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Bologna

ESCLUSIVA: A tu per tu con…Carlo Trevisanello

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Si giocava con le figurine ed erano veramente difficili da trovare i fratelli Trevisanello! Oggi ho avuto la fortuna di conoscere e proporre questa esclusiva intervista che credo sarà un ottimo “piatto natalizio” per tutti i lettori. Troppo poco si e’ parlato di questo talento che a metà degli anni settanta arrivò qua, facendo subito capire che era una mezzala coi fiocchi, piedi vellutati, dribbling spesso ubriacanti, ma che le circostanze, come vedremo, hanno portato a fare poi spesso in carriera ruoli diciamo così più agonistici e di interdizione. Persona genuina, che mi ha subito colpito per schiettezza, sincerità e simpatia che spero di riuscire a far interamente percepire anche a voi. Tanti gli argomenti trattati, Bologna città, i suoi compagni, Rozzi, Mazzone, Petrini, il dopo calcio,consiglio quindi a tutti una sana lettura e per chiunque ne abbia voglia lasciare anche un piccolo messaggio di saluto.

 
1000CUORI: Ciao Carlo, benvenuto al 1000cuori, sono veramente felice di questo incontro, visto che non è’ facile leggerti o vederti, ci speravo con il centenario invece…
 
TREVISANELLO: Sono felice io, Bologna e’ la mia città di vita, ho sposato una bolognese, purtroppo alla festa dei cento anni per scelta societaria non sono potuto venire perché non avevo fatto un numero sufficiente di partite ufficiali, ma spero di essere rimasto nel cuore e nella mente lo stesso degli sportivi di questa fantastica città !
 
1000CUORI: Raccontaci un po’ il tuo arrivo a Bologna.
 
TREVISANELLO: Ero stato uno dei giovani più promettenti della allora serie C e per me giovanissimo arrivare  in un Bologna che aveva grandi giocatori come Bulgarelli (suo ultimo anno da giocatore), Savoldi, Roversi e Buso,fu come toccare il cielo con un dito.
 
1000CUORI: Tante volte ti ricordiamo in svariati ruoli, sveliamo l’arcano a tutti Carlo Trevisanello era…?
 
TREVISANELLO: Ti ringrazio per la domanda perché bisogna fare due precise distinzioni, il ruolo che sentivo mio che era mezzapunta con tanta corsa, ma diciamo cosi ‘ anche con piedi “educati”, sapendo coniugare, tecnica e agonismo molto bene. Purtroppo in carriera ( anche a Bologna), spesso ho ricoperto ruoli di copertura, perché mi permettevano di essere negli 11 la domenica.
 
1000CUORI: Il Tuo allenatore di quegli anni  a Bologna era il “Petisso”, ma era così un uomo straordinariamente pieno di houmur e che rapporto avevi con lui?
 
TREVISANELLO: Persona eccezionale dal punto di vista umano, sempre  con la battuta pronta. Credo la sua simpatia nel calcio moderno spesso pieno di isterismi, servirebbe molto. Con me ha sempre avuto un buon rapporto ed e’ stato importante per la mia crescita  di giocatore. Mi cambiava mille ruoli, ma in me ci ha sempre creduto, anche se qualche, come si dice oggi, “cassanata” l’ho fatta anche io. Niente di trascendentale, ma ero sempre un ragazzino giovane che amava divertirsi…Ricordo che dava del lei a tutti, fatto non usuale nel mondo del calcio.
 
 
 
1000CUORI: A Bologna gli sportivi ti ricordano come mezzala, ma anche come ala, ma a chi ti paragoneresti oggi per far capire meglio che tipo di giocatore eri?
 
TREVISANELLO: Non vorrei passare per presuntuoso, ma in Italia io non riesco a vedere un mio alter – ego, semplicemente perché sapevo fare bene  tutte e due le fasi e riuscivo a fare più ruoli anche nella stessa partita. Per farti capire bene ti racconto un aneddoto. Quando giocavo ad Avellino, in difesa vi erano rocciosi marcatori, come ad esempio Cavasin, che facevano i terzini. L’allenatore di allora Viciani pero’ se arrivava Fanna o Salvi  che ricorderete tutti erano velocissimi e pieni di inventiva nel dribbling, metteva me a marcarli, perché sapeva benissimo che sul piano della corsa  e dello scatto potevo competere alla pari. Aggiungo anche per far capire quanto ero duttile in campo che ho fatto anche il centroavanti in alcune partite.
 
1000CUORI: Un solo gol ma in un Derby col Cesena vero?
 
TREVISANELLO: Certo lo ricordo ancora benissimo,sblocco’ il risultato di una vittoria per 3-2 del Bologna.Segno’ anche il gol del momentaneo 2-0 un altro ragazzo che come me era giovanissimo e che tutti a Bologna ricordano Giuliano Fiorini.
 
1000CUORI:Due anni e poi perché pur amato dal publico, la città era il massimo per viverci, si ruppe l’incantesimo?
 
TREVISANELLO: Hai detto bene ero molto giovane e decisi di raggiungere ad Avellino mio fratello Stefano ad Avellino ( dove aveva fatto un ottima stagione). Non diciamo o parliamo di saudade, ma anche la prima volta lontano da casa un po’ ha inciso,ma ci fu anche un piccolo screzio che preferisco evitare di raccontare perché sono passati tanti anni e non serbo rancore per nessuno.Diciamo solo che “qualcuno molto più grande di me”, non fu un esempio di lealtà nei confronti di un ragazzo ancora giovanissimo.
 
