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IL GRILLO PENSANTE – L’isola del tesoro

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A tutti nella vita è capitato di ritrovarsi in certe situazioni senza comprendere esattamente come esserci capitati…un po’ come il Bologna che, come un lampo nel buio, si ritrova catapultato sulla coda della celeberrima “parte sinistra della classifica” perfettamente adagiato nella comoda poltrona della decima posizione. Considerando i malumori che avevano accompagnato la fine del vecchio anno sulla scia di un prolungato periodo incolore, sbalordisce come una squadra apatica e incapace di replicare il livello di inizio stagione sia riuscita a scovare nuove motivazioni per riconquistare la fase ascendente di un singolare rendimento sinusoidale; un encomio va sottoscritto per mister Donadoni che ha avuto il coraggio di perseguire le sue scelte (talvolta impopolari) con tenacia, ed anche per parecchi interpreti che hanno recuperato la smarrita identità. Non sembra una casualità che tale convinta inversione sia legata a doppio filo al reparto difensivo che nelle ultime 5 gare di campionato ha subito reti soltanto dalla corazzata juventina; la retroguardia sembra aver recuperato l’impermeabilità dell’anno passato, con Oikonomou capace di soverchiare le critiche di un periodo intricato, con Krafth brillantemente opportunista nel farsi preferire all’infortunato Torosidis, con Masina rinvigorito e con Maietta solito imprescindibile direttore d’orchestra.

Nel cielo di questo benevolo principio d’anno l’astro che brilla più intensamente nel firmamento rossoblu è evidentemente Dzemaili che ha incrementato il suo già ricco pacchetto di optional con il lusso del vizio del gol; se associamo anche i progressi di Pulgar, un Donsah rispolverato in grande stile ed un Nagy che mai tradisce, allora si possono dormire sonni tranquilli e valutare con estrema serenità se il buon Viviani possa valere, da qui a Giugno, i 5 milioni di euro richiesti dal Verona per vestirlo di rossoblu in via definitiva.

Le 3 vittorie dell’ultimo mese (sommate alla grande prestazione in Coppa Italia, dove un ostinato e giovane Bologna ha fatto sgobbare oltremodo l’Inter tra le proprie mura per svalicare ai Quarti) ha soltanto parzialmente velato l’attenzione sulla cronica insipienza offensiva della squadra; ormai è certificato che Krejci sia un valido alfiere ma senza frecce al proprio arco e che Mattia Destro sia uno dei centravanti più discussi del campionato per l’impalpabilità dei suoi numeri. Il ceco però non si è mai risparmiato in impegno ed energie profuse mentre il ragazzone di Ascoli Piceno ha evidenziato troppo frequentemente atteggiamenti indolenti e poco propositivi che hanno spaccato tifoseria ed opinione pubblica. Contro il Torino si è visto un giocatore più inserito nel gruppo e più voglioso di rendersi utile alla causa, ma tale condotta dovrà essere conservata stabilmente per riprendere anche a gonfiare la rete con regolarità e riconquistare la fiducia di un ambiente che lo ha sempre protetto e coccolato.

In questa giornata si sorvola il Tirreno per incrociare le armi col Cagliari, appaiato ai felsinei a 26 punti e smanioso di riscattare le ultime due sconfitte subìte. All’interno della propria roccaforte gli isolani vincono spesso, segnano una valanga di gol ma ne subiscono anche parecchi; mai il Bologna è riuscito a convincere quando chiamato a fare il salto di qualità, mai è stato carpito, in tutti i momenti cruciali, il risultato importante che tramutasse una sostenuta velocità di crociera in un’impennata. Dopo questa trasferta ci sarà una straordinaria settimana di calcio sotto le Due Torri che vedrà la visita a domicilio di Napoli e Milan (recupero), quindi la gara di Cagliari apre le sliding doors che prepareranno il terreno di questi incontri aristocratici; ad attendere il Bologna ci sarà un’isola aspra ed ostile, sui cui bastioni sventola orgogliosa la bandiera dei 4 mori pronti a ricacciarlo oltremare e indietro in classifica. Toccherà ai ragazzi di Donadoni trasformarla nell’Isola del Tesoro, dove il bramato forziere dei 3 punti sembra più raggiungibile armati del corsaro Simone Verdi riemerso con intonsa e spudorata audacia da un periodo di esilio forzato. 

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