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CorrBo – Vecchio Bologna, nuove abitudini – 1 Ott

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Seconda vittoria consecutiva in trasferta per il Bologna, dopo aver espugnato il Mapei Stadium, arriva un altro scalpo importante per i rossoblù: quello del Genoa al Luigi Ferraris. Nonostante l’ottima prestazione messa in campo dai felsinei su un campo difficile come quello di Genova, questa volta è innegabile come anche la dea bendata si sia schierata dalla parte degli emiliani. Unendoci anche una sontuosa prestazione di Mirante (autore di una doppia parata da campione vero, prima su Palladino, poi su Veloso) ed una nuova attitudine al saper soffrire e fare muro contro le offensive avversarie, ecco trovata la ricetta segreta di questa vittoria. Un Genoa che sul campo ha dimostrato di non meritare la posizione di classifica dove attualmente staziona, ricordando per larghi tratti di gara la squadra allenata da Gasperini, per la veemenza messa nelle proprie giocate, seppur mancando della stessa qualità che aveva quella formazione. Il Bologna ha faticato parecchio all’inizio, sia sulle prime che sulle seconde palle, complice la pressione asfissiante dei padroni di casa che hanno impedito ai petroniani di pensare lucidamente a come costruire delle ripartenze efficaci. Da lode l’atteggiamento del Bologna, bravo ad attendere che la foga degli avversari scemasse, restando sempre corto con molti uomini sotto la linea della palla e subito pronto a rendersi pericoloso alla prima occasione utile, con Perin che ha vissuto momenti di preoccupazione importanti per l’inviolabilità della sua porta. Il merito di ciò è da attribuire a Rodrigo Palacio, autore di due cross al bacio dalla destra, sui quali i suoi compagni hanno tentennato un po’ troppo per risultare decisivi ai fini del risultato. E qui si nota subito la differenza tra il vecchio Bologna e quello odierno: una capacità ritrovata di giocare di squadra, riuscendo ad interpretare anche le varie fasi della partita, ovvero capire quando spingere alla ricerca del goal oppure trincerarsi dietro un muro ed aspettare il momento propizio per attaccare. Un Bologna ritrovato, ma che oltre a tutte queste buone abitudini ritrovate ne ha messa in campo una vecchia ed anche penalizzante: la scarsa vena realizzativa del reparto avanzato. Per quanto creato dalla squadra di Donadoni, il bottino è stato magro, con un Petkovic in formato stakanovista ma che la porta la vede di rado, Palacio abituato a svariare su tutto il fronte di gioco e Verdi impegnato ieri a dispensare classe lontano dai pali di Perin, è pacifico come il Bologna possa stentare in fase realizzativa. Nella seconda frazione di gara, Galabinov dentro per Pellegri e subito arrembaggio genoano, con i rossoblù costretti a ereggere barricate per contrastare la spinta offensiva degli avversari. Al 15° minuto dentro Destro, fuori Petkovic, il Bologna cresce d’intensità fino a sovrastare il Genoa, ma non riesce a mettere la freccia del sorpasso, dando modo agli avversari di credere ancora in una possibile vittoria. Al 27° Mirante chiude la porta in faccia a Palladino e Veloso con due super parate, sul ribaltamento di fronte Palacio firma il vantaggio felsineo. Donadoni inserisce De Maio per Poli, la retroguardia si compone di cinque elementi per contrastare meglio gli ultimi assalti genoani, Destro si divora un goal di fronte a Perin, triplice fischio di Rocchi, è game over a Marassi, ha vinto il Bologna.

(Fonte: Il Corriere di Bologna; articolo di Claudio Beneforti)

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