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Alé Bulåggna: “Invidèr la livra a còrrer”

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Si ripete come ogni giovedì l’appuntamento con la rubrica per mantenere vivo il dialetto petroniano. Ecco anche oggi il consueto appuntamento del giovedì con Alé Bulåggna, la rubrica che cerca di recuperare e tenere in vita alcuni adagi del nostro gergo, utilizzando come fonte il libro “La fantasia popolare nei modi di dire della parlata bolognese”, di Gaetano Marchetti.

 

“Invidèr la livra a còrrer”

Invidèr la livra a còrrer”, invitare la lepre a correre, va da sè che sia una cosa abbastanza semplice in quanto il piccolo animaletto ha come dote principale di difesa proprio la rapidità dei movimenti e la corsa. Ecco quindi che con questa frase, il petroniano che volesse servirsi del proprio dialetto e dei modi di dire dei propri avi, può comodamente dire di aver “invitè la livra a còrrer” ogni volta che chiede a qualcuno di fare qualcosa che è nelle sue corde e che gli viene naturale.

Quando siamo allo stadio, possiamo usare in vari modi questa locuzione, la prima che purtroppo viene in mente al tifoso bolognese è sicuramente quando ad un attaccante avversario molto rapido, vengono concessi ampi spazi, ma possiamo dire che i nostri hanno “invitè la livra a còrrer” anche quando su un calcio piazzato lasciano libero di prendere la rincorsa e di staccare di testa un avversario molto forte nel gioco aereo. Spesso poi succede che qualcuno inviti “la livra a còrrer” quando protesta continuamente e l’arbitro, che a Bologna è spesso incline a non essere troppo casalingo, lo ammonisce senza pensarci più di tanto… la speranza è che nel campionato alcune delle lepri invitate a correre, siano anche quelle con la casacca rossoblu.

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