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L’altro spogliatoio – Confederations Cup Special Edition 15/06/2013

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-Messico-

 

La nazionale azzurra domani sera farà il suo esordio in Confederations Cup contro il Messico.

La partita andrà in scena alle ore 21.00 in quel meraviglioso catino del Maracanà; arbitro della sfida sarà il cileno Enrique Osses.

Analizziamo così questa prima sfidante degli azzurri.

Il Messico è campione olimpico in carica in quanto l’anno scorso stupì tutti battendo in finale il Brasile dei tanto osannati (secondo me anche sopravvalutati) Neymar & CO.

Sono per cui alte le aspettative per questa squadra dal cui stare bene in guardia.

Il ct de la Torre schiererà con tutta probabilità i suoi con un 4-4-1-1.

Difenderà i pali messicani Ochoa, portiere dell’Ajacco, di cui abbiamo sentito parlare recentemente in virtù di alcuni interessamenti di club italiani nei suoi confronti.

La linea a quattro difensiva sarà composta da Meza e Torres quali terzini, Moreno e Rodriguez come centrali.

Moreno (giocatore dell’Espanyol) e Rodriguez (militante nell’Amèrica) sono due difensori che si completano benissimo tra loro.

Moreno è classe ’88 ed è alto 182 cm. Giocatori difficilmente superabile palla a terra, mentre va più in difficoltà sui traversoni, anche se è dotato di un buon senso di anticipo e della posizione.

Rodriguez invece è un giocatore molto esperto e coriaceo, che compensa le lacune riguardanti il gioco aereo del proprio compagno di reparto.

In mediana per il Messico giocherà la coppia Zavala-Aquino; Salcido e Guardado saranno invece gli esterni.

Salcido è probabilmente il giocatore più esperto della nazionale. Quest’anno al Tigres in prestito dal Fulham ha giocato più volte da terzino destro, mentre domani sera verrà probabilmente avanzato nella posizione di esterno di centrocampo.

E’ comunque un calciatore molto completo e attento ad entrambe le fasi di gioco. Fa dell’equilibrio la sua più spiccata caratteristica.

Come la coppia di difensori, anche quella di centrocampisti si completa molto bene a vicenda.

Zavala è un Yaya Toure, Sissoko, style. Alto 1 metro e 92 centimetri è un centrocampista molto fisico e di rottura. Aquino invece è il vero playmaker della squadra, che compensa l’imprecisione di Zavala.

A differenza degli appena succitati giocatori che semmai conosciamo poco o niente, non possiamo non aver sentito parlare di Dos Santos e Hernandez.

Il primo agirà da rifinitore alle spalle del secondo.

Giovani Dos Santos, cresciuti nelle giovani del Barcellona e più volte accostato a squadre italiane di prima fascia, è un trequartista con ottima qualità, ma anche con tanta corsa e dedizione.

Adesso milita nelle file del Maiorca in Spagna.

Conosciamo forse ancor meglio Hernandez, punta titolare del Manchester United.

Il Chicharito, soprannominato così a motivo degli occhi somiglianti a due piselli, è un attaccante rapidissimo, veloce, non molto fisico, ma con un grandissimo senso del gol.

E’ indubbiamente la punta di diamante della squadra contro la quale la difesa azzurra dovrà prestare la massima attenzione, perché quando meno te lo aspetti, Chicharito colpisce.

Il Messico è una squadra affiatata, che gioca insieme da diversi anni per cui ha una dimensione di gioco ormai assodata.

Non sarà affatto un avversario facile da affrontare per l’Italia, che però si sa che quando c’è qualcosa in palio (anche se non è una coppa prestigiosa) sfodera spesso ottime prestazioni.

Speriamo sia così anche in questo caso.

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