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L’Uomo della Domenica: “Anche a Te e a Famiglia!” – 31 dic

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Il Resto del Carlino


 

Era iniziato tutto malissimo, soprattutto il prepartita: quel grazie ripetuto allo sfinimento, 13.000 e poco più volte, tutto bellissimo e tutto giusto per carità, ma tutto troppo. Tant’è che ad un certo punto si credeva si fosse immersi nella puntata cardine della Serie TV italiana Boris, nella quale la Festa del Grazie la fa da padrona. Mancavano solo le quaglie, bisognerà rimediare.

Scherzi a parte, il Bologna ha fallito una grossa chance per vincere in casa (solo due gioie tra le mura del Dall’Ara in questa stagione), tra l’altro contro una diretta concorrente per quei piazzamenti che vanno dall’ottavo al dodicesimo posto, quel limbo di classifica che vuol dire tutto e vuol dire niente (per Noi significherebbe tantissimo; per l’Europa siamo acerbi, devono steccare in tanti e Noi dobbiamo imbroccarle tutte, per ora sembra piuttosto utopistica come visione).

Guardiamo la realtà dei fatti: l’Udinese ha saputo vincere sfruttando errori dell’avversario ed errori, in parte, del suo allenatore; già, nonostante fossi tra i sostenitori dell’ingresso in campo di Palacio per avere 4 uomini di attacco in campo, l’uscita dal campo di Nagy ha completamente spento i rossoblù che, privati della loro identità calcistica, non sono riusciti a costruire qualcosa di realmente pericoloso (eccezion fatta per i calci da fermo), lasciando spazio ai friulani per le ripartenze veloci ma poco precise.

Ecco perché il vero Uomo della Domenica, questa settimana, è una frase, e non un calciatore, che tutti Noi ripeteremo tra le 10 e le 150 volte dal 24 di dicembre al 1 gennaio: “Anche a Te e a Famiglia”!

L’essenza delle feste è tutta qui, in 6 parole: tristi, magre, che lasciano trasparire una voglia di sbrigare il più in fretta possibile una pratica che speravamo neanche di non aprire.

Il tutto si è ridotto a questo: a prendere una frase, a copiarla e a incollarla in qualsiasi conversazione, che sia privata o di gruppo, per togliersi il dente delle Feste, che pare spuntare nei pressi di Natale e torna al suo posto quando la Befana fa capolino nelle case dei bambini.

È davvero tutto troppo triste, tutto troppo poco caloroso, tutto troppo meccanico. Ci siamo abituati, e quando l’abitudine prende la meglio sulle nostre vite c’è qualcosa che non va. Qualcosa tocca, come diciamo qua a Bologna.

 Ecco perché parlerò poco della partita di ieri in questa puntata: il 2018 è alle porte, e con esso sogni, speranze, certezze e desideri che tutti Noi celiamo nei nostri cuori e nei cassetti che maggiormente nascondiamo, gelosi. Il 2017 è agli sgoccioli, sta salutando, e si porta Via ricordi, sensazioni, pianti, incazzature, gioie e dolori. È tutto troppo breve per starci male, e lo scandire dei giorni ce lo ricorda.

“Anche a Te e a famiglia!”

Triste, davvero troppo. Lo scrivono perché obbligati, quasi. Obbligati, già.

Perdiamoli 5 minuti in più per rispondere adeguatamente a chi davvero ci sta a cuore, perdiamoli perché non c’è nulla di perso, anzi, tornerà tutto indietro, tutto guadagnato. Tempo al tempo.

Salutiamo, anche calcisticamente, il 2017, sapendo e sperando che il 2018 possa davvero regalare molti sorrisi a Noi tifosi rossoblù.

E smettiamola di copiare ed incollare: lasciamo che siano le macchine a farlo.

 

Restiamo Umani.

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