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L’Uomo della Domenica: Federico Di Francesco – 29 ott

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Restiamo umani.

L’abbraccio a fine partita tra Federico Di Francesco e suo papà Eusebio rappresenta la sintesi perfetta di quello che dovrebbe essere tutto ciò che gira attorno al mondo del pallone: un sorriso, una pacca sulla spalla. Un abbraccio, esatto. Ma la carica emotiva che porta l’immagine qui raffigurata è forte, proprio perché testimonia, sulla pelle, il legame forte tra un ottimo allenatore e un buonissimo giocatore, ieri sera avversari, ma che mai lo saranno nella vita. Viva gli abbracci allora.

Ma non allontaniamoci troppo dalla partita: il Bologna ha perso (terza sconfitta di fila dopo altrettante vittorie) contro una Roma spietata, capace di trasformare una delle poche occasioni create senza subire troppo le avanzate dei felsinei, apparsi alle volte troppo spuntati, con un Bruno Petkovic impresentabile al cospetto di Federico Fazio, ieri sera padrone delle palle alte.

Ma chi, probabilmente, ci teneva a fare bella figura, memore di quando era ragazzino e suo padre era un famoso calciatore, era l’esterno d’attacco rossoblu, numero 14 sulle spalle, che ha smesso di correre soltanto quando ha messo piede nello spogliatoio. Unico uomo d’attacco a crederci fino alla fine, a sprintare su qualsiasi pallone, in un duello con Alessandro Florenzi che, dovuti scongiuri, profuma molto di Nazionale. Alessandro e Federico incarnano esattamente il prototipo di quello che dovrebbe essere, a parere mio, il giocatore azzurro: polmoni da vendere, tanta generosità e cuore grande, come fossero soldatini.

Ieri sera Federico, di fronte a suo papà (che in conferenza stampa, due giorni fa, lo spronava, sottolineando come “comunque sia sempre emozionante, anche solo chiamarlo Di Francesco e non Federico con i miei calciatori. Sono felice di quello che sta facendo, può fare ancora meglio, magari non da domani (ieri,ndr)“. Il massimo della stima, soprattutto se queste parole provengono non solo dall’allenatore tuo prossimo avversario, ma anche tuo padre.

Dopo una fase iniziale di campionato in cui Di Francesco sembrava essersi calato nella parte del cavallo da traino, ovvero sia esterno da fatica, sempre pronto a ripiegare e dare una mano al terzino, ieri sera ha potuto sfogarsi, liberando tutte le sue capacità offensive e la sua facilità nella corsa, pur senza risparmiandosi nel rincorrere quell’Alessandro Florenzi avversario di fascia.

Cuore, grinta ed entusiasmo che no, non hanno portato punti, questo è vero, ma hanno dimostrato che Federico è diventato grande, è cresciuto e ha dimostrato che, anche al cospetto di squadre di valore come la Roma, può, eccome se può, dire la sua.

L’ultima situazione sulla quale penso sia giusto soffermarmi è il numero che lo stesso Di Francesco ha operato ai danni di Strootman: le parole sono superflue, qualsiasi tipo di commento è puramente personale davanti a meraviglie del genere.

 

Chiosa finale su Erick Pulgar e Adam Masina: bene il cileno, come sempre; nota lieta il terzino che, ieri sera, non ha sbandato, rimanendo sui binari e disputando una buona partita, dimostrandosi concreto e andando anche vicino al gol nella prima frazione. Sperando sia soltanto l’inizio di una serie di buone prestazioni per il giovane esterno sinistro.

 

 

L’Uomo della Domenica: Federico Di Francesco.

 

 

Foto: Corriere dello Sport

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