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Polvere di stelle: TARCISIO BURGNICH – 13 apr

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LA SPADA DELLA “ROCCIA”

Pelé volò in cielo, quella volta,per cannoneggiare di testa Albertosi, aprendo le marcature della finale mondiale 1970. Burgnich,che venne sovrastato, commentò poi: «Credevo di essere saltato altissimo, ma quando ricaddi a terra mi girai e Pelé era ancora in aria». E aggiunse: «Sarebbe bastato toccarlo, sbilanciarlo e non avrebbe segnato». Come dire: la lealtà certe volte è un limite. Perché lui, Tarcisio Burgnich, nato a Ruda, in provincia di Udine, il 25 aprile 1939, era così: un asfissiante mastino capace dimettere la museruola ai più grandi attaccanti del mondo, mantenendosi in una linea di correttezza che in. un difensore significa soprattutto classe. E di classe ne aveva tantissima, Burgnich, che fu caposaldo della difesa della Grande Inter di Helenio Herrera,uno dei reparti più granitici della storia del calcio.

L’ascesa parte dal suo paesino, dove lo scova un talent scout dell’Udinese, subito colpito dall’asciuttezza dello stile: nessuna concessione alla platea, solo l’annullamento dell’attaccante avversario, in anticipo di piede o sovrastandolo negli stacchi di testa, e la battuta lunga di destro a disimpegnare. Il debutto in A è precoce, così come il passaggio alla Juventus come promettente virgulto. Ma l’ambiente della Signora stritola il ragazzo friulano, chiuso e timido per quanto in campo il suo stile viene scambiato per ruvido. Finisce così a “farsi le ossa” nel Palermo, in A, da dove in una sola stagione decolla verso l’Inter. Herrera ha pronto lo squadrone, con la coppia di terzini Burgnich-Facchetti e l’invenzione di Picchi libero a cementare un reparto da favola.

È l’epoca d’oro. La”roccia”, come viene soprannominato per la sua indistruttibilità, arriva in Nazionale nel novembre 1963,la coppia con Facchetti è la più forte del mondo, il Mondiale1966 lo consacra miglior terzino destro. La rigorosa vita professionale promuove una straordinaria longevità atletica. Trasformatosi in libero dalle perentorie chiusure, lascia l’Inter per il Napoli portando in dote quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Sotto il Vesuvio è di nuovo protagonista, partecipando tra l’altro senza scomporsi agli esperimenti zonisti di Vinicio. Chiude a 38 anni, ancora titolare, dopo diciannove stagioni tutte in A, per complessive 494 partite e 6 gol.

Carlo Felice Chiesa

(Calcio 2000 n°16)

 

Foto di apertura: Tarcisio Burgnich in maglia Palermo nella stagione 1961-62.

Foto a lato: Mondiali Mexico 1970 – Burgnich contrasta il mitico Pelè.

 

 

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