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IL GRILLO PENSATE – I profondi risvolti dell’affare Masina

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Dante avrebbe scritto che “nel bel mezzo dell’avvio del campionato, ci ritrovammo in una selva oscura”, con l’intento di parafrasare l’inaspettato avvento di una modaiola eclissi a rendere più sfocata la carreggiata di un percorso che sembrava già tracciato: il famigerato “Progetto Giovani”. Una strada imboccata per precisa scelta e/o necessità societaria dall’avvento dell’attuale proprietà, rammentata periodicamente dalla coppia Fenucci-Bigon ed avvalorata nel corso di questa estate dalle loro dichiarazioni improntate sulla ferma volontà di non privarsi dei giovani talenti (con espliciti riferimenti a Verdi, Di Francesco e Masina). Ma la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni, tanto che tutti i lodevoli propositi sono stati istantaneamente sconfessati con la deflagrazione dell’affare Masina…cosa è accaduto per un dietrofront tanto repentino di intenti, soprattutto nel rush finale del calciomercato?

Il giocatore ha un contratto fino a Giugno 2019 a circa 350.000 € netti annui; sembrerebbe che la società gli abbia offerto in primis un prolungamento fino al 2021 a circa 500.000 € netti, proposta rispedita al mittente perché ritenuta non adeguata. Con sospetta coincidenza il Siviglia, fresco di qualificazione in Champions League tramite preliminare, piomba su Masina mettendo sul piatto prima 5 milioni poi correggendo il tiro a 7 milioni…il Bologna non fa muro e attacca al giocatore il cartellino del prezzo: 10 milioni + bonus. Il Siviglia a quel punto nicchia, vorrebbe regalarsi il giovane laterale per festeggiare la conquista dell’Europa dei big ma è titubante nell’accontentare i felsinei; contestualmente Bigon si muove per rattoppare l’eventuale lacuna che si verrebbe a creare, individuando in Lazaar del Newcastle (25 anni, con un positivo passato a Palermo ma scarsamente utilizzato da Benitez in Premiership – 2° serie inglese) il profilo da tenere in caldo per la sostituzione volante…ma questa soluzione comporta il medesimo scoglio da superare, in quanto il marocchino percepisce il doppio (1 milione) di quanto offerto dal DS emiliano.

Nel frattempo a Bologna si alza un polverone enorme sulla vicenda, con risonanza ancora più amplificata della sciagura Diawara, tant’è che nella tifoseria bolognese si apre una crepa netta tra favorevoli e contrari alla cessione di Adam Masina: chi accondiscende giustifica la partenza del terzino come un affare finalizzato ad incassare un cospicuo gruzzoletto, liberandosi contestualmente di un giocatore proveniente da un’annata che ha tradito le aspettative di crescita. Chi invece si oppone evidenzia che si tratta di un giovane titolare di 23 anni proveniente dal vivaio e devotissimo alla causa rossoblu, peraltro in un ruolo dove scarseggiano interpreti di valore.

Analizzando il profilo di Masina non si può trascurare che lo scorso anno il buon Adam sia stato risucchiato nella mediocrità generale di una squadra abulica, habitat ideale per evidenziare le sue lacune difensive che sono indubbiamente il tallone d’Achille sul quale lavorare duro per evolversi. Si deve però considerare che è sempre stato un punto fermo del binario di sinistra (32 presenze condite da 1 gol e 4 assist), ha un’età che gli permette di disporre del tempo necessario a tamponare le proprie carenze e, dopo che Bigon si è liberato in modo (forse) troppo sbrigativo di Ferrari, è l’unico giocatore della prima squadra a provenire dal vivaio rossoblu (un’aspetto non secondario se rapportato alle limitazioni della temuta Lista FIGC).

In tutta questa vicenda ciò che più spiazza è il controverso operato dello stato maggiore felsineo: indipendentemente dalla convenienza o meno dell’affare, l’ipotetica cessione di Masina confonde non poco i pensieri di chi riconosce nella dirigenza rossoblu un’integrità morale che ometterebbe automaticamente l’incoerenza tra il proclamato e l’eseguito. Se il trasferimento si concretizzasse muterebbe all’instante anche il valore attribuibile alle future esternazioni societarie o, perlomeno, getterebbe oscure ombre sulla reale capacità di poter trattenere le pedine di valore nonostante le rassicurazioni preventive. In entrambi i casi si tratterebbe di segnali poco confortanti. L’eventuale tentativo di schermare la vicenda Masina dietro ad rifiuto dell’offerta di rinnovo appare forzato, in quanto offrire un aumento non irrinunciabile ad un giocatore titolare (80 partite negli ultimi 3 campionati) può essere legittimo quanto la facoltà di essere rifiutato; il Siviglia offrirebbe un contratto attorno ai 900.000 € annui, quindi non dovrebbe essere enigmatico trovare un’accordo a metà strada con un ragazzo tanto affezionato ai colori rossoblu. Negli ultimi giorni sembrerebbe che l’offerta di rinnovo sia salita a 600.000 € annui, quindi se il credo comune fosse quello di proseguire insieme allora un’intesa sarebbe alla portata; viceversa diventerebbe plausibile immaginare che, vista l’impellente necessità di reperire la liquidità necessaria al completamento della squadra (e non riuscendo ad ottenerla mediante altre operazioni), la società non spinga con convinzione per trattenere Masina in quanto il Siviglia diventerebbe un provvidenziale portatore d’acqua per un Bologna terribilmente assetato di denari. Quantomeno, se proprio dev’essere ritrattata l’inattaccabilità dei giovani più valorosi, sarebbe opportuno ottenere un introito in linea con un mercato folle (capace di gratificare la Lazio con 17 milioni per la cessione di Hoedt al Southampton e la Sampdoria con l’incasso di circa 30 milioni per il trasferimento di Skriniar all’Inter) e rinforzare in modo inoppugnabile la rosa con un nuovo terzino sinistro all’altezza e un centrocampista di alto livello…senza magari perdere di vista anche le carte d’identità considerando che, nella prima giornata di Campionato, l’età media dei giocatori bolognesi scesi in campo era di 27,4 anni (ovvero la 7° più vecchia dell’intera Serie A).

 

Sul campo, invece, si è rivisto a sprazzi un piglio gagliardo che da troppo tempo era assente ingiustificato, e con sofferenza sono stati collezionati 4 punti in 2 partite; è curioso scoprire che il VAR si sia rivelato un grande alleato del Bologna in questo avvio di torneo, contribuendo in modo decisivo al positivo inizio sotto il profilo della classifica…che siano segnali di un vento che è cambiato?

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