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Bologna

Il punto di Bettu 21/01/2013

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Milan-Bologna

 

Stesso finale ottenuto martedì sera in Coppa Italia, prestazione altamente diversa.

Siamo in Spagna. Madrid Arena.

Pazzini è il toro che imPazzisce quando vede rossoblu. Il Bologna, qual più modesto torero, subisce colpi su colpi e alla fine affonda, senza trafiggere il Diavolo.

Gli spalti sono semideserti, che tristezza. C’è però un ospite di eccezione. E’ Rezart Taci, che allora di pilla ne aveva. Gli sarà andato un tortellino tanto amato di traverso, sarà scivolato sotto il magnifico Pavaglione, la Madonnina avrà superato le Due Torri nelle sue gerarchie.

Pioli ha schierato una squadra abbastanza rivoluzionaria, priva di Sorensen, Khrin e Gabbiadini.

Al posto di questi ultimi due, assenti per problemi fisici, c’erano Pazienza, dopo una discreta prestazione in Coppa Italia e Riverola, che semmai in Spagna frutta di più. Esordio comunque non semplice per Marti, il leggerino; soprannome ormai pienamente acquisito.

Il Milan di Allegri rispondeva con un 4-3-3 abbastanza offensivo.

Pioli, cartolaccia, è sempre in giacca e cravatta, Allegri, infreddolito, ha il piumone.

Peccato che il risultato non sia dato dal fisico dei mister, sennò saremmo secondi solo dopo al Napoli di Mazzarri in maniche corte per mostrare l’orologio.

Il Bologna ha sbagliato completamente la partita essendo succube del Milan per tutti i 90 minuti, anche se per qualche misterioso motivo il tabellone di San Siro a fine primo tempo era ancora sullo zero a zero.

Dal primo all’ultimo minuto il Milan ha attaccato, con un Bologna che arrancava.

Anche in contropiede i rossoblu erano imprecisi non riuscendo a sfruttare nemmeno quest’arma, dato che come impostazione del gioco, osservare Pazienza per conferma, siamo stati nulli.

Gilardino riusciva addirittura a tener su quei pochi pallone che arrivavano dalle parti di Mexes e Zapata, ma uno contro tre non è semplice giocare.

Ripetiamo, Gilardino è un attaccante che va servito a dovere.

Ha caratteristiche molto diverse da Di Vaio che non gli permettono di fare una giocata per risolvere partite super bloccate.

Quando poi si ha una società che vende Mudingayi e compra Pazienza, che vende Gillet, che vende Ramirez e Di Vaio trovandone il sostituto, di quest’ultimo, solo all’ultimo istante del mercato senza ovviamente riuscire a costruirci una squadra intorno ci si meraviglia poi anche il giusto.

Il Bologna ha sofferto tantissimo sulle fasce, sia a destra che a sinistra con Niang e Abate che facevano ciò che volevano sul povero Cherubin, mentre dall’altra parte il top-model Costant (che diciamo non fa della bellezza la sua principale caratteristica) e El Shaarawy sguazzavano alla stessa misura.

Se soffri tanto sulle fasce e in mezzo all’area hai un cliente che si chiama Giampaolo Pazzini, è naturale aspettarsi che primo o poi il gol arriverà.

Dai una volta, dai due volte, alla terza non sbaglia più; anche se ha segnato cinque dei suoi dieci gol contro di noi.

Riverola impiegato come trequartista centrale non è riuscito a rendersi pericoloso negli spazi ed a interagire con Diamanti e Konè che quando lo spagnolo era al centro dovevano restare aperti per favorire le sovrapposizioni con i terzini e per creare gli spazi al centro per gli inserimenti mai avvenuti dei centrocampisti.

Anche dopo il gol che ha accorciato le distanze, non c’è stata una minima reazione per tentare il pareggio.

E’ stata veramente una partita da dimenticare per tutti. Mettici la stanchezza, lo scoraggiamento non ancora del tutto smaltito in seguito all’ingiusta eliminazione dalla Coppa Italia, mettici tutto. Basta che cestiniamo in fretta questa partita e cambiamo pagina.

L’unico che si è salvato è stato Agliardi. Ieri ha compiuto ottime parate salvando diverse volte il risultato.

Il suo problema non è la reattività tra i pali, perché sotto questo lato è ben fornito. Sono le uscite il tallone di Achille. E’ comunque un portiere che se continuerà a giocare in A, alternerà buone cose a papere che toglieranno punti ai rossoblu, come del resto ha fatto finora.

Il calcio comunque è uno sport strano, ma qualche legge ce l’ha anche lui.

Zero programmazione da parte della società per mercato effettuato con tantissima superficialità e incompetenza.

