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La casa si costruisce dalle fondamenta: il Bologna del futuro ai raggi x – 19 Dic.

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La storia del Bologna ci ha regalato grandi gioie, così come grandi dolori, l’ultimo dei quali l’amarissima retrocessione della stagione 2013/2014, il punto più basso della storia recente a tinte rossoblù. Dopo il cambio di guida tecnica con il passaggio da Pioli a Ballardini ed una dirigenza, che anziché fornire materiale umano adatto alle esigenze felsinee, si è impegnata per smantellare la squadra e tappare le falle con sostituti non all’altezza per mantenere il club sulla linea di galleggiamento, si è raggiunta l’inevitabile perdita della massima categoria. Agli albori della stagione 2014-2015 sembrava cosa praticamente fatta il passaggio di consegne fra Albano Guaraldi e Massimo Zanetti, con il secondo che avrebbe acquistato la maggioranza delle quote del Bologna mentre il primo sarebbe rimasto sul trono dirigenziale. Ma la sorte così non ha voluto: dopo il consiglio di amministrazione dell’8 Ottobre 2014 è stata fatta la scelta di affidare il club nelle mani della cordata americana capitanata da Joe Tacopina, comprendente anche l’attuale chairman Joey Saputo, con il primo che è diventato il terzo presidente straniero rossoblù il 15 Ottobre. Da allora l’impegno profuso per accrescere il valore del club è stato enorme, soprattutto grazie ad investimenti atti a migliorare sempre di più la qualità della squadra felsinea, sia in campo che fuori, con i cambi di direttore sportivo, di allenatore, passando per il progetto per il rifacimento del Dall’Ara e molto altro. Ma l’eredità “guaraldiana” è pesante, si parla di 16 milioni di perdite, con le entrate che si fermano a 65,4 milioni mentre i costi arrivano molto più in alto, addirittura a 73,8 milioni di euro. Un primo aumento di capitale è stato effettuato subito, del valore di 12 milioni con un secondo investimento previsto entro Giugno 2015 per compensare una perdita già preventivata di almeno 10 milioni. Nonostante gli sforzi fatti la stagione della promozione in Serie A è stata inaugurata da un bilancio di -28,4 milioni, complice anche l’anno di cadetteria appena concluso dal Bologna che ha portato meno introiti rispetto alla massima serie. Un passivo che è aumentato notevolmente anche al termine della scorsa stagione, con un conto che a Giugno 2016 segnava -32,6 milioni, nonostante l’aumento di capitale da 35 milioni operato da Saputo ad Ottobre 2015, prevedendone uno ulteriore di 28 milioni, avendo messo in conto un’altra perdita di 13 milioni nel 2017. Ma non sono solo notizie negative quelle che circondano il club, che purtroppo non è ancora in grado di essere autonomo e necessità di continua linfa vitale: durante la stagione 2015-2016 i ricavi sono aumentati del 58% raggiungendo i 54 milioni, i debiti a lungo termine con le banche portati quasi a zero (restano solo 3,3 milioni di mutuo per lo stadio e per il centro tecnico), è stata fondata la “BFC Real Estate” (società che si occupa della gestione delle attività immobiliari relative alla società) ed un passivo annuale nettamente migliorato grazie alle plusvalenze effettuate con le cessioni di Diawara e Rossettini. Un Bologna che punta ad ottimizzare la propria gestione, organizzando al meglio le proprie risorse ed investendo nel proprio futuro, sia con nuove strutture per i giocatori e lo staff, sia puntando su giovani promesse, fornendo così delle fondamenta solide da cui partire per costruire la società degli anni a venire, ultimo investimento in ordine cronologico l’acquisto a titolo definitivo del Centro Tecnico Niccolò Galli. Perché una città ed una società ambiziosa come Bologna ed il Bologna meritano una nuova casa, dalle fondamenta solide e che possa garantirle un roseo futuro.

(fonte della foto: Il pallone gonfiato)

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