la Lazio. Chi vuole cimentarsi in una tabella di marcia? Ad arrivare ai canonici 40 punti ne mancherebbero 22, ma ne abbiamo fatti 18 sino ad oggi in 22 partite…forse ne bastano meno, vogliamo dire 18, per avere un margine di sicurezza? Con sei vittorie (sulle sette giocate in casa) saremmo già “a bolla”. Ma ho davanti agli occhi le nostre ultime prestazioni…ci vorrebbe tanto cuore, tanta gamba e sperare che quel piede destro di Ibson che tanto ha incantato in allenamento alla prima uscita a Casteldebole sia veramente…speciale. E che il nostro nuovo acquisto non se la sia presa troppo con la “buca” che gli han dato all’Aeroporto di Bologna…

 Forza Bologna sempre ed un saluto a tutti dal vostro Beppesavo! 

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