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Napoli-Bologna: viaggio nel cuore del tifo partenopeo (2)

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Napoli, quartiere San Gregorio Armeno.

Il sole picchia placido e veemente sulle caratteristiche vie del centro, in verità un pizzico più sonnacchiose di quanto mi sarei aspettato.

Decido, in questo ultimo giorno di vacanza, di addentrarmi nel cuore pulsante della napoletanità, nel regno dell’inconfondibile pizza a portafoglio e delle tipiche statuette del presepe, con il preciso scopo di raccogliere voci, idee, umori sulla stagione che sta per cominciare. Manca ancora una manciata di giorni all’esordio contro il Bologna ma qui già si respira azzurro. È l’azzurro del cielo partenopeo, terso da fare invidia, è l’azzurro del mare, delle case e del Vesuvio. È l’azzurro di Napoli, fuso intrinsecamente e indissolubilmente con quello della propria squadra.

Un bar attira la mia attenzione. Gli infissi, in verità, sono alquanto anonimi, ma lo scudetto appiccicato sull’esile e linda vetrata è fin troppo invitante: là si tifa Napoli.

Entro. L’aroma del caffè, rigorosamente “con la schiuma”, ha un che di sublime e al contempo arcaico. Sembra di sorseggiare Napoli stessa.

Mi presento al titolare, un ometto pittoresco e gioviale sulla cinquantina. Si chiama Gerardo, fa il barista da venticinque anni ed è innamorato del Napoli da tempo immemorabile. Tento subito l’affondo, domandandogli se le ambizioni della squadra si siano ridimensionate per la partenza di Cavani e Mazzarri.

«Macché ridimensionate! La squadra si è rafforzata, specialmente a centrocampo e in attacco. Manca ancora qualcosina in difesa, ma sono arrivati ottimi giocatori e un tecnico, Benitez, che rispetto a Mazzarri può dare alla squadra molto di più a livello europeo. Per quanto riguarda Cavani, la sua partenza permetterà alle seconde punte come Insigne di giocare più liberamente, senza l’assillo di doverla sempre passare a lui. Vedrai che segneranno molto di più. Il Matador, comunque, finirà per rimpiangere Napoli».

L’entusiasmo, da queste parti, non lo si smarrisce mai, è persistente, irriducibile, e non c’è Bologna che tenga.

«I rossoblu sono una bella gatta da pelare, ma il Napoli non può fare brutte figure alla prima davanti al proprio pubblico. Finirà 2-0 con gol di Pandev e Insigne».

Saluto il vispo e generoso (insisterà per offrirmi l’ottimo caffè) barista e mi fiondo nuovamente tra quelle arterie veraci, ora anche pullulanti di gente, alla caccia di pronostici secchi sulla sfida di domenica. Ne raccatto cinquanta o giù di lì. Risultato? Beccare da queste parti qualcuno disposto a puntare sul “due” si rivela impresa ai limiti del fantascientifico. Ne conto appena tre, con tanti saluti alla proverbiale scaramanzia partenopea.

Il treno per Bologna mi attende l’indomani. Seduto sulla poltroncina del vagone mi si accende la lampadina: perché non raccogliere anche le opinioni di chi, pur vivendo sotto le Torri, ha il cuore tinto di azzurro?

Gigi, un mio amico “storico” originario di Ercolano, risponde all’identikit: a Bologna da vent’anni, malato di Napoli dalla nascita.

«Per domenica prevedo una bella sfida contro una squadra affiatata, che si conosce a memoria e che può contare su un grande allenatore. Chi toglierei a Pioli? Uno tra Diamanti e Bianchi, che è un ottimo attaccante e non va sottovalutato. Un pronostico? Vinciamo noi 3-1.Questo Napoli può vincere lo Scudetto ed essere competitivo in Europa. Per raggiungere questi obiettivi è stata costruita una squadra meno provinciale e molto più internazionale di quella della passata stagione. Lo dimostrano la scelta dell’allenatore e il fatto che siamo riusciti a portarci a casa addirittura qualche giocatore del Real Madrid. Senza contare che il Napoli non schierava l’attaccante titolare dell’Argentina dai tempi di un certo Diego Armando Maradona!».

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