Ma magari si sono anche impegnati poverini. Zanzi avrà ricopiato tutti i nomi dei giocatori di Serie A su 258 fogli A4. Ha preso poi la taglierina (c’è crisi, le forbici) e gli sono venuti tanti cartoncini.

Ha preso il cappello di Pavignani, ci ha messo dentro tutti i nomi, pescava e chi usciva, lo si provava a comprare.

A parte gli scherzi, il risultato che spesso si vede sul campo è il frutto del lavoro compiuto da chi è al vertice.

Ciò non toglie che i giocatori si devono impiegare al massimo e per fortuna una squadra che ha tutti i mezzi per salvarsi tranquillamente ce l’abbiamo lo stesso, se poi uno si chiede perché dal nono posto si debba ritornare al sedicesimo, non so, faccia l’Isef; magari lì glielo spiegano.

 

Le pagelle

 

Agliardi 6,5: decisivo su El Shaarawy di piede e su un colpo di testa di Pazzini sempre nel primo tempo. Attento anche nella ripresa, non potendo però fare nulla sui due gol.

 

Garics 5: male sia in fase offensiva che in quella difensiva, anche se El Shaarawy non è uno dei più facili avversari.

 

Portanova 5,5: ovviamente dei problemi che ci sono sulle fasce con gli esterni del Milan che spesso creavano superiorità numerica ne risentono anche i centrali costretti a tenere sempre gli occhi ben aperti e spesso a compiere gli straordinari. Non sempre ieri il capitano ci è riuscito.

 

Antonsson 6-: leggermente più sicuro di Portanova negli interventi di chiusura, anche se è per l’ennesima volta sfortunato sul primo gol. Il tocco che spiazza Agliardi, come a Siena su Calaiò, è il suo.

 

Cherubin 5,5: trova davanti a sé un giocatore che farà carriera, Niang, ieri in formissima. Si arrangia come può, ma spesso subisce, non favorito di sicuro dall’aiuto dei propri compagni.

 

Perez 6-: è impreciso più del solito e in fase di copertura si fa sentire, ma un po’ meno del solito. Fa quello che può.

 

Pazienza 4,5: sempre lentissimo, mai una verticalizzazione, nullo in fase di interdizione. Se penso poi che è l’unico che abbiamo acquistato a titolo definitivo….

 

Konè 5,5: invisibile per tutta la partita.

 

Riverola 5,5: idem per quanto riguarda Konè. Non era la partita più comoda per esordire, ma non fa niente per farsi vedere tirando fuori gli attributi. E’ vero che non è quel tipo di giocatore, però forse qualcosina in più ci si aspettava. Suo comunque l’unico tiro pericoloso verso Abbiati nel primo tempo. Diamogli tempo.

 

Diamanti 5: ieri male male. Impreciso come da tempo non gli capitava e mai pericoloso. Non il massimo neanche provare il tiro su quella punizione una santa volta che avevamo la possibilità di essere pericolosi di testa. Dimentichiamo tutto in fretta.

 

Gilardino 5,5: siamo sempre lì, se non gli arrivano palloni pericolosi è invisibile. In più senza Gabbiadini…

 

 

Taider 5: anche ieri parecchio male, perde diversi palloni ed è impreciso nel ripartire. Preoccupante involuzione del centrocampista francese a causa probabilmente del fatto che non gioca mai nel suo ruolo, mezzala.

 

Gabbiadini 5,5: non riesce a ravvivare una fiamma praticamente già assopita.

 

Pasquato 6: prova un po’ a ravvivare la squadra con la sua rapidità. Sua la punizione che sfiora al palo alla sinistra di Abbiati ed anche il colpo di testa che Mexes corregge in porte visto il 2-1 giocato in schedina.

 

 

 

Pioli 5: stavolta non è affatto riuscito a fermare le grandi come spesso gli capita. La sua squadra ha sempre subito l’avversario senza mai trovare la forza di opporsi per rendersi pericolosa.

 

Voto al Bologna: 5.

 

Male male male. Brutto Bologna. A Milano per carità, ci sta di perdere, anche Ciò non che non bisognerà sbagliare però saranno i diversi scontri diretti che si giocheranno al Dall’Ara.

Ogni passo falso costerà tantissimo dato che abbiamo raccolto pochi bonus, ovvero partite sulla carta perse, poi in realtà vinte o pareggiate, ma soprattutto poiché nel girone d’andata, quei medesimi scontri diretti, li abbiamo tutti persi.

Se li perdi in trasferta, li devi poi vincere in casa. Mezzi termini ce ne sono pochi.

Comunque, forza Bologna, sempre!

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