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CorrBo: Dubbi di formazione, ma si riparte da Destro – 11 Mar

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Mattia Destro in azioneLa partita di oggi non si presenta facile, come scrive anche Mossini sul suo pezzo in uscita oggi sul Corriere di Bologna, perché come ha ricordato anche Donadoni l’Atalanta è una formazione capace di impensierire molti avversari e perché il Bologna degli ultimi tempi non è certo trascendentale.

Servirà quindi una mentalità differente, mentre permane il dubbio tra 4-3-3 e 3-5-2 (per approfondire vi rimandiamo al nostro articolo in uscita attorno alle 10 di oggi 11/03, ndr), così come detto dallo stesso tecnico che chiede (come sempre ndr) la giusta mentalità che deve portare un buon impatto fisico oltre che mentale alla partita. L’Atalanta è senza dubbio l’esempio che i rossoblù cercano faticosamente di raggiungere, un modello da seguire il cui obiettivo però appare ancora molto lontano, ma lo stesso Donadoni ricorda giustamente che i bergamaschi non sono arrivati dove sono ora in 3 stagioni, ma con un progetto estremamente più lungo e spalmato nel tempo.

Mossini e Donadoni sottolineano giustamente come il percorso sia lungo e complicato, lo hanno dimostrato tutte le formazioni di fascia media dell’attuale Serie A, e risulta ancora più complesso pensando ai risultati della Primavera, che ieri ha perso un match fondamentale in chiave “salvezza”.

Saputo sarà nuovamente presente e questo fa ragionare su quanto potrà accadere in futuro, discorso abilmente superato da Donadoni, che vede davanti a se una serie di partite non facili, con formazioni che hanno dei veri e propri obiettivi in campionato e che quindi metteranno sul campo motivazioni molto più importanti di quelle del Bologna.

La chiusura è per Destro, da cui il Bologna riparte ancora una volta, perché l’errore, sebbene clamoroso,  ci può stare. Il tecnico difende l’attaccante in conferenza stampa e spiega che però sarà necessario mantenere la stessa voglia e creare il modo di arrivare al tiro più volte, in modo da aumentare le possibilità di segnare e di conseguenza anche la percentuale di trasformazione; insomma, l’errore è brutto, ma per sbagliare bisogna farsi trovare comunque al posto giusto, se questa cosa avverrà più di una sola volta a partita, il risultato finale è destinato a cambiare.

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