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RdC – Un anno di Roberto Donadoni – 28 ott

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Accadeva un anno fa; Roberto Donadoni, tra la gratificazione dei sostenitori felsinei, veniva eletto nuovo allenatore del Bologna Fc 1909, a discapito di Delio Rossi, che in 10 giornate non riuscì a fare meglio di 6 punti conquistati, contro il Frosinone tra le mura amiche e il Carpi al Braglia, entrambe battute, ma con il minimo scarto. Due squadre che successivamente, al termine della stagione, saluteranno la Serie A, tornando in cadetteria dopo solo una stagione nel massimo campionato italiano.

L’allenatore bergamasco quindi, è approdato sotto le Due Torri, il 28 ottobre 2015, il giorno seguente alla sconfitta interna contro l’Inter; la sua media è da decimo posto. Neanche un campionato intero, per scoprire che il Bologna non solo si salvò, ma sorprese i pessimisti. Perché come ribadisce Doriano Rabotti sul Resto del Carlino odierno, tutto ciò si verifica, grazie al lavoro silenzioso di un uomo, prima ancora di un tecnico, capace di perdere il controllo soltanto quando i suoi ragazzi la combinano davvero grossa, come Oikonomou e Masina contro la Lazio.

Lo stile della casa è noto, il bilancio delle cifre merita una rinfrescata.  La matematica non è un opinione, dicevano. I punti ottenuti, nell’analizzare l’operato del condottiero rossoblu, non possono né tenere conto della situazione in base all’umore del momento, né dei tanti rimpianti che caratterizzano gli ultimi tempi. I numeri non mentono, perché non hanno stati d’animo. Subentrato in corsa, il mister, tra le altre di Napoli, Cagliari e Parma, è riuscito a stravolgere il trend petroniano; il Bologna ha aggiunto 36 punti in 28 partite, chiudendo a quota  42, conquistando il quattordicesimo gradino, costruito battendo il Napoli in casa, Sassuolo e Milan in trasferta, e imponendo il pareggio alla Juventus schiacciasassi, che veniva da un filotto positivo di 15 vittorie consecutive. Il giorno prima dell’ultimo match, casualmente in casa del Chievo, il timoniere della banda bolognese disse: “Si può lavorare e programmare per arrivare decimi l’anno prossimo”. I clivensi terminarono noni con 50 lunghezze, il Genoa decimo con 46.

Il Bologna di Donadoni viaggia ad una media di 49 “mattoncini” sulle 38 partite (12 V, 13 N, 13 S), che quindi autorizza sogni di gloria, intesa come raggiungimento dell’obiettivo personale espresso a voce alta dal tecnico e sicuramente condiviso dal club. Sorridono anche le statistiche, che altresì affermano che la leggenda rossonera, ha ribaltato la media punti a gara del suo predecessore, e il rendimento in questa fase del campionato è ancora migliore, seppur di poco: segno che quell’1.3 punti ad incontro è la cifra perfetta di questo mister. E infatti, di questo passo, il Bologna finirebbe la stagione a 49 punti precisi. Non sappiamo oggi se basteranno per il decimo posto, ma tanto lontani da quell’obiettivo non si va, di questo passo.

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