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Il Bologna visto da Voi – I luoghi della memoria rossoblu: Zibido San Giacomo -24 Apr-

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ZIBIDO SAN GIACOMO, da Giuliano

Zibido San Giacomo è un comune di oltre 6.000 abitanti, inserito nel Parco Agricolo a sud di Milano, quasi al confine con la provincia di Pavia.  Li ci abita Giuliano insieme ai figli Raffaello ed Enrico e alla moglie Dolores (per tutti Doda) che a dispetto del nome è originaria della zona di Fiume, prima Jugoslavia ora Croazia. Nonostante ci separino un po’ di km ci vediamo periodicamente. Giuliano, persona divertente ed estrosa, è un “agente di commercio”, uno che son certo, venderebbe ghiaccio agli eskimesi. Nato in Romagna tifa Inter, passione che condivide con l’intera famiglia. Lo “salva” il fratello, sostenitore dei nostri colori.

Uno dei primi giorni del 1997 gli salta in mente di invitarmi a Zibido “così mentre le nostre signore parlano delle loro cose noi ci facciamo un giro in quel di San Siro”, dove il 19 avrebbe giocato il Bologna. “Mi raccomando Maurizio, ci tengo a vedere la partita con te, sarai mio ospite anche allo stadio”.  Quella domenica a Zibido San Giacomo pranzammo appena in tempo per poi volare, letteralmente volare, verso la “scala del calcio” a bordo della sua Panda che, con decisione, Giuliano parcheggia nell’area di un distributore a due passi dallo stadio. “Mi scusi ma qui possono starci solo i clienti della settimana” avvertì il ragazzo della Esso “Ma non mi riconosce? Normalmente vengo a fare il pieno con la mia Porche” rispose prontissimo il mio amico, ottenendo un immediato “allora va bene”. “Ma come Giuliano, hai una Porche?” gli chiesi stupito…mi guardò con un po’ di compassione e dopo pochi passi eravamo ai botteghini, Giuliano richiese “due biglietti settori ospiti”, e ci ritrovammo dentro il catino del Meazza proprio sotto i miei colori rossoblù. Ad uno dei carabinieri di servizio il mio amico si rivolse in dialetto meneghino asserendo di essersi sbagliato a scegliere il settore e che, se ci fossimo inoltrati (lui ed io) in mezzo ai tifosi del Bologna, sarebbe finita drammaticamente.

Il carabiniere fece quello che il 99% dei funzionari del nostro Stato non sarebbe stato in grado di fare: prendersi la “responsabilità” di evitare un massacro (!) scortandoci nelle gradinate situate dietro la porta, nel settore abitualmente occupano i sostenitori del Milan. Il tutto corredato dagli insulti dei “miei” tifosi che nel frattempo avevano capito l’antifona.

Una parte di loro fu però sorpresa quando videro uno dei due “omini” esultare per ben due volte ai goal di Marocchi e Shalimov che, quel giorno, regalarono la vittoria al Bologna.

L’anno successivo Giuliano volle rifarsi e a Zibido, quell’8 febbraio del ’98, mi reinvitò per farmi vedere come Ronaldo avrebbe bucato la porta difesa dal nostro Antonioli. Accompagnati da mio padre, spallino (Vittorino, come me è nato in provincia di Rovigo e tra qualche mese compirà 90 anni!) ci godemmo un rigido pomeriggio di sole. Il campione brasiliano non segnò, anzi, di gol i 22 in campo ne segnarono uno solo, e per giunta lo siglò un terzino nato in un paesino confinante con quello di mio papà: Salara, una delle comunità del Polesine nella quale si parla più il ferrarese che non il veneto e dove – storicamente – la  società di calcio più vicina e prestigiosa è stata sempre la Spal, squadra nella quale “il terzino” militò per diversi anni. Il suo nome era però conosciuto in particolare dalle parti di Via dell’Indipendenza, a Bologna. Il suo nome è Michele Paramatti…uno dei nostri giocatori più amati.

In quel di Zibido, Giuliano continua a tifare Inter e, se il surriscaldamento della terra  dovesse procede rapidamente, potrebbe anche decidere di andare a vendere ghiaccio agli eschimesi.

Giuliano continua a essere un amico, vero. Ma non mi ha più invitato a vedere il Bologna a San Siro

 

 

Maurizio gestisce un suo blog, che potete trovare a questo indirizzo: http://mauriviet.wordpress.com/

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