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Meteore Rossoblù – Un rigore al novantesimo… – 14 Set

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Tutti noi certamente ricordiamo il rigore con cui, al novantatreesimo minuto, il compianto Klass Ingesson pareggiò la partita contro la Sampdoria condannandola alla serie B, ma vi ricordate anche come fu guadagnato quel rigore?!

Igor Simutenkov entrò in area avversaria dal lato destro affrontato da Sakic e cadde a terra dopo un contatto molto dubbio per tutti fuorchè per l’arbitro, che fischiò immediatamente assegnando il rigore per i rossoblu. 

Nato a Mosca il 3 aprile 1973 Igor Simutenkov esordì nella Dinamo Mosca nel 1990 e vi rimase per quattro stagioni vincendo anche, nel 1994, il titolo di capocannoniere della Premjer Liga.

Approdato in Italia nel 1994 tra le file della Reggiana in 4 anni in maglia granata collezionò 20 gol, conquistando anche la promozione in serie A nella stagione 1995/96. Dopo la retrocessione della sua squadra giocò un altro anno in serie B con i granata e, nell’estate del 1998, passò in prestito al Bologna di Mazzone dove, nonostante la stima dell’allenatore che coniò per lui il soprannome di “Anguilla sana” per come sgusciava via ai difensori, non venne inserito nella lista UEFA fino a gennaio e collezionò solo 14 presenze mettendo a segno 3 gol, contro Fiorentina, Vicenza e Inter, e conquistò il rigore che condannò la Sampdoria alla serie B. Rientrato a Reggio dal prestito venne ceduto al Tenerife dove rimase 3 stagioni. Durante il suo periodo in Spagna si appellò alla Federazione spagnola perchè i giocatori russi venissero equiparati a quelli europei e fossero esenti dalle limitazioni del numero di extracomunitari in campo durante alcune competizioni. Incassato il no spagnolo provò allora ad appellarsi alla Corte Europea, provando a diventare per i russi quello che Bosman fu per i giocatori comunitari, non riuscendoci però. Infatti la Corte Europea con la “Sentenza Simutenkov” nel 2005 gli diede torto, ma stabilì che non si potesse più dare un trattamento discriminatorio ai giocatori extracomunitari che giocavano in Europa. Nella stagione 2002/03 passò al K.C. Wizards diventando il primo giocatore russo della MLS e vincendo, nel 2004 la Lamar Hunt U.S. Open Cup (la nostra coppa Italia) proprio grazie a un suo Golden Gol in finale. Nonostante questo, a fine stagione venne svincolato e tornò in Russia al Rubin Kazan dove, al termine della stagione successiva, dopo appena 3 presenze, annunciò il ritiro dal calcio professionistico a causa dei suoi perenni infortuni. Giocò un’altra stagione alla Dinamo Voronez in terza divisione disputando 17 partite e mettendo a segno 4 gol prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. 

Dal campo alla panchina il passaggio è breve e, nel 2007 Simutenkov intraprese prima la carriera da allenatore alla Torpedo-RG poi alla Russia Under 16 e, dal 2009 ricopre il ruolo di assistente allenatore allo Zenit San Pietroburgo (lo é stato anche durante la permanenza di Spalletti in Russia, l’allenatore che condannò alla serie B con quel rigore guadagnato) facendo, nel 2014/15 da assistente anche alla panchina della nazionale maggiore. 

Durante la sua carriera collezionò anche 20 presenze con la nazionale Russa condite da 9 gol e partecipò agli Europei  del 1996 in Inghilterra, giocando l’ultima partita nel 1998. 

Questo piccoletto russo, a Bologna rimase soltanto per una stagione senza demeritare la conferma che però purtroppo non arrivò. L’episodio più significativo però rimarrà quel dubbio rigore… per tutta la settimana ci furono proteste continue da parte dei blucerchiati, le moviole e sopratutto il “Moviolone di Biscardi” provarono, senza successo, a chiarire l’episodio e, nonostante la simulazione parve palese ai più, la certezza non ci fu mai, o meglio, per molte persone non ci fu mai…

Per aver la sicurezza di sapere realmente qualcosa, ho sempre pensato si dovesse andare a chiederlo al diretto interessato, e così feci….

 

In quegli anni, a Casteldebole a fine stagione, i vecchietti che si passano i pomeriggi a guardare gli allenamenti organizzavano sempre una grigliata alla quale partecipavano anche i giocatori, e fu proprio durante quella di quell’anno che io, bambino di seconda media, mi avvicinai a lui per una foto e subito dopo lo guardai in faccia e gli chiesi “Ma quindi, ti sei buttato?!” Lui non rispose, ma il suo sorrisino parlò per lui…

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