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IL GRILLO PENSANTE – La lettera del destino

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Ci sono frangenti della vita caratterizzati da un comune denominatore, da elementi che persistono in modo influente ed altri che invece appaiono superflui sebbene ve ne siano tracce persistenti; è quindi quantomeno curioso, una sorta di burla del destino, come in pochi giorni le vicende legate al Bologna Football Club e al calcio italiano (nel senso più inclusivo possibile) si siano intrecciate con la lettera “M”.

“M” come Mazzoleni, Paolo Silvio di nome. Le prodezze dell’arbitro lombardo, nel tragicomico pomeriggio del San Paolo, hanno prepotentemente rubato la scena trasformando una partita di calcio in una perfetta sceneggiatura cinematografica; la difficoltà risiede nel comprendere in quale categoria collocare quanto è andato in scena nel capoluogo campano: Dario Argento candiderebbe il direttore di gara al ruolo di protagonista per il suo prossimo film, la classe non è acqua, ma considerando l’operato della premiata ditta Mazzoleni-Orsato (addetto VAR colpito da un improvviso crollo di diottrie) balza improvvisamente alla mente la similitudine con la più famosa coppia Gene Wilder – Richard Pryor nel celeberrimo film di fine Anni 80 “Non guardarmi, non ti sento”. Horror o commedia il risultato cambia poco, la VAR è una benedizione del Signore ma anche un santino in mano ad uno sciagurato può diventare un’arma.

“M” come Malagò, Giovanni di nome. Il capo supremo dello sport italiano che, dopo aver potuto per anni soltanto ringhiare da lontano contro i carnefici del calcio italiano (comodamente barricati da regole che rendevano il loro mondo schermato da qualsivoglia intervento esterno), ha potuto finalmente afferrare a piene mani il timone di comando dell’intera governance (Federazione e Lega di Serie A) e piazzare i suoi luogotenenti sul ponte di comando con l’obiettivo di riesumare dal baratro un sistema dorato ma incancrenito da burocrati inetti ed opportunisti. Il risvolto paradossale deriva dal fatto che il commissariamento è la diretta conseguenza dell’incapacità dell’Assemblea Federale di eleggere un nuovo Presidente, ovvero in sostanza i politici pallonari hanno autocertificato la propria inadeguatezza con lettere marchiate a fuoco. In questo preciso momento storico, dove è veramente stato toccato il fondo del barile, la lunga mano del CONI munita di brusca per ripulire a fondo il torbido loft federale potrebbe essere l’unica autentica chiave di volta; i fallimenti sono opportunità per risalire la china con uno slancio ancora più vigoroso di quello perso nel momento del declino, tutti confidiamo possa essere così.

“M” come Maietta, Domenico di nome ma Mimmo per tutti. Su un’auto che percorre l’autostrada A1 imboccata in uscita da Bologna verso la Toscana non è seduto solo un ex- giocatore del Bologna, è seduto prima di tutto un ragazzo speciale. Ripensa ai 4 anni d’amore trascorsi sotto le Due Torri con il volto rigato di lacrime (come rivelato da Donadoni nella conferenza stampa di ieri) ma con lo spirito luminoso di coloro che hanno dato tanto ed hanno ricevuto altrettanto. Certi giocatori non sono solo giocatori, i tifosi li vedono come un vero e proprio organo vitale della propria squadra, quasi come se intimamente tutti avessero confidenza con lui; Mimmo era il cuore, il lato passionale, il gladiatore che con la sua sola presenza rassicurava implicitamente tutti. Lo rivedremo presto in Serie A, e qualunque sia la maglia che indosserà quando calpesterà il prato del Dall’Ara mai potrà essere visto come un nemico; nel suo petto martellerà sempre un po’ di rossoblu, e l’immenso abbraccio che riceverà da tutta Bologna gli ricorderà che per noi sarà sempre di famiglia.

“M” come Mercato, Calciomercato per tutti. Inconcepibile un intero mese di finestra invernale che trasforma un periodo utile per rattoppare eventuale falle dei natanti in una fucina di distrazioni, tensioni e problemi; una settimana sarebbe ampiamente sufficiente. Nel frattempo è rimbombato il gong di fine sessione: è arrivato Orsolini a buone condizioni: prestito biennale con riscatto a favore del Bologna a 7 milioni e controriscatto a favore della Juve (non è ancora definitivamente fugato il dubbio se a 12 o 15 milioni, ma in ogni caso la plus-valenza intascata dai rossoblu sarebbe apprezzabile). Il Torino, invece, ha ricevuto un bel 2 di picche da Donsah che ha preferito ribadire ulteriormente che il vento sta un po’ cambiando…anche se si tratta ancora di una leggera brezza sembrerebbe che nessuno abbia più molta voglia di lasciare Bologna (Verdi che volta le spalle alla lotta scudetto, Donsah che dorme mentre Mazzarri tenta di contattarlo telefonicamente) ma, anzi, sia tornato un certo fascino sul capoluogo emiliano (Dzemaili cavallo di ritorno, Orsolini che solo 6 mesi fa difficilmente sarebbe stato accostato al Bologna con certi contratti, gli indizi sempre più numerosi degli ammiccamenti con Gabbiadini e Skorupski).

 

Sarebbe però un errore fatale adagiarsi sulle sensazioni positive in un momento della stagione che, se non aggredito con ferocia, potrebbe tramutarsi nella lenta agonia dello scorso anno; viceversa sfruttare questi impulsi per cavalcare verso Giugno in un campionato travolgente muterebbe anche gli scenari estivi…magari non potremo ancora ambire a sfilare sui prestigiosi set hollywoodiani, ma magari qualche cameo su Cinecittà potrebbe non essere soltanto un sogno ad occhi aperti.

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