1000CUORI: Carlo ma anche negli anni successivi non ci fu mai più la possibilità di tornare in rossoblu?
 
TREVISANELLO: Ti svelo un retroscena che può sintetizzare l’amore verso questa maglia e questa città. Era l’anno 1983, il Bologna stagnava in serie C con Cade’ in panchina, l’allora direttore sportivo Bulgarelli mi contatta a stagione in corso ( si stava completando lo scempio della seconda retrocessione dalla serie b alla serie c) e mi prospetta un ritorno. Finisce il campionato col Bologna che finisce addirittura in terza serie. Cambia  la presidenza e anche lo stesso Giacomo fu sollevato dall’incarico di direttore sportivo. Ci furono problemi con la nuova proprietà che non vedeva in me un giocatore da proporre un contratto pluriennale( cominciavano ad andare di moda ) e sfumo’ tutto.
 
1000CUORI: Nel calcio moderno se per esempio un centroavanti lo spostano di 3 metri sull’esterno scoppia il finimondo mediatico, ma tu che accettavi mille compromessi tattici pur di giocare, dovresti essere chiamato a dire a a questi “pseudo campioni di oggi” ,che nel calcio esiste anche la parola “gruppo”
 
TREVISANELLO: Bravissimo!Io pur di giocare, e di essere utile al mister, ho spesso accettato compiti diversi dalle mie caratteristiche .Sicuramente a priori se fossi stato più deciso e categorico le mie caratteristiche tecniche sarebbero emerse ancor con più risalto.
 
1000CUORI:Carlo comunque i numeri sono dalla tua ,perché quasi 200 presenze di A e B sono cifre mica banali!
 
TREVISANELLO: potevano essere il doppio,ma ho avuto un sacco di infortuni ,che una volta non venivano curati come oggi  con mezzi tecnologici all’avanguardia ,ma spesso era un fai da te.Basta pensare che la rieducazione dell’arto veniva fatta solitamente dal massaggiatore.
 
1000CUORI: Oggi sentendo tanti racconti e leggendo i libri di Petrini, che era un calciatore dei tuoi tempi che cosa potresti dire in merito ai nostri lettori?
 
TREVISANELLO: Per quanto riguarda borracce, siringhe e medicinali vari io non ho mai visto cose strane, quindi posso dire tranquillamente che non ne so niente. Sui finali di campionato un po’ diciamo così ammorbiditi”, ti chiedo:” fammi la domanda di riserva….”
 
1000CUORI: Tu giocavi in un calcio che i grandi esperti di oggi definiscono obsoleto,ma secondo te un passo indietro,dove ci siano meno numeri e schemi o al cosiddetto calcio all’italiana,sarebbe così tragico?
 
TREVISANELLO: Assolutamente no,anzi io penso che per una squadra trovarsi di fronte un sistema di gioco a uomo sia una difficoltà enorme.Se una cosa e’ nuova e moderna non vuol mica poi dire che sia migliore.Quando si dice oggi che in quel calcio si correva meno  ed erano piu ‘ lenti i ritmi ,mi viene da ridere.
 
1000CUORI: ad Ascoli due personaggi dell’epoca  straordinari ,Mazzone e Rozzi il presidente.Cosa ricordi di loro?
 
TREVISANELLO: Guarda Rozzi fu il primo cultore della “sudditanza psicologica verso gli arbitri”. Si batteva per quelli che erano i soprusi delle provinciali quando di fronte si trovavano una big. Lui dopo anni ha avuto ragione perché calciopoli ha dato sentenze chiare in merito. Era un presidente innamorato della sua squadra, andava persino in tv da Biscardi a combattere contro le grandi del calcio. Non ha mai arretrato di un centimetro.Persona che stimavo tantissimo. Di Mazzone si sa già quasi tutto, anche lui di un carisma incredibile e bravissimo nei rapporti umani,poi quando stavo bene mi ha fatto sempre giocare quindi…
 
1000CUORI: Segui il Bologna o il campionato in genere?
 
TREVISANELLO: Mi spiace deludere i lettori, ma sono un grande amante del calcio soprattutto internazionale e seguo molto le partite di Messi  ,perché rappresenta quasi la perfezione di questo sport e l’unico che riesce a fare cose che per gli altri sono impensabili.
 
1000CUORI: Il tuo post calcio non ti ha visto intraprendere ruoli di allenatore o dirigenziali tua scelta?
TREVISANELLO: Ho chiuso tardi la mia carriera da calciatore e, come vedi, oggi vanno di moda gli allenatori giovani, poi se ci aggiungiamo il fatto che non ho mai avuto procuratori che mi hanno aiutato a entrare nel giro che conta ,ho preferito fare altro.Ho giocato comunque nei veterani prima  e qua saluto Enrico Ciaccio, poi in squadre locali divertendomi ancora tantissimo.
Questo e’ quello che conta alla fine di tutto!
1000CUORI: Carlo,siamo ai saluti,e’ stato straordinario conoscerti,posso aggiungere che Bologna ti ricorda tanto,che ieri quando ho anticipato che oggi ti avrei intervistato tantissimi mi hanno scritto per salutarti e ti informo che nei forum alcuni tifosi hanno come nick name Trevisanello, memori del tuo trascorso rossoblu.
 
  

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