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Meteore Rossoblù – La seconda possibilità – 26 Ott

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Quanti di noi avremmo voluto, almeno una volta nella vita, una seconda possibilità? Quante volte dopo un errore ci siamo ritrovati a piangere e a disperarci sperando di poter rimediare, sperando di poter far capire che era stato solo uno sbaglio, che non eravamo noi e sperando di aver la possibilità di dimostrare tutto il nostro effettivo valore?! 

César Aparecido Rodrigues, nato a San Paolo il 24 ottobre 1974, pensò di aver perso la sua possibilità quel giorno del 1994 mentre, ammanettato, veniva accompagnato in carcere dalle guardie dopo essere stato condannato a 5 anni e 4 mesi per essere stato complice di una rapina. A quei tempi Cesar, appena diciannovenne, giocava nel Juventus São Paulo, squadra nella quale era cresciuto e con cui, durante quella stagione, aveva conquistato la promozione nel Campionato Paulista. Il presidente granata, come premio, aveva deciso di regalare 100000 dollari ai giocatori, ma al momento della consegna il dirigente incaricato Roberto Archinà venne rapinato della somma da due uomini armati. Quando si è giovani, e per tanti anni si è vissuti nella povertà, resistere alle tentazioni diventa difficile ed è un attimo farsi trascinare in azioni illegali senza pensare alle reali conseguenze ma sognando un futuro dorato. Purtroppo il giocatore dovette tornar in fretta alla realtà, ed insieme ai due compagni di rapina si ritrovò detenuto in carcere proprio nel momento in cui qualcuno iniziava a pronosticargli un’importante carriera.  

Nel 1998 ottiene la possibilità di scendere nuovamente in campo e di riniziare una seconda vita e viene messo sotto contratto dal São Caetano che lo cede in prestito all’União Barbarense con la quale vince il campionato di Serie A-2 dello stato di San Paolo, ottenendo la promozione nel Campionato Paulista. Tornato al São Caetano nella stagione 1999/00, arriva a sorpresa con la sua squadra a disputare, contro il Vasco da Gama, la finale del campionato, non riuscendo però a conquistarlo. Dopo un’altra stagione con la maglia del São Caetano, nell’estate 2001 arriva l’ingaggio da parte della Lazio per 5 milioni di dollari, con Cragnotti che vola fino in Brasile per consegnargli la maglia numero 3 bianco celeste e convincerlo ad accettare e gli fa firmare un contratto di 5 anni. Rimane il problema della condanna che svanisce totalmente solo nel 2003 ma, per per poter raggiungere la capitale italiana chiede un permesso speciale al Ministero della Giustizia brasiliano, che ovviamente glielo concede e Cesar diventa a tutti gli effetti un giocatore bianco celeste.

La prima stagione, sotto la guida di Zaccheroni, si rivela difficile e incerta (gioca solo 15 partite), ma è con l’arrivo di Mancini sulla panchina laziale la stagione successiva che Cesar esplode definitivamente… nel 2002/03 gioca 25 partite segnando 3 gol dando un grande contributo per la qualificazione in Champions League della squadra e, il 27 agosto 2003, segna il primo gol nella massima competizione europea contro il Benfica ma, pochi giorni dopo, si infortuna nell’incontro di campionato contro il Lecce. L’infortunio gli fa saltare praticamente tutto il girone di andata ma, nel giorno del suo ritorno in campo proprio contro il Lecce, segna il gol del definitivo 1 a 0. Nonostante le sole 14 presenze in quella stagione riesce a mettere a segno 6 gol, tra cui una tripletta contro il Siena. Al termine della stagione vince anche il suo primo trofeo italiano, la Coppa Italia. Nella stagione 2004/05 è il primo terzino della Serie A ad indossare la maglia numero 10 mentre, nella stagione 2005/06 diventa capitano della squadra laziale indossando la fascia però per solo 6 mesi, infatti, nel gennaio 2006 viene ceduto all’Inter dopo essere stato fortemente voluto dal suo “mentore italiano” Roberto Mancini che, nel frattempo, era diventato l’allenatore nerazzurro. Sotto la madonnina però non riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità scendendo in campo solamente in 8 occasioni ma vincendo comunque, al termine della stagione, lo scudetto e la Coppa Italia. Dopo il pessimo inizio con la squadra milanese, nell’estate del 2006 torna in patria trasferendosi in prestito al Corinthias ma, dopo sei mesi nei quali colleziona 13 presenze e un gol, torna in Italia al Livorno dove gioca 9 partite segnando un gol. A fine campionato torna nuovamente all’Inter dove Mancini lo schiera 17 volte in campionato, sopratutto nei tre giocatori d’attacco,  ma non viene inserito nella lista UEFA per la Champions League. A fine stagione vince il suo secondo scudetto ma, dato che la società non gli rinnova il contratto, nel luglio 2008 rimane svincolato.

Dopo 4 mesi senza squadra l’arrivo di Mihajlovic sulla panchina del Bologna gli apre le porte per una nuova avventura… il tecnico serbo era stato prima suo compagno di squadra poi suo allenatore in seconda alla Lazio e all’Inter e lo richiede fortemente per rinforzare una squadra troppo debole per il massimo campionato. Purtroppo però Cesar non è più lui, troppo lento, fuori condizione e fuori dal gioco, dopo il suo esordio in casa contro il Palermo colleziona solo altre 5 presenze con la maglia del Bologna e, a fine stagione, si trova nuovamente svincolato. Rendendosi conto di non essere più adatto per la Serie A, nell’ottobre 2009 firma un contratto con il Pescina Valle Del Giovenco, una società abruzzese di Lega Pro con la quale scende in campo 16 volte segnando 3 gol. Al termine del campionato appende le scarpe al chiodo e, il 12 agosto 2011 diventa l’allenatore della squadra Giovanissimi Provinciali Fascia B della Lazio, venendo promosso alla guida degli Allievi Elite Fascia B la stagione successiva e, il 17 settembre 2013 passa alla panchina degli Allievi Nazionali del Frosinone. La voglia di giocare però è sempre tanta ed ecco che, nell’aprile 2016, con un colpo di scena torna a scendere in campo cambiando sport e diventa un giocatore del Terracina Bach Soccer giocando una sola stagione con quella maglia.

Durante la sua carriera colleziona solo due presenze con la maglia della nazionale brasiliana debuttando il 28 marzo 2001 nella partita di qualificazione mondiale persa contro l’Ecuador per 1 a 0.

 

Il fantastico inizio di carriera, l’essere una giovane promessa del calcio brasiliano, il furto, il carcere e una seconda possibilità… tutti, almeno una volta nella vita vorremmo una seconda possibilità, per riscattarci e dimostrare il nostro vero valore dopo un errore e Cesar, dopo la paura di averla sprecata, riuscì a conquistarla e, fortunatamente per lui, fu abbastanza forte, non si fece sopraffare della paura e non la sprecò, riprendendo, da dove si era fermata, la sua storia da giovane promessa del calcio brasiliano…

 

 

Fonte fotografica Quotidiano.net

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