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Amarcord: Il trio mercato del 1988

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L’anno in cui non siamo stati da nessuna parte” è il titolo di un libro in cui lo scrittore messicano Paco Ignacio Taibo II ed i giornalisti cubani Froilan Escobar e Fèlix Guerra hanno ricostruito  ed arricchito il resoconto di Che Guevara relativo alla spedizione cubana che prese parte alla rivoluzione nel Congo. Ignoro il perché di questo titolo, non avendo mai letto il libro, ma se si pensa alla sconfitta ricevuta dai rivoluzionari, il fallimento della spedizione cubana e le continue tensioni tra Ernesto Guevara ed i leader congolesi, mi viene da pensare che “l’anno in cui non siamo stati da nessuna parte” voglia definire un anno buttato, in cui alla fine, si preferisce pensare che sia passato senza fare nulla, piuttosto che fare cose sbagliate e/o risultate inutili.

Questo titolo mi ha fatto pensare ad una delle tante stagioni rossoblu…una in cui io ero ancora fuori dalle logiche dello stadio e del tifo, ma di cui comunque ricordo nomi e cognomi dei giocatori e di quanto siano divenuti quasi proverbiali, nel bene e nel male.

Parlo della stagione 1988/1989. C’erano giocatori che hanno dato tanto al Bologna (Cusin, Villa, Pecci, Poli, Marronaro, De Marchi, ecc.) ma anche giocatori che sinceramente, non hanno lasciato un ricordo eccellente di sé; è stata una stagione in cui abbiamo preso un “tris di bufale” non da poco, o se preferite, tre bei bidoni, uno per ruolo per essere democratici…

 

Partiamo dalla difesa ed ecco che ci appare un belga dalla chioma fluente…Stéphane Demol.

Cresciuto nel Drogenbos, viene additato come uno dei migliori difensori belgi del momento, ed infatti per quattro stagioni è titolarissimo nel suo club, fino al 1988, estate in cui il neopromosso Bologna di Corioni e Maifredi, decide di credere in lui e lo porta in Serie A. In effetti non pareva un grande azzardo, titolare nella sua squadra, e posto in nazionale con la quale era arrivato clamorosamente quarto ai Mondiali di Messico 1986…insomma un rischio che ci poteva stare, dopo che per altro si era messo in luce nella competizione mondiale, dimostrando una discreta classe. Classe che a Bologna non mostrò mai. Due reti su rigore e tante prestazioni incolore, lo allontanarono da Bologna, direzione Porto…con il quale vinse subito il campionato portoghese. Poi cambia spesso squadra, vincendo anche una Coppa del Belgio…ed infine si ritira, diventando allenatore. Tra il 2006 e il Luglio 2008 è stato il vice del Commissario Tecnico della Nazionale belga. La parentesi rossoblu non è stato l’unica infelice, ma noi ci ricordiamo soprattutto quella.

 

Passiamo ora al centrocampo…è il momento di Mika Aaltonen.

Inutile dirlo…Aaltonen è diventato proverbiale quale clamoroso bidone, e forse non a caso per questo affare si sono dovuti unire Bologna ed Inter, due squadre che storicamente hanno davvero dato lustro alla categoria dei giocatori che non hanno lasciato un segno positivo. Tutto nasce nel 1987 quando in Coppa Uefa l’Inter ospitò a San Siro il Tutun Palloseura, squadra finlandese della città di Turku. Ad inizio secondo tempo, il gol della vita. Aaltonen fa partire una fucilata che congela Zenga ed tutta San Siro: 0-1 ed eurogol del finlandese. L’Inter poi passerà il turno vincendo in trasferta, ma Aaltonen ormai è segnato sul taccuino di Ernesto Pellegrini, allora presidente dell’Inter, che lo compra immediatamente. Però Mika non può venire in Italia, perché l’Inter ha già un centrocampo di livello, quindi viene girato al Bellinzona fino a fine stagione. Nel campionato successivo però, neanche l’Inter dei record di Trapattoni non ha spazio per lui, che così viene girato al neo-promosso Bologna. Ma Aaltonen sebbene fosse un bidone a livello calcistico (impegnato pochissimo raccimolò solo 37 minuti giocati) era un ragazzo con la testa sulle spalle, così all’università riesce a dare vari esami alla Facoltà di Economia e Commercio, imparando benissimo l’italiano (ed unendolo ad altre lingue che già padroneggiava). Una volta andatosene dall’Italia, non ebbe grossa fortuna neppure all’estero e si ritirò prima dei 30 anni. Però prese sempre ottimi voti e si lauerò senza problemi, diventando dirigente e stimato economista, al punto da insegnare all’università e collaborando col centro ricerche della “School of Economics and Business Administration” di Turku.

 

Ed eccoci all’attacco, alla terza ciliegina di quella stagione rossoblu…Hugo Rubio.

Basterebbe dire che venne preso al posto di Ivan Zamorano, per fare capire quanto fu sbagliata quella scelta…ma come maturò questa scelta? Arrivati in Cile, i dirigenti del Bologna opzionarono Hugo Rubio, stella del Colo Colo ed idolo dei tifosi, da qualcuno addirittura soprannominato molto pretenziosamente “Maradona della Ande”. Ma venne opzionato anche un giovane sconosciuto ma con buon potenziale: Ivan Zamorano. Entrambi vengono acquistati ma solo uno poteva vestire il rossoblu, così lo sconosciuto con un fisico (allora) debole Zamorano, viene scartato, passato in prestito al San Gallo, in Svizzera, dove esploderà come uno dei top player di quagli anni (Siviglia, Real Madrid, Inter). Hugo Rubio invece diventa un attaccante del Bologna, subendo però un’involuzione clamorosa quanto inaspettata. Famoso per le sue scorrerie sulla fascia sinistra, a Bologna sembra un fantasma. Forse sarà anche colpa di un infortunio al ginocchio, ma la stagione si chuide con 14 presenze e zero gol. Rimandato senza seconde chanche in Cile, Rubio tornò in parte a mostrare le sue doti. Ritiratosi dal calcio è divenuto un procuratore.

La sfortuna e forse anche l’incapacità di potenziare la rosa con stranieri all’altezza, non riuscirono comunque a rovinare la stagione del Bologna, che si salvò comunque, grazie ai proprio giocatori italiani…ed al sammarinese a Bonini. Quando vediamo degli acquisti poco fortunati quindi, pensiamo al passato…perché fatico a trovare un’altra stagione in cui venne fatta un’en plein di bidoni. Quello per me è stato l’anno in cui il Bologna non è stato da nessuna parte…o almeno forse è meglio dire che nessuno è andato a cercare i tre stranieri…

 

 

Di Demol ed Aaltonen ci aveva già ampliamente parlato Mattia Grandi in “Cose dell’altro…Calcio“, ecco i link per rileggerli: Articolo su DemolArticolo su Aaltonen

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