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Bologna

Auguri Rossoblù: Erick Pulgar – 15 gen

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Garra, Pastel de Cholo, Amor y paciencia.

 

Non serve altro. Formula perfetta, nulla di più, nulla di meno. Per i calciatori sudamericani ho sempre avuto un debole, soprattutto se si parla di Bologna: di quelli coi piedi fini, nei dintorni di via Andrea Costa, se ne sono visti pochini, li puoi quasi contare sulle dita di una mano. Ma gli altri, quelli con la garra nel sangue, quelli che spezzano il gioco dell’avversario, quelli che combattono fino a quando le gambe non reggono più, l cuore ha raggiunto battiti anormali e i polmoni scoppiano beh, di quelli ho avuto la fortuna di vederne qualcheduno in più. L’ultimo arrivato viene da lontano, Universidad Catolica per l’esattezza, campionato duro ma da dove riesci a pescare qualche bella pepita. Pastel de cholo in mano, se lo mangia in un boccone, saluta tutti (soprattutto il fratellino) e parte, cappellino New Era, occhiali da sole, un ultimo sguardo allo splendido mare cileno, culla di sogni, di momenti bellissimi e della giovinezza e si parte, destinazione Bologna. 7 agosto 2015: Erick Pulgar approda a Bologna, e già diventa idolo della curva; ruolo difficile da stabilire, vista l’incredibile duttilità e la sua capacità di trasformare il modo di giocare, tatuaggi ben evidenti e dal chiaro valore simbolico, ciuffo sempre alto, paura di nessuno mai. Questo è Amor, sa già farsi voler bene, nonostante la prima stagione non sia facilissima, a livello di presenze e di minutaggio. Colpa di un altro ragazzino, più giovane ma più maturo tatticamente che si siede in cabina di regia e da lì non si alza più. “Spostatemi Voi, se ci riuscite!” sembra dire. Non sono riusciti a spostarlo nemmeno con un pullman. Paciencia, il tuo momento arriva Erick, basta continuare a lavorare, continuare a bussare, sempre con la garra che già ti contraddistingue. Le occasioni arrivano, è vero, ma il turno di Erick sembra sempre il prossimo, sembra non arrivare mai. Calma e sangue freddo ragazzo che, spesso, le opportunità arrivano proprio quando meno te lo aspetti, come quel gol al Chievo, tirato fuori come un coniglio da un cilindro, all’improvviso, senza avvisare nessuno. E ti vedremo sempre lì, anche oggi, giorno del tuo compleanno numero 23, col tuo biglietto in mano, e il Pastel de Cholo nella tasca dello zaino, sia mai che serva. 

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