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IL GRILLO PENSANTE – Il passo in avanti che ancora non c’è

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In quest’annata travagliata e impervia il Bologna rischia concretamente di non centrare neppure l’obiettivo minimo che il buon Joey Saputo si era prefisso a Settembre: fare anche soltanto un punto in più della scorsa stagione, almeno per percepire una sensazione di progresso seppur marginale.

I numeri che, da qualsiasi angolazione li si guardi, non mentono mai ci raccontano di un Bologna mestamente quindicesimo con un magro bottino di 38 punti a 3 giornate dal termine del campionato; serviranno quindi almeno 5 punti contro Pescara, Milan e Juventus per cogliere un piccolo segno positivo in una stagione nella quale tante (troppe) cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto.

Francamente, confidando in una vittoria tra le mura amiche contro il fanalino di coda Pescara già retrocesso in cadetteria, appare incredibilmente ottimistico strappare almeno altri 2 punti nelle gare conclusive: a domicilio contro un Milan affamato di punti europei ed in chiusura al Dall’Ara contro una Juventus (probabilmente con il sesto scudetto consecutivo cucito sul petto) impietosa verso qualunque avversario.

Nel mese di Maggio, oltre alle inconsistenti e per alcuni versi mortificanti considerazioni sul centellinare i punti attuali rispetto all’anno precedente, si è entrati come tradizione nell’affollata anticamera del calciomercato, e sulla base ormai certificata dell’annata tutt’altro che esaltante del Bologna hanno preso progressivamente corpo le discussioni anche sul futuro di mister Donadoni. Una parte dell’opinione pubblica rossoblu si schiera a spada tratta per la riconferma dell’allenatore in carica, enfatizzando il lavoro svolto nell’ultimo anno e mezzo nella ricerca dei giocatori e dei moduli di gioco più congeniali per una crescita specificatamente bollata come “graduale” dalla società. Altre voci più o meno autorevoli confidano in un cambio della guida tecnica, e nel clima di indiscrezioni si sprecano i nomi papabili: dal fantasioso Paulo Sousa, al nostalgico Pioli, al veterano Ranieri, all’inarrivabile Di Francesco, all’incognita Stellone, al grintoso Gattuso…e la lista continua all’infinito, con nomi mischiati tra realtà (tracce) e fantasia (fiumi).

 

Tra tante illusioni e fumo negli occhi c’è un’unica certezza che la società Bologna FC non dovrà mettere in discussione dopo 2 anni di “esperienza” nella massima serie: farsi trovare pronta e reattiva nel colmare pienamente con soluzioni azzeccate le lacune che questa squadra ha evidenziato nel campionato in corso, alcune delle quali sono un’eco piuttosto nitido di problematiche irrisolte l’estate scorsa. Questa volta la dirigenza e lo staff tecnico arriva compatto e consolidato, senza ritardi nel conoscere la categoria da disputare (come successe a Corvino in occasione dei Play Off di Serie B) e senza ribaltoni negli interpreti principali (come la scorsa estate); quindi la piazza si aspetta idee chiare e una strada già ben tracciata da perseguire affinchè il campionato prossimo possa effettivamente venire etichettato come un corposo passo in avanti.

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