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Bologna

I Fattori G e la Gobba Antisfiga

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Onestamente, Voi credete alla fortuna? Se adesso io, in maniera molto poco ortodossa, Vi frugassi nelle tasche, potrei correre il rischio di trovare una qualche sorta di amuleto, dal semplicissimo cornetto al più complesso Yantras, che Vi dovrebbe proteggere dalla Kolossal Sphfiga? Si perchè domenica pomeriggio  abbiamo corso il rischio che Mister Pioli andasse in giro, da quel momento in poi,  con un pallet carico di ferri di cavallo (ma quelli da mulo che sono più pesanti) per l’incipit che la partita col Catania aveva avuto,meteo compreso.

Dallara Stadium, turnover della formazione scritto nelle stelle, Curci a proteggere il fortino, Fort Garycs al posto di Panettone Motta e un Guarente al posto di Pulzo le necessarie novità del roaster iniziale. Il resto immutato rispetto a giovedi precedente quando avevamo fatto visita ai Panforti Senesi, rimediando un’ amara sconfitta sopratutto immeritata per la cifra di gioco espressa e per uno sfortunatissimo autogoal. Quella sera Pioli, particolarmente contrariato, aveva lasciato una mezz’ora il suo vice Murelli insieme al fido Lucarelli alla ricerca di almeno tre  quadrifogli (tre numero perfetto cabalisticamente parlando) sul prato dell’Artemio Franchi  ma senza successo. Così domenica, scaramanticamente, il Mister si era presentato con una gobba finta da applicare ad uno dei panchinari (la decisione era caduta in principio su Soerensen ma visto il viso truce dello scandinavo al tentativo di applicargli la protesi, si era dirottato sul più bonario Pasquato che, in stretto dialetto patavino, aveva detto alla vista della gobba “Varda se arivato Hallowen”), da sfrucugliare nei momenti dove il pathos e la tensione della partita sarebbero stati al culmine.

E se è vero come è vero che alle volte sono gli episodi che cambiano il corso della storia, in questo frangente possiamo dire che fu proprio il fattore G  a dare la svolta. Correva (mai una volta che cammini!!) il 19simo minuto del primo tempo, Garics stravince un contrasto in un fazzoletto di terra vicino al calcio d’angolo e crossa al centro dove la palla arriva a Gilardino, che apre le braccia come il Cristo di Rio de Janeiro per difendere la sfera da un difensore che, di fronte al muro improvvisato del Violinista, non può far altro che appoggiare di testa la palla sul piede alla dinamite di Guarito Guarente; in quel preciso istante Daje Tibè  scarica un sinistro, intriso di rabbia accumulata nei due anni passati inutilmente a Siviglia, e gonfia la rete con una zagaglia che neanche i più sofisticati radar in dotazione alle Forze Armate sarebbero stati in grado di seguirne la traiettoria. Goal.

Erano passati appena venti minuti che ancora Gyorgy, ricordandosi di essere tuttora il Garics terzino destro della nazionale austriaca, con un piede particolarmente educato dipinge in aria un perfetto semi arco  col pallone, depositandolo, come farebbe un fattorino della TNT Traco, perfettamente sulla scarpa destra destra del Gila che espugna per la seconda volta la porta di Andujar. This is the G Power!!

Intanto in panchina, la gobba era finita a Stojanovic, il quale ignorando in maniera assoluta le credenze del Nostro paese e ritenendo che si trattasse di super “pappagallo”, ci aveva allegramente pisciato dentro, rendendola inservibile come porta fortuna. Ci furono attimi di autentico smarrimento, con toccate testicolari plurime per cercare di innescare un movimento contrario positivo, ma tutto si  era rivelato inutile. Infatti al 45simo Curci, da fermo e da solo, si accascia in mezzo all’area e si mette le mani al viso con la stessa espressione di dolore di un evirato. Cambio, entra Agliardi. Passano pochi minuti dall’inizio della ripresa quando, al 50simo, continua la strage: per un banalissimo contatto in area, Antonsson deve essere sostituito da Carvalho. Ma dal 55 al 64 la strage rischia di diventare un’autentica ecatombe: prima Agliardi poi Perez subivano infortuni che addirittura facevano allontanare dal rettangolo verde in barella il nostro vice capitano. Pioli aveva già deciso che Stojanovic avrebbe finito la stagione come riserva dei Pulcini se solo solo Curci fosse stato in grado di sedersi in panchina con meno di 4 flebo e 8 bendaggi rigidi. Ma proprio quando la fede incrollabile stava ormai venendo meno fra Noi pellegrini che affollavamo la Cattedrale, il Nostro Capitano, con una perfetta parabola da calcio d’angolo, permetteva a Gila di insaccare di testa e di rimettere lo Stradivari definitvamente nella custodia per quel pomeriggio. Il Goal di Kone giungeva quando già le prime macchine stavano lasciando i parcheggi antistanti allo Stadio, prima che il diluvio universale si abbattesse su Bologna, stemperando tutte le ansie e i cattivi pensieri.

In quel preciso momento, era il 94simo, mi girai a guardare il Nostro fattore G: Michele, in arte Gemelli Rossoblù, emigrato a Santa Barbara (California) alcuni anni fa ma bolognese purosangue, era lì seduto a fianco a me, sui gradoni della curva, assaporando quel momento fantastico che probabilmente per diversi anni sarebbe stato il suo ricordo ricorrente di un pomeriggio italiano, fatto di sapori di casa e di colori Rossoblu, i colori della Nostra passione.

 

Dedicato a Valentino, James e Mibo e a tutti i ragazzi di “Bologna nel Cuore”, perchè un sito è tanto grande quanto può essere grande la passione di chi lo sostiene. Grande quanto lo è la Vostra…….

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