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Esclusiva 1000cuori: Diego Costa “Bologna, cosi tu…M’azzarri”

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Siamo entusiasti che Diego Costa, in esclusiva per  1000cuorirossoblu, ci mandi questo suo veramente indovinato pezzo che con grandissima gioia pubblichiamo, sperando Diego vorrà presto deliziarci ancora.

C’è un nuovo verbo che va di moda a Bologna. Da quattro giorni. “Azzarriarsi”. Sinonimo di infuocare. Sì, caro Bologna in versione partenopea (ti dò del tu pur col dovuto rispetto per la tua gloriosa e veneranda età), tu M’azzarri! Mi è capitato due volte in quattro giorni. 
Dopo la grande notte di domenica, in Coppa ci si aspettava la grande rabbia del Napoli. Invece i cinni rossoblù, con Garics, Guarente e Kone a fare da chiocce, ci hanno regalato un’altra impresa, un’altra gioia. Enorme, come diceva Raf, nell’immenso vuoto che c’è. Il vuoto di una cronaca televisiva miope, poco obiettiva, sbilanciata. Il vuoto di una “cultura sportiva” che lascia spazio all’interesse e alla verità dei numeri. 
Per fortuna le parole non fanno gol. E così abbiamo potuto vedere un fantastico spot per il gioco del calcio, per i suoi valori, per i contenuti educativi. Ce ne siamo accorti tutti, non credevamo ai nostri occhi, tutti tranne che la strana coppia di commentatori televisivi di “mamma Rai”. Il Napoli ha giocato un quarto d’ora. Il tempo di andare in vantaggio con il solito Cavani. E di colpire una traversa con il solito Cavani. Edinson però ha una enne di troppo per accendere la luce. Svogliati, assenti, spocchiosi e persino irritati di dover assolvere all’impegno contro qualcosa di più del Bologna Primavera… il Napoli si è afflosciato su di sè, evidentemente capace di salire sul carro dei vincitori, ma non di fare quadrato nei momenti difficili. Se “Ha da passà a nuttata” come diceva Eduardo, il consiglio ai De Laurentiis e ai Mazzarri di turno è di prendere esempio dal Bologna. E da Stefano Pioli che ha saputo tenere duro quando i risultati non venivano, che ha difeso le sue idee e la sua squadra schermandola dalla ferocia delle critiche a volte addirittura autolesioniste. Ricordate Malesani e del “miracolo Bologna”? Che dire allora di questo Bologna targato Pioli? Nomen omen… c’è sempre una scala (di valori) da salire. Io ci ho sempre creduto. Il Bologna di Siena, il Bologna di Cagliari, quello di Genova (in dieci fin dall’inizio), lo spirito di gruppo l’ha dimostrato, portando a casa un pugno di mosche e pareri ingiustificatamente severi. 
Mi accorgo che sto facendo il “dottor Divago”. Torno sul tema. I ragazzi del Bologna: Stojanovic, Radakovic, fino a Veratti… e quelli che non sono entrati come Capello, Benatti, Maini… Che batticuore all’inizio… ma poi, metro su metro, contrasto su contrasto, ecco Pasquato che firma il pari. E abbiamo pensato: usciremo ma a testa alta. 
Ecco, Bologna che m’azzarri, ti chiedo scusa per questo cattivo pensiero. Mentre dalla panchina del Napoli rispuntavano i titolari, ecco Pasquato che i riprova e il bimbo Veratti che chiama De Sanctis agli straordinari. Siamo arrivati in fondo stremati ma a testa alta. La fortuna aiuta gli audaci non poteva segnare Pandev che fino al palo si era distinto per non aver saltato Stojanovic in uscita. Abbiamo tenuto duro fino al syrtaki, tipica danza di gruppo. I piccoli rossoblù ci hanno dato una gran bella lezione: che non c’è impresa impossibile se ci si mette cuore, polmoni e cervello. Nessuno vince per diritto divino, o per prepotenza. Bravo, caro piccolo grande Bologna, tu m’azzarri! 

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