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CorrSera – Verdi: “Non ho detto ‘no’ al Napoli, ma ‘sì’ al Bologna” – 15 Feb

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Simone Verdi, in un’intervista al Corriere della Sera e ripresa dal sito di Gianluca di Marzio, si espone sul suo gennaio travagliato: “Non potevo andarmene a gennaio dopo tutta la fiducia che ha riposto in me quando venivo dalla retrocessione col Carpi“.

Abbiamo avuto la risposta, quindi, riguardo a cos’è successo perché, come afferma lo stesso giocatore, “Ho sbagliato anch’io…sarei dovuto intervenire subito per spiegare e calmare le acque: invece la mia riservatezza, che ritengo un pregio, ha peggiorato la situazione. L’offerta del Napoli poteva cambiare la mia carriera, lo so. Ma, dopo avere giocato già in sei squadre, a 25 anni qui ho trovato perla prima volta la mia casa calcistica. Non ho detto no al Napoli, ma sì al Bologna“. Noi, ovviamente, ti abbiamo già perdonato, anche perché dopo aver sentito (e letto, soprattutto) tante cose brutte su te e a chi ti sta intorno non potevamo fare altrimenti: “Ora è brutto dirlo, perché tante persone purtroppo non arrivano a fine mese, ma io posso già vivere bene così: il soldo per fortuna non è una priorità, posso decidere in base alla passione. L’ambizione di un atleta è sempre giocare con grandi campioni. Ma ripeto: qui sono a casa. Cambiare on generale mi piace. Ma l’adattamento tecnico a un sistema già avviato non è sempre semplice“.

Simone, poi, si esprime riguardo a supposizioni su chi lo avrebbe guidato nella scelta: “Ho dovuto sentire tante falsità, cose brutte persino sulla mia famiglia e sulla mia fidanzata, che avrebbero interferito nella decisione. Il mio no legato a Inter, Milan, Juve? Mi viene da ridere. No, nessuno muoveva i fili. So ragionare da solo. De Laurentiis ha detto che l’ho deluso? Forse ho mandato un messaggio sbagliato. Ma sia chiaro: il problema non era Napoli, e non ho mai detto sì per poi cambiare idea“.

Infine, un pensiero sul passato che ha determinato la crescita personale: “Rimpianti? Nessuno. È stata una esperienza formativa che, paradossalmente, mi ha dato tanto soprattutto quando me ne sono andato. Nella Primavera del Milan avevo tutto, pure il magazziniere che ci puliva le scarpe e chi ci preparava la borsa. A Castellammare e Carpi ho finalmente imparato a cavarmela da solo. Il confronto è servito: avere tutto può toglierti molto. Molti ragazzi vengono viziati in modo esagerato, poi quando si trovano nelle difficoltà mollano. Conquistarsi le cose fa crescere meglio“.

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