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IL GRILLO PENSANTE – Destro si o Destro no?

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Sembra un’immagine ormai consunta e sbiadita quella di un ragazzo che viene travolto dal fiume in piena dell’affetto dei tifosi bolognesi appena mosso il primo passo sul suolo emiliano; avrà pensato che il Frecciarossa si fosse fermato nel Paese dei Balocchi vista un’accoglienza da superstar come quella, l’emozione che traspariva dall’espressione dipinta in volto simile a quella di un bambino dinanzi ad un grosso pacco dono inatteso. In realtà l’abbraccio caloroso nei confronti di Mattia Destro fu grande come l’aspettativa che il popolo rossoblù riponeva nel centravanti marchigiano, impacchettato nella capitale e spedito verso Bologna come simbolo del nuovo progetto canadese e punta di diamante del mercato targato Corvino.

Purtroppo l’oneroso investimento, a distanza di 2 anni, non ha prodotto i dividendi sperati. Quella che sarebbe dovuta diventare la principale bocca da fuoco rossoblu rendiconta numeri oggettivamente poco lusinghieri: la rete siglata ieri a Bergamo è la numero 15 in 52 reti disputate, equivalente a poco più di una rete segnata ogni 4 partite. La trama del film bolognese di Destro ha vissuto momenti alterni, con un primo anno che sembrava poter archiviare a referto una doppia cifra ma con un Marzo malandrino che ha interrotto bruscamente i piani sotto i tacchetti di Miranda; i tifosi felsinei non hanno abbandonato il proprio attaccante ed in questa stagione hanno riposto ancora di più la fiducia in lui, attendendolo come si fa con un figlio di cui si intuiscono le potenzialità ma di cui si percepisce anche l’esigenza di doverlo coccolare per permettergli di esprimersi al meglio.

In questa seconda stagione, dopo un’avvio promettente, la retta via è stata lentamente ed inesorabilmente smarrita, non solo nei numeri ma anche e soprattutto nell’atteggiamento spesso irriverente e apparentemente svogliato del giocatore, mai animato dal fuoco sacro della battaglia e sempre più spesso percepito più come una zavorra anzichè una risorsa.

Con l’implosione dei tempi con i quali le società calcistiche ricercano (e spesso pretendono) i risultati, in questo periodo storico è un autentico lusso poter beneficiare di un credito di ben 2 anni per poter sfoderare tutte le proprie qualità sul prato verde, peraltro nelle condizioni più congeniali possibili: una dirigenza che ti investe di grande fiducia, una piazza che ti sostiene ad oltranza, una concorrenza degna che latita artificiosamente. Se neppure un habitat tanto invidiabile ha permesso a Mattia Destro di produrre risultati apprezzabili, qualche seria riflessione dovrà essere necessariamente fatta a Giugno: sarà ancora opportuno consegnare la titolarità dell’attacco all’ex-lupacchiotto oppure sarebbe opportuno virare con decisione su qualche volto nuovo? Dal lato economico, oltre ad un ingaggio tutt’altro che marginale (altri 3 anni di contratto a circa 1,8 milioni a stagione), quale squadra sarà disposta ad investire nel suo cartellino? In realtà il prezzo potrebbe essere meno esoso di quanto immaginato, infatti il Bologna ha pagato alla Roma una fattura di 8,5 milioni (in realtà sono previsti anche 3 milioni di bonus, ma sembra piuttosto irrealistico che la dirigenza rossoblu debba scucire tale cifra considerato che scatterebbe il premio soltanto nel caso in cui Destro segnasse complessivamente 30 reti nei primi 3 campionati) e sono praticamente già trascorsi 2 dei 5 anni di contratto sottoscritti dal giocatore…quindi, all’apertura del mercato estivo, sarebbe sufficiente vendere il cartellino ad una cifra di poco superiore ai 5 milioni di euro per non dover costringere Fenucci a scrivere una minusvalenza a bilancio.

 

Quindi Destro sì o Destro no? Probabilmente il tempo è scaduto, i tifosi bolognesi si sono un po’ logorati nell’attesa di Godot , e se così fosse sarà importante agire tempestivamente e con le idee estremamente chiare, senza dover rivivere i fatali temporeggiamenti delle precedenti sessioni di mercato i cui effetti negativi riecheggiano ancora sulla situazione attuale della squadra. Se però le attente e profonde riflessioni tecniche degli addetti ai lavori produrranno la decisione di mantenere inalterata l’attuale domicilio dell’attuale centravanti rossoblu, allora tutte le preghiere che verranno dispensate in futuro dal Dall’Ara verso San Luca avranno tendenzialmente un comune obiettivo: che il buon Mattia condanni patron Saputo a bonificare verso la Capitale altri 3 milioni di euro per il proprio cartellino.

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