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RdC – Maifredi suggerisce la via: provare empatia – 3 nov

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Il nostro Sebastiano Moretto ha riscritto l’intervista odierna, a firma di Massimo Vitali, valorizzando gli spunti che l’ex allenatore del Bologna ha voluto sottolineare nella chiacchierata, riportata sul Resto del Carlino di oggi.

 

“Donadoni e Destro vadano in vacanza assieme: il rapporto così si recupererà.”
Un po’ difficile immaginarlo, come ha aggiunto poi Gigi Maifredi. Nemmeno lui potrebbe avere in mente  l’allenatore e l’attaccante insieme, magari anche a fare due risate davanti ad un bicchiere di Veuve Cliquot, il vino che l’ormai settantenne vendeva prima di iniziare a svolgere il ruolo di mister e che avrebbe suggerito il nome al suo calcio veloce e spumeggiante.

“Destro è rintanato in sé stesso perché non ha raggiunto il suo obiettivo di tornare in Nazionale ed è qui che sbaglia: chi non entra in empatia con la città non può incidere e, quindi, non può vestire quella maglia”.
Bologna è una città che vive il calcio 7 giorni su 7 e i tifosi vedono che i ragazzi si stanno impegnando per non fare una stagione sul filo come quella dell’anno scorso. Il numero 10 rossoblu deve capire, per riprendere un coro della Curva, che i supporter Son sempre qua ad incitare tutti. Dall’allenatore all’ultimo dei panchinari.

Maifredi ha allenato a Bologna dal 1987 al 1990, conquistando una promozione in Serie A e una qualificazione per la Coppa UEFA, proponendo un gioco votato all’attacco.
“La mia virtù è stata la fantasia. Nella Primavera del Crotone mi ritrovai con due difensori, tre centrocampisti e otto attaccanti”. Quella volta fu la prima in cui le bollicine uscirono dalla bottiglia, come se fossero state ansiose di liberare tutta la loro cattiveria. La stessa che manca al Bologna di oggi: “Donadoni dovrebbe essere più sbordellone; la rabbia, in una piazza come questa, non può mancare. Però non c’è nulla da recriminare finora: la squadra sta facendo il campionato che deve fare”.

 

Dopo tre sconfitte, tuttavia, l’occasione di ripartire in casa col Crotone è troppo ghiotta per poterla mancare.
“Io, Maifredi lo sono diventato a Crotone nel 1977, dopo aver allenato una squadra di Terza Categoria. Lì facevo il tuttofare per Oronzo Pugliese, il quale mi chiese pure di seguirlo ad allenare in Canada ma avevo troppa voglia di costruire le mie empatie”.
Ecco ciò che deve fare Destro: empatizzare Donadoni, la squadra, la città e, soprattutto, il pallone. Magari davanti ad un bicchiere di Veuve Cliquot.

 

(Photo Gazzetta dello Sport)

 

 

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