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Bologna

Auguri Rossoblù: Piermario Morosini – 5 lug

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La visione che da giovane avevo dei calciatori era un qualcosa di estremamente strano e, mi duole dirlo, assai bambinesca: vedevo i giocatori che ogni domenica scendevano in campo come uomini incapaci di farsi male (se non per gli infortuni, che avevo già riconosciuto come parte integrante del gioco), dissimili da me o da tutte le altre persone che conoscevo, persone forti che vedevo come miti da idolatrare. La mia fanciullesca e assai ingenua visione crollò improvvisamente durante un assurdo e drammatico pomeriggio di aprile: con i miei sabati pomeriggio incredibilmente vuoti, mi facevo cullare dalla dolce Serie B, con la possibilità di svariare su tutti i campi che si conciliava perfettamente con le mie richieste; ad un certo punto, durante un normalissimo Pescara – Livorno, con Il Delfino capace, quella stagione, di stupire tutti, riportando Zemanlandia dove più gli aggradava, vedo crollare un giovane calciatore del Livorno a terra; dapprima il mio pensiero si concentrò principalmente su quei calciatori che spesso, a causa di un equilibrio instabile, crollavano a terra con poco; subito dopo mi accorsi però che la faccenda si stava facendo grave: ciò che più mi sconvolse quel pomeriggio furono gli sguardi impietriti e gonfi di lacrime dei tifosi in curva, così come i 21 in campo che a stento credevano a ciò che stava succedendo a pochi metri da loro. Quel ragazzo, che verrà trasportato in ospedale quando ormai non c’erano più speranze, era Piermario Morosini. Pensavo, nel comporre questo articolo, che dovesse essere differente dagli altri, dovesse essere un modo per portare rispetto senza perdersi in divagazioni o preziosismi: Piermario giocò al Bologna, ma non penso che sia questo il punto focale del discorso; il punto focale è che da quel momento in poi cambiai completamente visione sui calciatori, che d’improvviso mi sembravano sempre più fragili, sempre più incoscienti di ciò che stava succedendo, sempre più in balia del destino. Piermario, ragazzo incredibilmente sfortunato, trovava sempre il modo di sorridere, il modo di andare avanti. Oggi sarebbe stato il tuo trentunesimo compleanno e mi pareva giusto ricordarsi di te, giovane ragazzo che ha fatto piangere tutta l’Italia calcistica e non, me compreso. Ciao Pier, manchi a chiunque amasse il calcio.

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