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Adesso chi lo dice ad Acqua? (Il ritorno del Gila)

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A Zemanlandia stasera è tutto buio. Sono andati tutti a casa da un pezzo, l’abbacchio indigesto non lo hanno digerito e sui sette colli, di genia giallorossa, aleggia una cappa di pesante amarezza. “Avemo fatto a’ partita pe’ i primi 45 minuti eppoi neanche Capitan Futuro ci avrebbe tirato fuori da’ guai”.

A Zemanlandia stasera è tutto silenzioso……..

Stadio Olimpico, domenica ore 15. Si comincia.

La Lupa, priva di De Rossi e Osvaldo ( gli altri mancanti sono personaggi da calcio minore), morde subito nei primi minuti come nel più rigoroso clichè zemaniano: un furibondo assalto al fortino rossoblu che capitola al nono dopo una colossale dormita della difesa: er Pupone irride Motta, schierato a panettone con 3 mesi di anticipo, si accentra e lascia partire una sabongia che si stampa sul palo e da li sulla testa di Florenzi che lo spedisce, come una raccomandata A/R, in fondo al sacco.

Tempo di capire cosa stesse succedendo e che non eravamo a DisneyWorld che la porta di Chicco capitola per la seconda volta: entrata assassina di Florenzi su Perez che perde la sfera; arriva  Lamela, che lascia partire una Pera a rientrare che colpisce lo stesso palo di prima, carambolando beffardamente nella rete. I 159 fedelissimi giunti da Bologna iniziano allora a guardare il cielo che di colpo si era fatto plumbeo ( almeno per loro) e dopo la pioggia per quel pomeriggio, da come si erano messe le cose,

minacciava grandine.

La leggenda narra che, per l’inerzia che la partita aveva assunto, una voce vicina alla panchina rossoblu urlasse a pieni polmoni “Robert scaldati” e che al sardo-polacco, panchinato da Di Vaio per oltre un anno e con l’incubo del bis per l’avvento del primo Violino del Dall’Ara, fosse affiorato un sorriso sul volto.

La ripresa inizia con due carte rimesse nel mazzo, Perez e Guarente, e con Pioli che prova a pescare la matta, con l’inserimento di Pazienza e Pulzetti, per dare più gamba e polmoni al nostro centrocampo.

Intanto  Robert correva a bordo campo, entrava in temperatura e cresceva in lui una flebile speranza…”Dai Robert che oggi si gioca” inanellando giri su giri di campo.

Ma come capita sempre nelle storie a lieto fine, potevano i Nostri eroi soccombere?  Gli Dei del pallone non lo avrebbero potuto permettere. Prima Gila, con uno stacco di testa ad incrociare, poi Diamanti, dopo un’azione insistita, confezionano il più beffardo dei risultati, il pareggio che non Ti aspetti e che ammutolisce tutta la Curva Sud.

“Dai Robert” pensava nel frattempo Acquafresca fra se e se” cinque minuti, dall’85 fino alla fine del match, non li si nega a

nessuno….buono stai buono..dai che entri” continuando a correre con la pettorina modello Anas, dietro alla porta di Chicco.

Da li successe tutto in un attimo e vogliamo raccontarvi solo il finale: Garics, che si ricorda per una attimo di avere lavorato alla Gillette, piazza un’autentica rasoiata al centro dell’area per l’accorrente Gilardino, Burdisso, in un conato di istinto materno, si fionda fra le braccia del proprio portiere impedendogli di intervernire, e il suonatore di StradiVari caracollando verso il fondo,  trova un momento di eternità in terra fatta a forma di pallone che rotola nell’angolo più lontano, gonfiando il sacco per la terza volta.

Sapete ormai come è finita la partita ma certamente non sapete come la stessa voce del primo tempo, avvicinandosi al fido Murelli e guardandolo in faccia a pochi secondi dalla fine, abbia detto ” E adesso chi lo dice ad Acqua?”

Già e adesso chi lo dice  a Robert?

 

Bentornato Gilardino, splendido musicista del calcio e impareggiabile suonatore di Stradivari.

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